||REMEMBER ME||•H S•

Capitolo 12

•LANE•
Mi sono veramente rotto le palle dei suoi giochetti.
È arrivato il momento di dare una lezione a sto riccio di merda.

Alzo lo sguardo verso di lui e lo scontro dei nostri occhi è inevitabile.
L'odio fra noi è così intenso, che sembra averlo assorbito pure l'aria.

Adesso ho l'occasione di fargliele pagare tutte.

Mi rialzo da terra lentamente, mantenendo il contatto visivo.
I suoi occhi luccicano di rabbia e posso immaginare che anche i miei non siano da meno.
Comincio a ridere.

"Amico, perché ci hai interrotto? Ci stavamo solo divertendo, e se volevi unirti a noi, bastava chiedere."
Dico sorridendo ed allagando le braccia.

Rimane perplesso alle mie parole per alcuni secondi, ma una volta afferrato il concetto, da inizio all'inferno.

"Stavi toccando qualcosa che non ti appartiene. Sei andato oltre agli ordini che ti avevo prescritto."
Risponde con tono autoritario ed una serietà mai mostrata.

Per me, i suoi dannati ordini se li può infilare su per il culo. Io lavoro per lui soltanto per tenerlo d'occhio, perché devo essere certo che non gli si avvicini troppo.
Io rispondo in esclusiva ai comandi della mia signora.
Tutto quello che faccio per lui, per i suoi traffici, per i suoi capricci, è solo una merda che serve a mantenermi una copertura.

Ed ora più che mai ho bisogno di non farla saltare.
Ho capito che ha un'occhio di riguardo per lei. Deve avere qualcosa che lo attrae, qualcosa che per lui è più interessante delle altre.
Sta cosa non va bene. Quando Harry Styles vuole qualcosa o qualcuno, è impossibile opporsi.

Mi ci vuole un piano per separarli.

"Bhe, teoricamente non è di tua proprietà. E poi i tuoi ordini, non comprendono o influenzano, ciò che faccio fuori dal giro."
Rispondo tranquillo, continuando a sorridere.

Vedo la sua faccia infuocarsi di rabbia, le vene ingrossate sul suo collo e le pupille dilatate per la brama della violenza. Sento le dita delle sue mani scricchiolare per la stretta dei suoi pugni, e non posso non notare le nocche bianche.
Ha il respiro affannoso.

So cosa sta cercando di fare.
Sta cercando di non esplodere davanti a lei. Questa cosa mi incuriosisce e allo stesso tempo mi preoccupa. Lui non si trattiene mai per nessuno, fa e dice sempre quello che pensa. Eppure vuole tenerle nascosta la sua vera natura, e forse le avrà mentito anche sulla sua vera vita.
Ma io è proprio questo che voglio.
Voglio che esploda, voglio scatenare il mostro che è in lui.

Questo è il piano.

"Non me ne fotte un cazzo di quello che fai, che tu sia fuori o dentro il giro, lei non la devi toccare. È MIA. Ora lo sai. Appartiene a me, capito? Questo non è un ordine, prendilo piuttosto come un consiglio."
Mi ammonisce con i suoi occhi sfavillanti di rabbia.

"Bhe, l'ho vista prima io. Ma dato che sono buono, se vuoi possiamo prenderla in due. Ce la dividiamo che ne dici?"
Propongo spavaldo, consapevole della reazione violenza che scatenerà.

Non mi fermo.
Decido di stuzzicarlo ulteriormente.

Mi avvicino con passo lento e deciso verso Hope, seduta con una espressione scioccata, ai piedi degli armadietti.