Vera (J storia

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Sdraiata sul letto, sotto un sole di marzo, non potevo non pensarci.
Non potevo scappare per sempre.
Un giorno avrei dovuto voltarmi e affrontare la realtà.
Quello che era rimasto di una vita che avevo scelto di lasciare andare.
Da quando mi ero trasferira da mia sorella, non ero più tornata a casa, avevo sempre rimandato.

C'erano momenti in cui riuscivo a non pensarci, momenti in cui mi costringevo a non farlo. Come se pensando troppo a come la conoscevo, le stessi portando via quello che era ora, come se non ne avessi più il diritto.
Come quando ti svegli al mattino, e in un primo momento la mente ritorna alle idee abituali della solita vita. Mentre solo dopo ti arriva il ricordo di quello che é successo, di come è cambiata la situazione. E questo contrasto fa più male di qualsiasi altra cosa.

L'amicizia tra me e Juliette non era mai stata cosa facile.
Non era mai stata una di quelle amicizie raccontate nei libri.
Non eravamo inseparabili, avevo altre amiche e non ci piaceva dire ad alta voce quanto eravamo importanti l'una per l'altra.
Ma lei era il mio porto sicuro, e anche se non le raccontavo tutto le raccontavo la verità.
Credo di essermi accorta solo perdendola di quanto ne avevo bisogno.
Tutti quei giorni dopo l'incidente. Tutti quei giorni passati ad aspettare quella risposta che non era mai arrivata. La conclusione di una storia che non é mai finita. Tutti quei giorni uguali. Senza sapere quando o come sarebbe tornata.
Non mi é mai venuto in mente che poteva non tornare. Non ho mai voluto crederci. Ho sempre pensato che in un modo o nell'altro tutto sarebbe tornato a posto.

Non mi ricordo la mia vita prima di Juliette.
E ora sono costretta a vivere una dopo di lei, senza sapere come fare ad andare avanti. Incredibilmente sola.

Ho sempre pensato a noi come le due facce di una stessa moneta.
E tante volte ho desiderato tornare indietro, correndo a perdifiato, e a metà strada vedere lei, immobile in mezzo alla strada. Con il solito sorriso un po' spavaldo. Bella sotto il sole, bella come il sole. Mi immagino lei aspettarmi, e io che la abbraccio. Per poco peró, e poi andiamo insieme verso casa. Ridendo. E lei mi racconta tutto, mi chiede dove sono stata e poi mi guarda e per un attimo la rivedo bambina. Mi chiede se avevo smesso di crederci, in lei, in noi..

Suona il telefono.
Il gatto corre e scappa verso di me. Mi specchio per un secondo nei suoi occhi smeraldo. Mi guarda. Lo stesso sguardo di Juliette nel mio sogno. Poi scappa via di nuovo, correndo nelle sue irreali fantasie.
Il telefono suona di nuovo. É Maddy.
Scorro i messaggi, tutti relativi alla festa.
Vuole mettersi un vestito rosso tremendo.
Oh no aspetta, vuole mettermi un vestito rosso tremendo!
Suona il citofono. Due minuti dopo una ragazza esuberante dai capelli verdi che conosco da qualche settimana é sdraiata sul mio letto e mi guarda dall'alto in basso, con l'entusiasmo tipico di qualcuno che ha una grande idea e non vede l'ora di andare a dirla ai quattro venti.

Ci vediamo domaniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora