Sotto attacco

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<<Il sopra è mio!>> gridò Stesk.
<<No! È da quando mi hanno tagliato la mano che non salgo in un letto a castello. Fammi spazio!>>
<<Se vuoi possiamo dormire tutti e due qui, oppure puoi dormire sotto, o per terra>>
<<Dai...>>
<<Ok, sali>>
Salgo nel letto. Siamo in una capanna, è piccolissima ma abbastanza alta da entrarci un letto a castello. C'è solo il letto e un gabinetto.
Siamo vicini. È da tanto tempo che desideravo essere in un letto insieme a lei, ovviamente non per fare sesso. Siamo troppo piccoli. Forse tra un paio d'anni, chi lo sa. Scherzo.
<<Ti voglio bene, non pensavo mai di voler bene a un ragazzo oltre che ai miei fratelli>>
<<E i tuoi sorelli?>> Lei chiamava sorello a Gabriele, il mio migliore amico, che purtroppo non è sopravvissuto.
<<Pure ai miei sorelli>> E gli scese una lacrima che fece credere che gli era entrato qualcosa nell'occhio.
<<Non nasconderlo, non devi per forza sembrare sempre e costantemente una dura>>
<<Prima che succedesse tutta questa merda pensavo che l'apocalisse sarebbe stata più bella della vita normale. Ma mi sbagliavo, come se non mi sbagliavo>> lei mi abbracciò e sentii chiaramente che piangeva.
<<Pure io ti voglio bene>>
<<Ti fa male la mano?>>
<<No, per fortuna. Però, mi prude>>
<<Vado a vedere se Giulia e tuo padre si sono svegliati>>
<<Prendi un coltello, di questi tempi è meglio essere pronti>> dico a Stesk.
Va nel bagno e prende un'accetta che avevo lasciato quando siamo arrivati.
Dopo un paio di secondi che era uscita sentii uno sparo. <Saranno nei guai> pensai.
Esco, prendo delle pietre da terra e vado nella capanna di mio padre. C'era Stesk, mentre gli altri dormivano.
<<Hai sentito anche tu?>> mi chiede Stesk.
<<Si>>
<<Andiamo a vedere>>
Butto le pietre per terra, prendo una pistola dal carrello delle armi nella capanna e andiamo a vedere cosa succedeva.
Sentiamo delle voci provenire dalla nostra capanna.
<<C'è qualcuno, Spara appena entriamo>> mi sussurra Stesk.
<<No. Potrebbero essere brave persone>>
Fa una smorfia ma poi annuisce.
Entriamo nella capanna e troviamo dei ragazzi, due maschi, uno più grande e l'altro più piccolo, e una femmina, circa l'età del ragazzo più grande.
<<Chi siete?>>
<<Piacere, Carlo>> dice il ragazzo più grande. <<Lei è Elena e lui è il piccolo Jo. Voi?>> continua il ragazzo
<<Io sono Giorgio, lei è Stesk>>
<<Nome insolito, Stesk>> ride Elena.
<<Non è il mio nome di battesimo, mi faccio chiamare così da quando avevo 11 anni>>
<<Sei proprio una stupida è brutta faccia di culo>> dice Elena sempre ridendo.
<<Elena! Ma sei uscita di testa!?>> la rimprovera Carlo. <<Scusateci, si irrita quando vede estranei>>
<<Grazie Carlo, ma non ascoltavo nulla di quello che diceva. Perché mi dovrei incazzare se non è vero quello che ha detto?>>
Carlo si mette a ridere mentre Elena fa una smorfia.
<<Ciao piccolo Jo>> dico abbassandomi.
<<Ciao...>> mi risponde nascondendosi dietro Elena.
<<Cosa ti è successo alla mano?>> mi chiede Carlo.
<<Un non-morto mi ha morso la mano e me l'hanno dovuta amputare visto che non sapevano come intervenire>>
<<Conosco un posto dove una volta facevano robot e ora le articolazioni dei robot li usano come protesi>> dice Carlo. <<Ma non penso che ci sia qualcuno in questa merda di mondo che li sappia applicare>> continua.
<<Mio padre, lui è un chirurgo, si occupa un po' di tutto, specialmente interventi agli organi vitali>> rispondo.
<<Va bene, andremo, non penso che sopravviverai con una sola mano>>
<<Si, si. Tutto commovente ma ora faccie di minchia ve ne dovete andare, ci sarete solo d'intralcio. I pallidi stanno arrivando>> risponde con tono annoiato Elena.
<<I pallidi? Chi cazzo sarebbero? E chiunque fossero noi combatteremo. Possiamo benissimo combattere,... SAPPIAMO benissimo combattere>> risponde arrabbiata Stesk.
<<brutta puttana. Come cazzo osi rivolgerti a me in questo cazzo di fottuto modo? Vi farò andare con la forza se non vi sbrigate. I pallidi sono i morti che camminano che a ogni errore anche banale che facciamo ognuno di noi, ci mangiano e io non voglio essere mangiata. PUTTANA!>>
<<Ti dovresti vergognare>>
<<Io? E tu? Senza mano di merda. Non ti dovresti vergonare?>>
<<E per cosa? Dimmi cosa ho fatto di cui dovrei vergognarmi>>
<<Smettetela! Tutti voi! Nessuno se ne andrà e tutti combatteremo sennó saremo fottuti>> gridò Carlo.
<<Cosa!? Datemi tutti e due le armi e nessuno si fará male>>
<<Dagliela>> dico a Stesk mentre consegno l'arma ad Elena.
<<Se lo sogna>>
<<Dagliela>>
<<Tieni...>> dice seccata Stesk.
<<Elena, che stai facendo?>> chiede Carlo.
<<Ora vedi>> risponde Elena. <<Jo, entra là dentro, dove c'è il gabinetto. Voi due entrate pure >> continua.
<<Elena... non c'è bisogno>>
<<Ho un fottuto fucile, fratellino. Vuoi che lo uso?>>
<<No>>
Entro nel bagno insieme al piccolo Jo e mi siedo. <<Vieni Stesk>>
<<No>>
Si lancia contro Elena e incomincia a tirare pugni nella faccia di Elena. Carlo cerca invano di fermare Stesk. Mi alzo, chiudo la porta e do una gomitata alla schiena di Carlo che cade a terra. <<Scusa ma non permetterò che gli farai qualsiasi cosa>> dico a Carlo che cercava invano di alzarsi.
<<Prendi una pistola, Giorgio>> dice Stesk che continuava a picchiare senza sosta Elena.
Mi abbasso per prendere la pistola di Carlo, la carico, punto su Carlo ma non ho il coraggio di premere il grilletto.
La porta del bagno si apre e Jo si mette a piangere, io lo prendo per il braccio e lo porto nel bagno. <<Non aprire>>
Chiudo la porta e mi giro, Carlo si alza e appena vede in che condizioni era Elena si mette a piangere. La faccia era ricoperta di sangue, il naso era visibilmente rotto e a malapena riusciva ad aprire gli occhi. Stesk si gira verso di me, la faccia tutta piena di sangue, per non parlare delle mani.
<<Andiamo?>> mi chiede Stesk.
<<Dove?>>
<<A fare piazza pulita di zombie>>
<<Zombie? Di che parli?>>
<<Ragiona, sono dei morti che camminano, di conseguenza sono zombie. Strano, no?>>
<<Giusto>>
<<Carlo, vuoi aiutarci?>>
Carlo stava tremando. <<S-se aiuterete Elena>>
<<L'aiuteremo, prendi il suo fucile, spero lo sai usare>> risponde Stesk.
<<Ti fanno male le mani?>> chiedo a Stesk.
<<No>>
La guardo in modo del tipo, 'Extraterrestre is here'.
<<Quanti sono?>> chiedo a Carlo.
<<Oltre 300>>
Io e Stesk ci guardiamo per qualche secondo.
<<Chiama tuo padre e Giulia, scappiamo>>
Corro verso la capanna di mio padre ma appena varco la porta vedo arrivare un'orda di zombie verso la nostra capanna, sono a qualche metro di distanza, non possiamo fare più nulla, dobbiamo chiuderci dentro.
Rientro velocemente.
<<Dobbiamo assolutamente chiudere la porta>>
<<Perchè?>> chiede Carlo.
<<Non ho tempo per risponderti>>
Stesk prende la chiave dalla tasca dei suoi pantaloni e chiude la porta. Dopo qualche secondo sentiamo battere da tutti i lati della capanna.
Stesk sospira. <<Siamo fottuti>>

L'era dei morti (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora