Alison riprese i suoi passi verso casa,sapeva che non ce l'avrebbe fatta a continuare come un tira e molla con quei bulli a cui tanto piaceva farla soffrire,come tutti,la cosa che faceva più male erano le parole che per quanto vere Alison non aveva capito ancora come affrontare,come combattere,come non autodistruggersi...,cercava di non essere fragile ma lo era e il ghiaccio bruciava per quanto freddo fosse. Goffamente si arrampicò fino alla finestra e entrata si levò la maglietta soffermandosi per qualche secondo su quella grossa macchia violacea contornata da una sfera blu,che le faceva male ma era stata causata in un punto ignoto,vuoto,senza senso secondo la bionda.Doveva ritrovare la forza di combattere,di andare avanti apatica come era senza pensare alla vecchia vita,agli amori,alle speranze e a quella strana sensazione che aveva provocato dei brividi in tutto il corpo di Alison rimasto immobile per la sorpresa e l'accoglienza quando aveva sfogato la sua rabbia contro la quercia.Per lei era "La Quercia" perché da piccola era il suo posto segreto dove si rifugiava da occhiate indiscrete nei suoi confronti,un po' come fa ora con la differenza che muore in quel posto ogni volta che ci torna,il ghiaccio si riforma e la sua vita monotona continua.I cardini della porta vibrarono sui loro stessi ganci,Alison sapeva chi era,non voleva ritrovarsi sotto il dominio del fratello,chiuse le mani in due stretti pugni e serrò i denti,cercò di bloccare la porta con la scrivania come faceva in casi estremi,non che questo lo fosse,ma aveva bisogno di riflettere.
"Brutta sgualdrina,esci subito da qui e fai quello che ti dico!" Ogni tanto la bionda si chiedeva perché suo fratello fosse diventato cosí,non era colpa sua,non era colpa di Alan,odiava il fatto di dover rispondere acida e indifferente al moro che tanto amava divertirsi con lei.
"Vaffanculo,Alan! Tornate nella merda da dove te ne sei andato!" ,sembrava averla ascoltata veramente,Alison soffriva ogni volta che il fratello la pugnalava dentro con forza,perforandole il petto con le lame appuntite delle parole.Non si sentiva al suo posto in questo mondo,non sentiva di appartenere a esso.
***
Una forza sconosciuta mi costrinse a cambiare direzione,sapevo che mi stava portando da lei,non opposi resistenza,non avrebbe avuto senso. Appena sentì la possibilità di comandare il mio corpo con la mia testa,volai leggiadramente verso la finestra della sua camera,sapevo che era la sua:era la sua voce che gridava dolore,il suo profumo,il suo legame che mi univa. La trovai con il trucco colato distesa sul letto con dei pantaloncini e una maglietta nera,aveva freddo,si vedeva dalla pelle d'oca,non so perché si faceva del male,ma lo faceva convinta funzionasse a qualcosa,o forse no? Perché nessuno la ascoltava? Come fai a non ascoltare un angelo perso?mi sdraiai con lei di fianco,con l'intento di riscaldarla,sembró funzionare perché dopo poco si addormentò tra le mie braccia che probabilmente non poteva sentire,magari solo percepire,e a me andava bene così.
***
Alison si svegliò alle 3,sbuffò alzandosi verso il bagno di camera sua,inconscia del fatto che ci fosse Lorenzo si spogliò e si mise sotto la doccia: l'acqua calda la rilassava,anche se bruciava al tatto. Intanto il moro non sentendo più quel piacevole calore che provocava la ragazza quando era vicino a lui,si stropicciò gli occhi ancora impastati dal sonno,la luce sotto la porta e il rumore dell'acqua che scivolava sulla pelle lo attiravano non poco,se ne fregò altamente e attraversò la porta,la vista era inorridita e graziata allo stesso tempo:il corpo magro della ragazza era macchiato dalla violenza,lei non doveva vergognarsi della sua forma. Secondo Lorenzo era stupenda,anche se provava solo attrazione fisica.Alison si vestì in fretta senza asciugare i capelli che tanto non gli piacevano,se avesse saputo che un ragazzo la stava osservando con occhi avidi,sarebbe avvampata dal l'imbarazzo anche se non lo avrebbe dato a vedere. Tornò a dormire ma stavolta senza l'aiuto del moro,Lorenzo pensava a quante notti avesse passato insonni con quelle occhiaie che si ritrovava,a quanto tempo avesse pianto anche senza un motivo per le lacrime secche che ancora le incrostavano il viso.Gli occhi rossi della bionda gli ricordavano vagamente quando stava per davvero male,e poi quando a smesso di soffrire per sempre.O forse no?
***
Alison aveva deciso che dopo ieri avrebbe saltato scuola un paio di giorni,si svegliò e si vestì con degli skinny in pelle nera e una maglietta larga, la felpa sempre 4 taglie più grossa e rigorosamente grigia,non dava molto peso alla moda,non gli importava semplicemente,non gli importava se la chiamavano "puttana",non più,aveva paura di sfogarsi perché temeva l'indifferenza,o meglio la spaventa.Le spaventa il fatto di essere arrivata al punto di non importare a nessuno,anche se ne è consapevole,perché effettivamente è così.Della bionda non gliene importa più niente a nessuno.Avrebbe voluto urlare alle persone indifferenti,che lei considerava banali,il suo dolore... Ma non lo faceva.Non lo sa neanche lei perché no,non lo sa,non sa perché si è meritata questa vita,non sa perché le persone sappiano essere così cattive.
Lorenzo stava ascoltando quel silenzio che diceva più di ogni parola,ascoltava finalmente il dolore che provava la ragazza,al momento non ci fece caso. Voló fuori fino al tetto sedendoci sopra e ripiegando le sue ali nere come la pece sulla sua marcata schiena,neanche lui aveva voluto la vita che ha perso,non voleva finisse così nel limbo,sospiró rumorosamente anche se nessuno lo poteva ascoltare e urlò,urlò al mondo come avrebbe voluto fare Alison,con la sola differenza che la ragazza poteva essere ancora sentita.
STAI LEGGENDO
Trust me ~Lorenzo Ostuni~
FanfictionCosa succede se colui che dovrebbe aiutarti sempre non c'è?