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«Queste cose accaddero l'inverno scorso, signore,» disse la signora Dean; «appena poco più di un anno fa. Lo scorso inverno non mi sarei mai immaginata che alla fine di altri dodici mesi mi sarei trovata a intrattenere un estraneo alla famiglia, con un racconto simile! Ma, chissà se rimarrete a lungo estraneo. Siete troppo giovane per essere sempre contento di vivere solo; e io non so immaginare che si possa vedere Catherine Linton senza innamorarsene. Voi sorridete, ma perché vi animate e v'interessate tanto quando parlo di lei? e perché mi avete chiesto di appendere il suo ritratto sopra il vostro camino? e perché...»
«Fermatevi, mia buona amica!» gridai. «Potrebbe essere molto probabile che io l'amassi già, ma lei mi ricambierebbe? Ne dubito troppo per compromettere la mia tranquillità anche con un semplice tentativo; d'altronde, il mio vero domicilio non è qui. Io appartengo al mondo degli affari, e devo ritornarvi. Continuate. E Catherine ha rispettato la volontà del padre?»
«Si, l'ha rispettata,» proseguì la governante. «L'affetto per lui era ancora il più profondo sentimento del suo cuore, e lui le aveva parlato senz'ombra di rimprovero; le aveva parlato con la grande tenerezza di chi sta per lasciare il proprio tesoro tra pericoli e tra nemici, e può lasciare come unico aiuto, come guida solo qualche parola da non dimenticare...» Giorni dopo il signor Linton mi disse:
«Ellen, desidererei che mio nipote scrivesse, o venisse. Dimmi sinceramente che cosa pensi di lui. Ha migliorato o c'è comunque speranza che migliori, crescendo?»
«È molto delicato, signore,» risposi, «ed è poco probabile che raggiunga la virilità; ma posso dir questo, non somiglia al padre, e, se la signorina Catherine avesse la sfortuna di sposarlo, le sarebbe sottomesso, a meno che lei non fosse estremamente e scioccamente indulgente. A ogni modo, padrone, avrete tutto il tempo per conoscere e giudicare se sia adatto per lei; mancano ancora più di quattro anni prima che raggiunga la maggiore età,»
Il signor Edgar sospirò; e, andando alla finestra, guardò verso la chiesetta di Gimmerton. Era un pomeriggio nebbioso, ma al sole di febbraio, benché velato, si potevano distinguere i due abeti del cimitero e le poche pietre mortuarie sparpagliate qua e là.
«Ho pregato spesso per l'avvicinarsi di quanto sta per accadere, e ora comincio a sfuggirlo, e a temerlo. Pensavo che il ricordo dell'ora in cui, sposo, scesi da quella valle, sarebbe stato meno dolce del presentimento di essere, tra non molto, fra qualche mese, forse, tra qualche settimana trasportato lassù, e posto a giacere in quella solitaria conca! Ellen, sono stato molto felice con la mia piccola Cathy; durante le notti invernali e i giorni d'estate è stata sempre una speranza viva al mio fianco. Ma non sono stato meno felice, meditando, solo, tra quelle pietre, sotto la vecchia chiesa: nelle lunghe sere di giugno, steso sulla tomba verde di sua madre, e desiderando, anelando al tempo in cui mi sarebbe dato di giacere accanto a lei. Che cosa posso fare per Catherine? Come potrò abbandonarla? Non m'importerebbe minimamente che Linton fosse figlio di Heathcliff, nè che lui me la portasse via se lo sapessi capace di consolarla della mia perdita. E neppure, a tal patto, m'importerebbe che Heathcliff riuscisse nelle sue mire e trionfasse nel rubarmi la mia unica benedizione! Ma, se Linton ne fosse indegno, debole strumento nelle mani di suo padre, oh! allora come abbandonargliela! E per quanto duro sia opprimere il suo spirito lieto, devo perseverare nel renderla triste sinché vivo, e lasciarla sola quando muoio. Cara! Vorrei piuttosto offrirla a Dio e metterla sotto terra prima di me.»
«Lasciatela nelle mani di Dio come lo è ora,» risposi io, «e, se noi dovessimo perder voi, e voglia Iddio nella sua bontà impedirlo, resterò la sua amica e tutrice fino alla fine. La signorina Catherine è una buona ragazza, non temo che possa volgersi al male di sua propria volontà, e chi fa il proprio dovere, alla fine, è sempre ricompensato.»
Venne la primavera: ma il mio padrone non riacquistava ancora le forze; sebbene avesse ripreso le sue passeggiate nei poderi con la figlia. Questo a Cathy, nella sua inesperienza, poteva anche sembrare un segno di miglioramento, per di più lo vedeva spesso con le guance accese, gli occhi lucenti, così si riteneva sicura della guarigione. In occasione del diciassettesimo compleanno di lei, il padrone non si recò al cimitero; pioveva, e fui io a dirgli:
«Certamente non uscirete stasera, signore?» Rispose:
«No, quest'anno differirò la mia visita di qualche poco.»
Scrisse di nuovo a Linton, per esprimergli il suo grande desiderio di vederlo; e, se l'invalido fosse stato in condizioni di salute possibili, sono certa che il padre gli avrebbe permesso di venire. Ma, come stavano le cose, mandò una lettera per dire che il signor Heathcliff si opponeva a una sua visita a Grange, tuttavia il gentile ricordo dello zio lo rallegrava, e sperava di poterlo qualche volta incontrare nelle sue passeggiate, e di supplicarlo personalmente perché sua cugina e lui non rimanessero a lungo completamente divisi.
Questa parte della lettera era semplice e probabilmente sua. Heathcliff sapeva il figlio capace di molta eloquenza per ottenere la compagnia di Catherine. «Non domando,» diceva, «che ella possa venire a trovarmi qui, ma dovrò io non vederla mai perché mio padre mi proibisce di andare a casa sua, e voi le proibite di venire alla mia? Fate ogni tanto una passeggiata a cavallo con lei verso le «Cime»; e permetteteci di scambiare qualche parola in vostra presenza! Noi non abbiamo fatto nulla per meritare questa separazione, voi ne convenite, voi non me ne volete, e non avete motivo per non avermi nelle vostre buone grazie. Caro zio! domani mandatemi un biglietto gentile e il permesso di raggiungervi ovunque voi desideriate, fatta eccezione di Thrushcross Grange. Credo che in un colloquio con me vi persuaderete che il carattere di mio padre non è il mio; lui afferma che io sono più vostro nipote che suo figlio, e, sebbene io abbia difetti che mi rendono indegno di Catherine, ella me li ha perdonati, e per amor suo, perdonatemeli dunque anche voi. Mi domandate della mia salute, va meglio; ma, finché rimango privato d'ogni speranza, e condannato alla solitudine o alla compagnia di persone che non mi hanno mai amato e non mi ameranno mai, come potrei esser lieto e star bene?»
Edgar, benché provasse compassione del ragazzo, non diede il suo consenso perché non era in grado di accompagnare Catherine. Forse in estate, disse, avrebbero potuto incontrarsi; nel frattempo desiderava che il nipote continuasse pure a scrivere, di tanto in tanto, e gli promise di dargli per lettera quei consigli e quel conforto che lui pensava di potergli dare sapendo, purtroppo, quanto fosse dura la sua condizione in famiglia. Linton si arrese; e, se fosse stato libero, probabilmente avrebbe guastato ogni cosa, riempiendo le sue lettere di lagnanze e di lamenti, ma suo padre vegliava assiduamente e voleva sempre leggere quanto gli scriveva il mio padrone; così, invece di parlare delle sue sofferenze e angosce personali, primo e unico pensiero della sua mente, Linton si ostinava sulla crudele ingiunzione che l'obbligava a star separato dalla sua amica e dal suo amore, e faceva gentilmente capire come il padrone dovesse permettere presto un incontro o altrimenti lui sarebbe stato indotto a credere di essere vittima di un deliberato inganno, di promesse illusorie.
Cathy era, da parte sua, una potente alleata, e tra loro due riuscirono alla fine a persuadere il mio padrone a conceder loro di trovarsi una volta la settimana all'incirca, per compiere insieme un'escursione a piedi o a cavallo sotto la mia tutela, sulle colline più vicine a Grange: si era già al mese di giugno e il padre di Cathy declinava sempre più. Benché avesse pensato a mettere annualmente da parte per la mia padroncina una quota della propria rendita, aveva un desiderio, naturale del resto, che lei potesse tenere per sè la casa degli antenati, o ritornarci tra breve, e questo non le sarebbe stato possibile se non sposando Linton; egli non aveva la minima idea che quest'ultimo stesse deperendo non meno rapidamente di lui; come nessun altro lo pensava; i dottori alle Heights non ci arrivavano, e nessuno di quelli che vedevano il giovane Heathcliff venne a riferirci mai nulla delle condizioni in cui versava. Io pure cominciai a pensare che i miei presentimenti fossero sbagliati e che lui doveva realmente essersi irrobustito poiché parlava di passeggiate o cavalcate sulle colline e sembrava ben deciso a conseguire il proprio intento. Non potevo di certo figurarmi un padre che trattasse il figlio morente con la tirannia e la malvagità con le quali poi seppi che Heathcliff aveva trattato il figlio per indurlo a dimostrare tanto sentimento per Catherine, ma la morte già minava i piani di quell'uomo avaro e senza cuore.

CIME TEMPESTOSE~ EMILY BRONTËDove le storie prendono vita. Scoprilo ora