Capitolo 13

33 3 3
                                    

Apro gli occhi di scatto, svegliata da uno strano rumore e la visione che mi si pone davanti agli occhi è quella di una piccola stanzetta bianca e nera.

Non  ricordo nulla della sera precedente, solo quelle sue parole che continuano a risuonarmi nella mente.

" Ti proteggerò Sarah. Contro tutto e tutti, noi due insieme. Sempre."
 
Il suo braccio ancorato alla mia vita, il suo respiro sul mio collo, i suoi occhi verdi persi nei miei azzurri.

Mi giro lentamente, ritrovandomi il viso di Alex a pochi centimetri. È così angelico: i capelli scompigliati, le labbra strette in una linea. Tiene il braccio sulla mia gamba, stringendola, come se non volesse farmi andare via.

Allungo leggermente la mano verso il comodino e prendo il telefono per vedere l'ora.

11.30

Porca troia. È tardissimo. Mia madre non sa nulla. E se scopre che ho dormito con un ragazzo, mi utilizza come prossimo zerbino.
Scuoto dalle spalle Alex, facendogli uscire dalle labbra un sospiro. Si gira e si tira le coperte lasciandomi scoperta.

Svogliata,mi alzo dal letto e mi stropiccio gli occhi, ritrovandomi puntualmente le mani sporche di mascara.

Vado in bagno cercando di darmi una ripulita prima di scendere giù in cucina.

Guardo verso il basso non sentendo i pantaloni e mi accorgo di avere semplicemente una canotta di Alex che mi arriva a malapena sotto il culo.

Arrossisco e con le guance ancora rosse, mi dirigo in cucina da dove provengono dei rumori.

Mi affaccio e con mia grande fortuna è solamente Alex che cerca di preparare i pancakes.

Sorrido a vedere lui con in mano un cucchiaio di legno e nell' altra una ciotola piena di un composto giallo.

Abbasso lo sguardo sulla sua figura: una semplice maglietta nera e i boxer lo rendono così stuprabile. Ha gli occhi chini sulla sua impresa e la bocca semiaperta  per la concentrazione.

Approfittando del fatto che non si è accorto della mia presenza, mi avvicino di soppiatto e gli do un buffetto sulla guancia facendolo sussultare.

"Stronza" mi sibila,ancora spaventato
"Oh si...è il mio secondo nome" sussurro trattenendo a stento una risata

"Guarda che mi vendico eh" sussurra a sua volta, sorridendo compiaciuto notando la mia finta espressione spaventata

"Oh mio dio. E cosa mi faresti?"gli dico in tono sensuale per distrarlo

Mi guarda con occhi curiosi quando mi sento sollevare da terra. "Questo!" Mi urla all'orecchio ridendo con quella sua risata paradisiaca.

Inizio a ridere insieme a lui e a scalciare per liberare le mie povere gambe, strette tra le sue braccia possenti. 

Gli tiro i capelli, facendolo gemere sotto di me. E sinceramente, mi metto a ridere ancora più forte quando vedo la sua faccia sconcertata dopo il suo gesto.

Approfitto della distrazione per scendere dalle sue spalle e mi avvicino pericolosamente alla ciotola con l'impasto.

Ne prendo un po'in mano, nascondendola poi dietro la schiena e con fare provocatorio torno da Alex,all'oscuro delle mie azioni.

Gli accarezzo i capelli prendendolo alla sprovvista e gli spiaccico in faccia l'impasto. Scoppio a ridere provocando anche a lui una leggera risata.

Mi viene in mente una battuta e mentre sto per aprire la bocca e smerdarlo, mi lancia una palla di quella roba.

Passiamo un'ora così a rincorrerci per la casa ridendo a squarciagola e a lanciarci palle di quello che doveva essere la nostra colazione.

Drogata Del Tuo SorrisoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora