<<Uccideteli tutti!>>

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Quando mi sveglio sento un'atroce dolore alla spalla e nell'intestino.
Sono vestito con solo gli jeans rovinati che indosso di solito. Ho una fasciatura su tutto il petto e sulla spalla, e un'altra tutt'attorno alla pancia.
Sono in una stanza su un letto. Davanti a me c'é un carrello dove ci sono delle attrezzature mediche. Fascie, flebo, forbici, fili per i punti, disinfettante ecc.
Mi sento sconvolto. Dovevo ucciderla. Invece come un cretino ho posato la pistola e mi sono fatto quasi uccidere.
Non so che fine abbia fatto Elena ma se é morta era meglio che moriva prima.
Attaccata al braccio ho una flebo.

La porta della spoglia stanza si apre. Da essa entra mio padre. Mi sono solo ora accorto che la sua marrone barba é cresciuta molto. Dai suoi occhi lividi capisco che é stanco.
<<Giorgio!>> escalma con un filo di voce. Si avvicina e fa un sorriso forzato.
<<Cos'é successo?>> chiedo.
<<Ehm.. Giorgio, hai rischiato di morire. Elena ti ha sparato nella spalla e poi nell'intestino. Poi Stesk é venuta ad aiutarti ma... lei non...>>
<<Papá cosa é successo?>> dico impaurito>>
<<É stata colpita da Elena>>
<<In che parte del corpo?>>
<<Nell'occhio ed é difficile che viva. Vi abbiamo soccorso a tutti e due ma abbiamo fatto il possibile. Non so se riuscirai a rivedere Stesk>>
Mi scende una lacrima dall'occhio destro, l'asciugo. "Non devo piangere" penso nella mia mente "non é morta".
<<Elena?>>
<<É scappata>>
"Stesk non doveva smettere di picchiarla" penso pensando a quando Stesk l'aveva picchiata a sangue.
<<Vado a dire agli altri che sei sveglio>>
<<Ok>>
Dalla porta entra Vincenzo. Sembra più alto del normale.
Ha una cicatrice che parte dal orecchio fino all'estremo della bocca.
<<Ehi!>> esclama Vincenzo sorridendo.
Dietro di lui ci sono anche le sue due sorelle, Chiara e Alice, Achille e Gabriele.
Mi accorgo che Gabriele ha le stampelle. Vedo le sue gambe e mi accorgo che gli manca il piede destro.
<<Grazie che siete venuti>>
<<Di nulla>>
<<Julia?>> chiedo.
<<Ehm...>> risponde Chiara.
<<Lei... perché lo chiedi?>>
<<Era la mia migliore amica se non ricordi male. Vorrei sapere cosa è successo alla mia migliore amica.>>
<<È scomparsa. Eravamo di pattuglia, io, Julia ed Emilio. Emilio ha avuto serie lesioni alla parte bruciata della faccia, quindi tornò indietro. Proseguimmo io e Julia, alla ricerca di Elena. Dormimmo e quando mi svegliai lei non c'era. Proseguii ma ci ripensai e tornai al villaggio>> risponde  Vincenzo.
<<Quanto tempo è passato da quando lei mi ha sparato?>> chiedo innervosito.
<<Quattro giorni>>
<<Cosa!?>> chiedo sempre più innervosito <<cosa è successo mentre io non c'ero?>>
<<Carlo... si è ucciso, Emilio rischia di morire come lo rischia Stesk per via di una pallottola nell'occhio. E basta>> risponde Vincenzo.
<<E ora io come cazzo faccio!? Carlo mi aveva detto che conosceva un posto dove potevo riavere la mia mano. La vitami si complica un giorno sempre di più senza una mano.>>
<<Non sei solo tu che gli manca un'articolazione>> risponde Gabriele guardandosi la gamba.
<<Si, scusa. Posso scendere dal letto?>>
<<Se ce la fai>> risponde Achille <<Caso mai ti aiuto>>
<<Grazie>>
Mi alzo con difficoltà, Vincenzo prende del cotone e mi stacca la flebo, per poi premere col cotone per non far schizzare sangue.
Mi appoggio a un bastone che aveva portato Alice.
Esco dalla stanza.
Fuori piove ma c'è un terribile caldo. Davanti alla porta stava arrivando mia mamma. Cerco di abbracciarla ma mi fa male la ferita.
<<Ti amo>> dico a mia mamma sorridendo.

Sono seduto sul mio letto. Ho la pistola con cui dovevo uccidere Elena in mano. <<Se solo avessi premuto quel fottuto grilletto... tutto questo non sarebbe successo. Io non avevo ferite nell'intestino e nella spalla, Stesk non rischierebbe di perdere la vita è Julia sarebbe qui con me. Mi è mancata, e non voglio che mi manchi ancora>> dico a me stesso.
Punto la pistola alla tempia. Mi scende una lacrima, cerco di premere il grilletto ma non ho il coraggio.

Quindici giorni dopo

Il cappello rivolto verso il basso e i biondi capelli che gli coprono la ferita. Julia è davanti a me, si avvicina e mi bacia.
<<Basta!>> grido svegliandomi. Sono sul letto, è notte. Da quando abbiamo trovato il cadavere non riesco più a dormire, è sempre nei miei incubi o sogni. Non riesco a togliermela dalla testa. Lei mi manca, mi manca fortemente e mi mancherà per sempre perchè non la rincontrerò mai più.
La porta si apre, afferrò la pistola alla mia destra. Entra una persona, lunghi capelli rasati da un lato, una benda che gli copre l'occhio destro e un cappello da sceriffo che gli copre il viso. È Stesk. Alza la testa, <<Neanche tu riesci a dormire?>> mi chiede.
<<No>>
<<Come stai?>>
<<Male>>
<<Fisicamente o psicologicamente?>>
<<Psicologicamente>>
<<So che hai provato ha suicidarti più di una volta>>
<<Si>>
<<Non farlo, ci servi, ci servono persone come te. Per il fatto di Julia non ci pensare, io mi sono svegliata quando hanno portato il cadavere ed... È stata una sensazione orribile. Ma non ci ho pensato più e ora è tutto passato.>>
<<Tu come stai?>>
<<Mi fa male la ferita. Dice tuo padre che sono stata fortunata, se prendeva il centro dell'occhio ero morta. Sembro Carl Grimes>> dice mettendosi a ridere.
<<Se solo ci penso a come è andato a finire il nostro mondo.... mi viene da piangere>>
<<Buonanotte>>
<<Buonanotte>>
Si gira, esce e chiude la porta. Cerco di chiudere occhio ma non riesco.

<<Buongiorno dormiglione!>> mi sveglia Chiara.
Faccio una smorfia e mi giro dall'altro lato del letto. <<Perchè devi sempre rompere?>> mi lamento.
<<Dai che oggi sarà una lunga e pazzesca giornata, oggi si va a caccia!>> dice esaltata Chiara.
<<Si, si. Fammi vestire.>>
Mi alzo dal letto prendo i primi vestiti che vedo dal cestino dei vestiti: dei jeans strappati e una camicia rovinata.
Esco dalla camera e vado nel primo bagno che trovo, mi lavo la faccia e verso nella sala principale.
Sono tutti lì.
<<Sei pronto per la caccia?>> mi chiede mio padre.
<<Io non vengo, con una pistola cosa devo fare? Per cacciare servono i fucili>> dico.
<<Come vuoi tu. Almeno esercitati con la spada che ti ho trovato>>
<<Contaci>>
Esco dalla sala, vado verso l'armeria. Trovo Stesk.
<<Che fai?>> chiedo.
<<Ti eserciti?>> chiede Stesk.
<<Con cosa?>>
<<Spade di legno, servono sempre delle spade per combattere. Te la fai una partita?>>
<<Ok>>
Prendo una spada da esercitazione. Esco dall'armeria e aspetto Stesk.
Sulla strada vedo arrivare dei camion. Si fermano e da essi scendono dei soldati. Davanti c'è una ragazza, bionda con tante cicatrici in faccia. È Elena.
<<Uccideteli tutti!>>

L'era dei morti (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora