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Suonò la campanella , era ora di entrare , mi feci largo tra i cadaveri dei miei coetanei , mi sarebbe piaciuto poter sentire le loro menti magari capire che persone erano, ma sono sfuggenti vanno e vengono per i corridoi e se mi soffermo capisco che anche io sono una di loro . Entro in classe e ad aspettarmi a braccia aper te c'è Margherita , lei era il tipo di ragazza che avrei sempre voluto essere , era sempre felice perché aveva la classica vita di una quattordicenne, il più grande problema che poteva avere era che le si potesse macchiare una maglia o che non avesse l'ombrello in un giorno di pioggia , l'amavo , era una grande energia positiva per me, era così vera e trasparente , eravamo molto diverse anzi totalmente ma lei mi capiva e anche se non del tutto mi stava vicina mi faceva ridere e mi aiutava nel momento del bisogno , era una ragazza strana mi faceva morire dal ridere per i suoi gesticolamenti o i versetti isterici , aveva una fissa per la parola "carino" , se davvero le piaceva una cosa per lei era carino e se lo diceva allora vuol dire che era una cosa davvero bellissima . Mi faceva bene stare con lei , se aveva un problema si rivolgeva a me , e per me era semplicissimo risolvere i suoi problemi , invece con i miei era un caos , mi sedetti vicino a lei e iniziò la lezione , lungo e interminabile quel giorno mi devastò, i professori erano tutti uguali , con lo stesso buio nello sguardo , come se pensassero ad altro , infondo noi non avevamo un'identità eravamo come manichini che non dovevano parlare senza permesso e che al suono della campanella si sarebbero alzati e sarebbero tornati il giorno dopo . Era il mio primo anno al liceo artistico , prima facevo ragioneria , ma la matematica non faceva per me è quindi mi bocciarono tre volte , quindi andai nella scuola che avevo sempre sognato , carica e felice , avevo dei buoni voti e l'atmosfera non mi dispiaceva . Tra due giorni sarebbe stato il mio compleanno , che palle , non mi piaceva festeggiare , non amavo i regali e i complimenti , insomma un inferno , ma è tradizione ogni anno festeggiare con la famiglia , anzi mi correggo le "famiglie" , quella da parte di mia madre e quella di mio padre ,ancora peggio , non sopportavo nessuno perché nessuno mi capiva , l'unica cosa che facevano era chiedermi come si lavavano i miei capelli e perché non mangiavo , insopportabili , solo il pensiero mi faceva venire l'ansia.

Consumata come cenere di sigarettaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora