Capitolo 1 (Everybody have a name)

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Lavoravo ormai da settimane sul computer,in quel periodo avevo ricevuto molte richieste di smistamento anime,lavoravo ininterrottamente da troppo,massaggiai il ponte del naso con le dita,quando una nuova mail mi arrivó:"Alison Payton affidata a Lorenzo Ostuni". Mi diceva qualcosa quel nome,niente di buono,poi ricordai:era quel ragazzo di vent'anni
,quello che nessuno avrebbe voluto conoscere che ancora non era stato ingaggiato da nessuno,nella sua vita non aveva fatto cose da ricevere questa responsabilità,non posso però cambiare il destino,posso solo migliorarlo tramite i miei buoni propositi.Saró un Dio ingiusto ma non posso cambiare il corso delle cose,so solo che questa Alison non avrà un protettore ma un ragazzo di carta,archiviai la mail e mi stesi sulla comoda poltrona stiracchiandomi per la postura scomoda mantenuta tutto il giorno.
***
Alison si guardó allo specchio:labbra troppo rosee,viso troppo scavato,capelli non di un biondo perfetto e troppo lunghi,occhi enormi azzurro mare che le ricordano il padre:la portava sempre in vacanza in crociera,gli voleva bene,tanto che quando scomparì crollarono le fondamenta della sua vita: ora si ritrova con la madre alcolizzata e il fratello che gira per casa rincorrendola per costringerla a fare cose sconce...non è colpa sua,non ha scelto lei questa vita.Uscì dopo aver dato una ultima occhiata al suo corpo longilineo, prese lo zaino e si aggrappò alla finestra per poi agilmente saltar fuori e correre lontano da quel posto pieno di ricordi,dove è cresciuta e ha lasciato l'anima.Il ghiaccio accumulato tutti questi anni si é depositato nel suo cuore,difficile da sciogliere impossibile da rompere.Alison si è costruita quattro mura intorno allontanando tutti e tutto,ha deciso così per evitare di farsi del male,di soffrire,in fondo non è tanto quella bad girl che vuole sembrare,in realtà ha solo imparato a gestire la paura,a assimilarla,senza accorgersene si è ritrovata da sola contro il mondo,contro chi l'aveva cresciuta.Questo le faceva male,molto male ma non ha nessuno con cui potersi sfogare,o forse nessuno la vuole ascoltare. Ogni tanto ha il presentimento di avere un vuoto nella pancia,come se mancasse qualcosa o qualcuno che la protegga da quelle ingiustizie,qualcuno che la ami per quella che è,e non per come è.
Varcò la soglia del recinto arrugginito che restringeva l'area dedicata agli alunni osservando in tutta la sua maestosità quel possente edificio dall'intonaco sbiadito e le pareti tappezzate da macchie di infiltrazioni. La campanella riuscì a essere sentita nonostante la bionda stesse ascoltando la musica a tutto volume per isolarsi dal mondo,lei non voleva entrare nel posto in cui più volte aveva subito delle violenze e aveva ricevuto insulti...era convinta che il mondo gli si fosse messo contro per impedirgli una vita normale,amava la musica e restare sola,riempivano il vuoto che si era formato durante quegli anni.Camminó a passo svelto e felpato cercando di non attirare l'attenzione su di lei,di sicuro l'avrebbero presa in giro o peggio,quasi corse trattenendo il respiro fino ad arrivare davanti alla fatidica porta della sua classe.Lesse "5b",tiró un lungo sospiro e si sistemò al suo posto cercando di non pensare alle giornate che susseguiranno.
***
Mi stiracchiai lievemente e mugolai qualcosa che nemmeno io capí,una luce bianca investiva i miei occhi che avevo chiuso in due fessure,sarò rimasto in questa stanza per un tempo indeterminato.Forse sarei finalmente uscito da questa prigione,o forse no,inseguì quella luce,la attraversai e un forte frastuono di voci e clacson mi assordó,dov'ero,no non sarò tornato sulla terra?!, cazzo no,al momento non mi accorsi di avere due ali nere richiuse sulla schiena.Le spalancai ma dopo aver preso il volo cascai subito,ci riprovai ma anche questa volta caddi come un sacco di patate. Poi vidi una ragazza rannicchiata in un angolo,col naso sanguinante,vestiti strappati e lo sguardo perso,mi avvicinai e ingenuo le chiesi come stava solo per poterla portare a letto data la sua fragilità ,per un microsecondo sembrava aver mimato un flebile sorriso sul suo dolce viso,sentivo qualcosa che ci legava,qualcosa da cui non potevo scappare,mi sedetti di fianco a lei,la osservai sistemarsi dietro a un orecchio una ciocca di capelli ribelli.Mi arrivò una notifica sul telefonino"lei è stato affidato a Alison Payton,la ragazza bionda seduta al suo fianco come angelo custode". Non poteva essere vero,non potevo aiutarla,non volevo questo tipo di responsabilità,e poi è una depressa.Si alzò e barcollante sui suoi passi,si strinse nel giubbotto,incomincio a camminare verso una meta sconosciuta,probabilmente casa sua.
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Mi stupì del posto in cui mi condusse quella misteriosa ragazza,dal vicolo buio dove mi trovavo seguì la bionda fino a sbucare in un meraviglioso parco dimenticato dal mondo,la ragazza si sedette sotto una grande quercia:riuscivo a sentire i suoi singhiozzi velati e a scorgere qualche piccola lacrima che le bagnava il viso.
Presa da un impeto di rabbia tiró uno,due,una serie di forti calci che sembravano essere carichi di forza ma neanche smuovevano la corteccia secca. Mi avvicinai a lei e le presi le mani,lei sembró non accorgersene ma si fermó di colpo e per qualche secondo incontrai i suoi stupendi occhi celesti,pieni di odio,bisognosi di amore.
Io non credo in queste sciocchezze:presi il volo e mi allontanai,lasciandola lì al destino che la aspettava,ora potevo vivere di nuovo,non sarei cambiato. Un urlo,un lamento mi fischió nell'orecchio,era lei lo sapevo,me lo sentivo, ero lontano e non avevo intenzione di tornare indietro ma...

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