La fuga

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Ho in mano la mitragliatrice, la porgo verso Stesk e, lei, con in pollici, muovendola di qua e di là, la esamina. <<Era di mio fratello, morì circondato da una ventina di quei luridi bastardi dei non-morti, io ero lì, disarmata che coprivo gli occhi al mio fratello più piccolo, Bernardo. Quando morì mi presi la colpa, anzi, non è che me la presi, ce l'avevo. Ero capace di ucciderli ma... non l'ho fatto e di questo me ne pento, assai. Da quel momento ho incominciato a contare tutti i non-morti che uccidevo. Sono arrivata a... em... 50... 7, 57. Ora, con permesso, fatemi spazio. Ho un numero da ingrandire>> disse Stesk. Io non so che fine hanno fatto i suoi familiari, e sinceramente non mi interessa.
Mio padre si girò verso Giulia, gli disse qualcosa, non capii cosa.
<<Forse è meglio che ti metta dei guanti, sai, il mitra brucia se si usa per un paio di minuti>> dico a Stesk che saliva le scale. Si fermò, abbassò la testa, si girò e poi annuì con un cenno del capo. Scese le scale e si mise il primo paio di guanti che trovò.
Dopo un paio di minuti che Stesk era sopra, le finestre erano tutte sporche di sangue, budella cadevano dalle pance dei non-morti e l'unica cosa di umano che si velava dietro quel brutto spettacolo era Stesk. Ormai quasi tutti i non-morti erano morti. Ne rimanevano solo una dozzina, quasi tutti colpiti, visto che avevano la faccia sfregiata.
Io che mi godevo lo spettacolo andai sopra, da Stesk. Appena la vidi capii che questo mondo è adatto per lei. Con quei guanti e quella mitragliatrice ci sta benissimo, sembra come se fosse nata per quello. Mi avvicino a lei, posa la mitragliatrice e mi guarda.
<<Lo sai che un giorno, gli scarafaggi governeranno il mondo>> mi misi a ridere. La guardai, ha un sorriso bellissimo. Sembra una bambina ma, ascoltate, non lo è.
<<E perchè dovrebbero essere proprio loro a governarlo?>>
<<Ho scoperto che tutte le città oltre i 100.000 abitanti sono state finora sorvegliate dai militari. Però i militari, che avevano creato dei quartieri dove raccogliere tutte le persone, hanno subito in tutte le città attacchi da non-morti giganteschi. Tutti i quartieri erano praticamente distrutti. Anche se rimanevano tante di quelle persone, i militari hanno creato un comando suicida che, visto che il piano di raccogliere tutte le persone e salvarle se ne è andato a farsi fottere, dovevano bombardare tutte le città. Quello che peggio è che l'hanno fatto. Ora, io penso che sarebbe inutile distruggere solo alcune città. Con questo intendo, allarme nucleare. Se quello che dico è vero il mondo verrà distrutto, non esisterebbero nessun tipo di essere vivente tranne gli scarafaggi che sopravvivono al nucleare>>
Ha un suo perchè il suo ragionamento. Ma non penso che ci sarà un nucleare, a quest'ora non avrebbero bombardato le città.
<<Ok, forse hai ragione ma non credi che se useranno i nucleari, non avrebbe avuto senso asfaltare le città? Ma ora freghiamocene. Uccidiamo tutti quei non-morti, dobbiamo fuggire al più presto da Capo d'Orlando. Ormai non è più un paese sicuro>>
Faccio segno a Stesk di seguirmi. Scendiamo le scale e dico a tutti di fuggire, di prendere le armi, uccidere quella mezza dozzina di non-morti che rimaneva e fuggire.
Prendo un'accetta da terra e usciamo fuori. Giulia che non riusciva a camminare bene, si appoggiò a mio padre che aveva in mano una pistola.
I non-morti ci assalirono ma non ci fecero nulla.
<<Papà, io e Stesk prendiamo il necessario per partire. Tu sistema il camion del fratello di Stesk e la tua macchina. Tanto non esitino più le multe perché uno guida senza che ha ricevuto la patente>>
<<Ok>>
Io e Stesk entriamo in casa. Prendiamo delle armi: 3 balestre, circa 6 pistole, 10 coltelli, 2 fucili e la mitragliatrice di Stesk. <<Prendi tutto il cibo che c'è. Ci servirà>> mi dice Stesk..
Vado in cucina e tutto quello che trovo lo metto in un carrello che ho trovato davanti la porta della cucina. Vado in canti e prendo picconi, asce, pale, martelli, chiodi, paletti, corde e una tenda. Salgo e trovo Stesk che stava raccogliendo dei pentolini, braci e accendini.
<<Pronti?>> chiede Stesk.
<<No, non posso stare senza leggere un libro, prendiamo tutti quelli che hai>>
<<Ok, seguimi>>
Mi porta in camera sua e apre uno sportello, c'erano un sacco di libri, li mettiamo tutti in un cartello e partiamo.
<<che avete preso?>> chiese Giulia?
<<Di tutto>>
<<La guido io la macchina>> disse Stesk.
<<Papà, io vado con Stesk, ok?>>
<<Ok>>
Io, Stesk e Giulia entrammo in macchina.
<<Dobbiamo stare dietro il furgone, quindi fai partire prima mio padre>> dissi a Stesk.
Parte mio padre, esce dal cancello e noi dietro di lui. Per le strade era pieno di non-morti. Non c'era anima viva tranne qualche persona rinchiusa in casa. In un tratto di strada non riuscivamo più a muoverci visto i tanti cadaveri. Per fortuna in poco tempo uscimmo da Capo d'Orlando.
Ci fermammo in un piccolo villaggio a metà strada fra Capo d'Orlando e Brolo.

L'era dei morti (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora