Asia ha veramente una comoda e bella tana...molto differente dalla tana dove sono nato.
Non ho ricordi molto chiari dei miei primi giorni.
Noi cuccioli di cane, quando nasciamo non sentiamo e non vediamo nulla, abbiamo gli occhi chiusi per circa venti giorni. Per questo la nostra mamma si prende cura di noi.
Non riusciamo neanche a scaldarci da soli, quindi rimaniamo vicini come abbracciati ai fratellini e sorelline, ed alla mamma nella tana.
Mi vergogno un po' a raccontare questa cosa, ma quando siamo piccoli non riusciamo a fare da soli neanche i nostri bisogni, quindi la mamma ci stimola leccandoci proprio 'li'.
La prima cosa che ricordo è il calore e l'odore della mamma e del mio fratellino Buc, solo giorni più tardi sono riuscito a vederli; lui era piccolino come me, tutto bianco e con due chiazze intorno agli occhi. Una nera e l'altra marrone. La mamma più o meno era come lui, ma molto più grande e con una macchia nera sulla schiena...io non sapevo com'ero e quante macchie colorate avevo addosso, ma lo chiesi qualche giorno dopo alla mamma. Mi disse che il mio mando di pelo era tutto nero, con le zampe bianche, un' occhio contornato di marrone e nero e l'altro tutto bianco.
I primi giorni passavamo molto tempo nella tana che la mamma aveva sistemato per noi. Era tra alcuni cespugli, dietro ad una grande roccia...ci sentivamo molto protetti ed al fresco.
Quando finalmente siamo riusciti a tenerci sulle zampe, siamo usciti dalla tana. Fuori c'era tanta luce che ci riscaldava le nostre giovani testoline e le nostre trepidanti zampette, ed intorno a noi c'era un grande prato verde tutto nostro. La mamma ci aiutava a tenerci su per un po', poi ci lasciava di nuovo fare da noi. Barcollavamo o strisciavamo a terra, ma il giorno che abbiamo preso il via è iniziato anche il divertimento!
Da quel momento la mamma ci ha mostrato il mondo fuori dalla tana. C'erano tanti alberi altissimi, ed il mondo era colmo di colori e sfumature dorate o brillanti.
Lei ci accompagnava sempre perché non voleva che ci allontanassimo da soli.
Una volta stavamo passeggiando e ci stava spiegando alcune cose, quando io, incuriosito, feci qualche zampata più veloce allontanandomi da loro. Avevo visto una grande palletta a quattro zampe con tante punte sulla schiena, e volevo giocarci.
La mamma mi ha abbaiato un "NO!" (come fece Asia per i giochi sull'albero), e mi ha portato via di corsa prendendomi delicatamente con la bocca. Mi ha spiegato che quella palletta con cui volevo giocare, si chiamava Riccio e poteva farmi molto male con le sue punte se le toccavo con le zampe o provavo a prenderlo con la bocca. Mi disse che il signor Riccio quando ha paura si difende pungendo chi non conosce, poi ha seguitato dicendomi che prima dovevo presentarmi e chiedere se voleva giocare con me. Questo era il giusto modo di fare con tutti i quattro zampe, i due zampe, ed i due ali che volevo conoscere.
Da quel giorno non mi allontanai più senza prima aver chiesto il permesso alla mamma. Avevo capito che non voleva e non era ancora il momento di prendere mie iniziative.
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PROFUMO DI CIELO E PANNA
General Fiction'Profumo di Cielo e Panna' è la storia raccontata dal punto di vista di Toby, cane nato libero, che racconta le sue avventure ed i suoi contatti col mondo degli umani. Nella storia, si potranno trovare anche delle piccole 'istruzioni o chiarimenti'...