Faded

350 33 30
                                    


9 giorni prima.

<L'abbiamo trovato!>>
Dal bosco vediamo arrivare Emilio, infuriato nero, con la faccia bendata e insieme a lui il padre di Giulia.
Hanno tra le braccia un sacco della grandezza di una persona.
Buttano per terra Il sacco e lo aprono.
Mi avvicino al sacco. Dentro c'é un cadavere, uno scheletro con dei brandelli di carne attaccati. Non si capisce chi é.
<<É stata mangiata da qualche belva>> dice Emilio.
<<Chi é?>> chiedo incuriosito.
<<La ragazza che é scomparsa cinque giorni fa.
La russa>> risponde Emilio.
Capisco chi é, é Julia. Mi scende una lacrima dall'occhio. Mi asciugo e mi dirigo verso la camera di Giulia.
É stanca, ha la faccia rivolta verso il pavimento.
Alza la testa e scosta i capelli dalla faccia.
<<Che hai?>> chiede Giulia.
<<É... J-Ju-u-Julia é m-morta>> dico balbettando.
Gli scende una lacrima e si mette a piangere.
Mi siedo sul letto, accanto a lei. Cerco di abbracciarla.
<<Vattene!>>
Esco dalla stanza il più velocemente consentito. Cammino a passo veloce verso la mia camera. Entro e sbatto la porta.
Incomincio ad urlare.
Sento voci confuse da fuori, raccolgo la vecchia pistola di Stesk. La punto alla tempia.
Inspiro fortemente e respiro. Cerco la calma. Mi metto a piangere. Sto per premere il grilletto quando si apre la porta. É mio padre.
<<Fermo!>> Mi urla.
Viene verso di me e mi abbraccia.
<<Ma cosa ti passa per la mente?>> Mi rimprovera mio padre.
<<Nulla, é solo che... io non ce la faccio più.>>
<<Si risolverá tutto.>>
<<No, é morta, non può tornare.>>
<<Si che può tornare.>>
<<Uno tornerebbe come zombie e due la carne non era tanto fresca, quindi vuol dire che é morta pure da zombie.>>
<<Sei triste solo per quello?>>
<<No, per tutto quello che é successo, dal 1Aprile a oggi.>>
<<Quanti giorni sono passati?>>
<<Trentatré>>
<<Ecco, é passato un mese, cosa dovresti fare fra un anno?>>
<<Hai ragione tu. Ora mi fai dormire? Sono stanco, se vuoi sequestrami tutte le armi.>>
<<Buona dormita.>>
Mi sdraio sul letto, mi giro sull'altro lati del letto e cerco di dormire.
<<Si é svegliata! Si é svegliata!>> sentii urlare.
Presi un cuscino e me lo misi all'orecchio destro per non sentire.

<<Giorgio!>> Sento una voce. Mi sveglio, sbadiglio e mi giro dall'altro lato del letto. C'é Stesk davanti a me.
"Sembra vera, ma é un sogno. Lei é morta" Penso nella mia mente e mi scende uma lacrima. Chiudo gli occhi.
<<Sveglia dormiglione!>> Sentii la sua risata, mi manca.
<<Tanto lo so che sei un sogno>> dico.
<<Ok... tirati un pizzicotto>> mi dice.
Lo faccio. Sento un dolore reale e non mi sto svegliando. É tutto vero. Mi alzo con un balzo e la stringo a me.
<<Attento.>>
<<Ti voglio bene.>>
<<E io te ne voglio a te.>>
<<Pensavo eri morta>>
<<Mi vedi morta? No!>> Sorrido.
<<Come vedi? Nero?>>
<<No, normale. Come vedere con due occhi, solo un po' più piccolo.>>
<<Ah... certo, normale>>
<<Però se non vedo il nero, non capisco che vedono i cechi.>>
<<É strano non vedere nulla.>>
<<Si. E noi non possiamo saperlo che si prova.>>
<<Ma ti fa male?>>
<<Non tanto. But I'm faded>> <<I know>>
<<And you, how are you?>>
<<I'm fine.>> Mi metto a ridere
<<Dai, smettiamola>> dice Stesk sorredendo.
<<Comunque, I'm faded, too>> Ci mettiamo tutti e due a ridere.

<<Scusa.>> Si avvicina Giulia.
<<Scuse accettate. Capisco che non eri lucida è che ti serviva di stare da sola.>>
<<Ti amo.>>Mi abbasso per baciarla.

<<Dobbiamo prepararci. Non si sa mai cosa potrá succedere. Dobbiamo essere dei guerrieri. Tutti noi! Donne, Uomini e bambini, disse un uomo, un certo Francesco D'amico. Un uomo di mezza età senza neanche un pelo in tutto il corpo.
Stiamo facendo una riunione. Siamo io, Stesk, mio padre, Emilio, Francesco, Il padre di Giulia e una nuova arrivata che si chiama Giada, una donna un po' anziana, capelli grigi e occhi verdi con tante rughe.
<<No. Potrà combattere solo chi vuole. Per esempio io lo voglio. Perché voglio difendere la mia famiglia e i miei amici>> intervengo.
<<Hai ragione. Ma tutti dobbiamo essere addestrati.>>
<<Io voglio dire una sola ed ultima cosa. Quella che dobbiamo crescere, dobbiamo evolverci. Dobbiamo costruire un impero. Perché noi possiamo farlo.>> dico. Mi alzo dalla poltrona un po'con difficoltá. Mi fa male la spalla. Esco fuori dalla stanza.
Mi dirigo verso il bosco.
É sera e c'é tanto freddo. Prendo una sigaretta che avevo rubato a mio padre e la accendo con un fiammifero.
Inspiro con paura. Incomincio a tossire. Inspiro un'altra volta. Mi viene da vomitare. Butto la sigaretta e la calpesto.
<<Che schifo!>> mi lamento.
Alzo la testa. Vedo una luce. La seguo.
Cammino, non trovo più la luce. Vedo una sagoma, scappo verso la sala.
<<Qualcuno ci sta spiando!>> urlo.
<<Hai fumato?>> mi chiede mio padre.
<<No!>> dico.
<<Vai a dormire>>
<<Se qualcuno mi accompagna>>
<<Ti accompagno io>> risponde Stesk.
<<Ok>>.

15 stelline prossimo EPICO capitolo.

L'era dei morti (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora