Capitolo 10: Questione di scelte

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Freya osserva Sif mentre gira furtiva nei suoi appartamenti privati, frugando tra quel che resta della sua camera. L'odore di fumo è appena percettibile, è notte e lei si sta celando dietro il Seiðr per evitare di essere vista dalla guerriera.

Sif non troverà nulla lì, se non cenere e abiti a brandelli distrutti dalle fiamme. Vanadis è al sicuro tra le sue mani e Freya si chiede cosa penserebbe Thor di quella iniziativa personale.

Alle sue spalle provengono gli scricchiolii di porte aperte e Freya si appiattisce contro il muro. I Tre Guerrieri fanno il loro ingresso uno dopo l'altro e lei si chiede per quale assurdo motivo quei quattro debbano fare ogni cosa in gruppo. A Freya ricordano tanto quel genere di animali che per sopravvivere sono costretti a rimanere in branco.

Lei ha imparato a essere forte da sola; aggrapparsi all'aiuto di altri è solo un modo più rapido per cadere insieme.

"Se qualcuno ci scoprisse..." borbotta Volstagg

"Con il chiasso che fai, qualcuno ci noterà senz'altro" lo zittisce Fandral.

"Ricordaci perché abbiamo deciso di assecondare questo tuo folle proposito" aggiunge Hogun.

Sif si volta e sorride. "Perché in fondo, in fondo, mi volete bene."

"In questo momento propenderei più per staccarti la testa che per l'abbracciarti" commenta Volstagg.

"Cos'hai trovato?" chiede Hogun, muovendosi silenzioso da un angolo all'altro.

È con soddisfazione che Freya vede l'espressione di Sif adombrarsi. "Niente. Non c'è nulla qui."

Fandral simula dei colpi di tosse. "Ti avevamo avvertito, Sif. Ora... che ne dite se andiamo giù alla nuova locanda che hanno aperto? Ho sentito dire che ci sono splendide cameriere nel servire i tavoli."

Freya si immobilizza quando Sif si ferma proprio davanti a lei. Potrebbe sfiorarla se allungasse la mano e allora sarebbe la fine. Guarda la guerriera socchiudere gli occhi e tornare indietro. "Resto dell'idea che lei nasconda qualcosa."

Si allontanano verso i corridoi e Freya spezza l'incantesimo che la occulta al mondo esterno. "E hai ragione, Sif..."




Quella mattina Freya si alza all'alba ed è con fastidio che scopre Loki nelle scuderie, seduto su un cavallo e tra le mani le redini di un altro animale già sellato.

"Ho pensato di farti compagnia alla cerimonia funebre" le dice con la sua tipica espressione seccata.

"Potrei commuovermi per tanta generosità" replica Freya, balzando sulla sella. "Oserei pensare che la tua è solo una scusa per ottenere informazioni sul mio conto" aggiunge ironica.

L'ultima cosa che vuole mentre concederà il suo ultimo saluto a Sonea è avere Loki tra i piedi.

"Potrei sorprenderti" risponde Loki, seccato. "Magari ho deciso di venire solo per offrirti una spalla su cui piangere."

Sì, e io in realtà sono Odino.

Freya scuote la testa e sprona il cavallo ad accelerare l'andatura. "Facciamo una gara" gli propone.

"Che tipo di gara?" le domanda Loki, sospettoso.

"Il primo tra noi che arriverà alla piazza delle fontane avrà il diritto di porre una domanda all'altro" gli spiega.

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