Capitolo Speciale

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oookay, l'avevo promesso per i 5k ed eccolo qui! E' un crossover che la mia mente malata ha partorito perché è effettivamente malata. Spero vi piaccia;) Non si capirà subito dove è ambientato il capitolo, ma è fatto apposta!

Thomas uscì dal suo dormitorio e iniziò a scendere silenziosamente le scale.

"Anche questa notte?" chiese scocciata una voce femminile, seguita da un leggero brusio, sbadigli e da sussurri di approvazione.

"E tu anche questa notte hai svegliato tutti." borbottò il ragazzo rivolto verso il muro.

"Un giorno o l'altro smetteremo di coprirti!" questa voce invece era maschile.

"Con una di quella razza poi!"

"Attenta a non offendere." si intromise una voce strascicata, seguita vari versacci.

"Perché non te ne torni nei sotterranei che ami tanto mentre noi ragioniamo con Thomas?"

Le voci si susseguivano confuse e sempre più rumorose. Era come se si stesse svegliando una piazza di gente. Thomas sbuffò sonoramente. Era così tutte le volte. Continuò a scendere le infinite scale a chiocciola mentre le voci lo rincorrevano e aumentavano.

"Volete svegliare tutto il castello?" sbottò lui ad un tratto riducendo tutti a un religioso silenzio, interrotto naturalmente dalla voce femminile che aveva dato il via alla discussione.

"Controlla i Troll di Barnaba al settimo piano!"

Quell'affermazione fu seguita da una serie di considerazioni poco graziose sui Troll del terzo piano, da qualche lamentela degli assonnati e da borbottii sulla maleducazione e l'indecenza di quel ragazzo.

"Sarà fatto m'lady." sussurrò Thomas rivolto verso un quadro, poi continuò la sua discesa. Controllò i Troll del settimo piano, che dormivano ovviamente, ma la signora della Torre viveva in uno stato di ansia perenne da quando era stata travolta da quegli stessi Troll durante una passeggiata nel castello; poi entrò in un'aula lì davanti. La porta era immensa e intarsiata, completamente differente dalle altre porte del catstello, come se non ci dovesse essere lì. Lei non era ancora arrivata naturalmente, quindi Thomas continuò a leggere il suo libro.

Una soffusa luce verdastra illuminava il volto di Lea, creandi giochi di ombre nello specchio davanti a lei.

"Vai da quello strano vero?" chiese una ragazza stesa in modo scomposto su un elegante divano. Tutto in quella sala era distinto e superbo, dagli arredamenti alle stesse persone che chiaccheravano divise in piccoli gruppetti. Si assomigliavano un po' tutte, forse per quella particolare espressione di superiorità perennemente dipinta sul loro volto oppure per l'ostentata eleganza con la quale si muovevano. Sembravano tanti infidi ed orgogliosi serpenti.

"Non sono affari tuoi, Cathy." rispose Lea.

"Si, se te ne vai in giro con i capelli grigi e gli occhi arancioni. Prima non lo facevi, ti cambiavi. Poi è arrivato lui con i capelli bianchi e tutto è cambiato. Sei inquietante e l'arancione non mi piace con il verde."

"Sai che sono i colori che mi vengono più naturali."

Lea continuò ad aggiustarsi i capelli, incurante dell'occhiataccia della sua amica, poi si avviò verso la porta.

"Neumalea Atria Black!" la riprese Catherine.

"Eh?"

"Metti almeno il profumo!" la ragazza le lanciò una boccatta ridacchiando, poi risalì nel dormitorio, lasciando Lea a correre per i corridoi del castello. Era in ritardo, era sempre in ritardo. Arrivò trafelata al settimo piano, poi si girò verso la porta, si ricompose ed entrò come se non avesse corso. Thomas alzò gli occhi verso di lei. Era proprio questo il motivo per cui l'aveva notata la prima volta, lei riusciva a fargli interrompere qualsiasi attività, persino la lettura. Era strana anche lei. Quella notte aveva addosso la divisa da uomo che usava anche di giorno e un piccolo orecchino a forma di serpente si attorcigliava pigramente intorno al suo lobo, sibilando di tanto in tanto. Testurbante naturalmente e anche se alla fine in lei era stata più forte la parte fredda e calcolatrice, il Cappello aveva avuto il suo bel da fare per decidere se assegnarla alla Casa dei saggi o degli ambiziosi. Thomas era Corvonero naturalmente, il Cappello Parlante non aveva avuto dubbi. La ragazza si avvicinò e lo baciò sulla punta delle labbra sorridendo. Due metamorfmagus con l'ossessione per la logica e per le regole infrante, erano perfetti.

Il fabbricante di dèiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora