Capitolo 3

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Avevo ragione è appena iniziata.
Non so cosa, ma è solo l'inizio.

Sono sconcertata, impietrita ed ancora sotto shock per le parole di Lane, che sembrano rimbalzare nella mia testa come una pallina da pin pong.

Eppure nonostante la guerra mondiale che si sta svolgendo nella mia mente, riesco a sbloccarmi per andare in soccorso di Nate, ancora piegato a terra dolorante.

Gli corro incontro e mi inginocchio al suo fianco, disperata per i suoi continui sussulti ed agitata per le sue condizioni in generale.

Continua a tossire sangue e pare abbia dei problemi respiratori.
Gli alzo la testa, appoggiandola sulle mie ginocchia e anche se piangendo, cerco in qualche modo di rassicurarlo, di fargli capire che sono con lui.
Passo le dita fra i suoi capelli e osservo il suo viso, facendo particolare attenzione ad ogni minimo dettaglio.
É ridotto male.

* Complimenti per l'ennesimo disastro, Hope!* Interviene saccente la mia coscienza.

Oh no, adesso non ho proprio bisogno di sentirmi in colpa per causa tua.
Come se non stessi già male.

*Pensala come vuoi, ma se lo perdi...
SARÀ COLPA TUA!*
Zitta!! Esci dalla mia testa!!

Io non lo perderò.
Non posso perderlo.

Provo a farlo alzare lentamente, con l'auto del mio sostegno, però mi accorgo quasi subito che la mia corporatura è troppo esile rispetto alla sua, infatti riesco con fatica a farlo entrare nello stanzino degli inservienti, poco prima che tutto il resto della scuola si riversi nel corridoio.

La stanza nella quale ci siamo rifugiati è completamente al buio, ed io non so come fare per trovare l'interruttore, dato che sono con la schiena attaccata alla porta e ho il peso di Nate tutto sulla mia spalla.

All'improvviso però, sento Nate liberarmi dal peso che mi stava opprimendo, e sfiorarmi dolcemente il collo con il suo naso.

I brividi si fanno strada lungo il mio corpo, mentre un sospiro esce tremolante dalla mia bocca.

"N-Nate..? C-come ti s-senti?"
Balbetto senza fiato.

"Benissimo ora che so che sei al sicuro ed al mio fianco."
Risponde con tono calmo e a bassa voce, ancora contro il mio collo.

Ansimo.
Nate non si è mai comportato così con me.
Non capisco cosa gli prenda...

Non ho tempo di ipotizzare una possibile spiegazione, perché lo sento spostarsi per mettersi davanti a me, con le braccia ai lati della mia testa e i palmi appoggiati alla porta.

Lo posso dedurre, dal modo in cui il suo respiro arriva a sfiorarmi dal collo fino alle clavicole.

Il mio respiro si affanna, mentre scruto ad occhi spalancati l'oscurità davanti a me, cercando in qualche modo di capire la sua prossima mossa. Non so se rompere il silenzio o meno.

Intanto, la mia coscienza si fa pochi problemi.
* Ma si può sapere perché cazzo di motivo devi andarti a cacciare in queste dannate situazioni??*
Si diverte a prendermi in giro.
* No, affatto. Oggi però non ne salvi neanche uno! Contieni gli ormoni per la miseria!
Di sto passo la tua verginità ci lascerà prima di domani...*
Dio, quanto la odio.

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