10 ¤KEVAN¤

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-Voglio un Blocco- dice Blue, staccando la mano dalla mia. Io rimango basito, ancora con la mano a mezz'aria. Lei raddrizza la schiena, rivolgendomi uno sguardo di sfida. -Hai detto che potrei fare del male a qualcuno senza Blocchi. Mettimene uno, allora.

-Subito?

-Subito. Voglio uno di questi.- E si sporge, sfiorandomi un piercing spostatosi sul sopracciglio. -Sì...- mormora, socchiudendo gli occhi ed avvicinandosi ancora di più. -Lo voglio.

Di nuovo. Sta succedendo di nuovo. La mia presenza deve aver rotto il precario equilibrio tra la sua parte umana e quella fatata... sarebbe davvero il caso di metterle un Blocco, prima che faccia qualcosa di cui potrebbe pentirsi. Intanto si sta ancora avvicinando. Sorridendo maliziosamente, sale a cavalcioni su di me. Io mi faccio sempre più piccolo, affondando più che posso nel divano, appiattendomi, pregando di scomparire prima di fare qualcosa di imperdonabile. Non devo reagire, non devo reagire, non devo reagire...
I miei Blocchi cominciano a farsi sentire. Fanno male, ma il dolore si mescola con il desiderio e l'eccitazione ed è... è...

Blue si scioglie i capelli scuri, scuotendo la testa per scompigliarli. Comincia anche a sbottonarsi la camicia. La butta per terra. Oh, mamma, adesso è a terra. Se reagissi non si fermerebbe mai... potrebbe anche diventare violenta.

Oh, mamma.

Mi prende le mani. Ha il respiro accelerato. Cosa ha intenzione di fare? Cerco di divincolarmi, pessima idea: comincia a ringhiare. -Blue...

Mi mette le mani sui suoi fianchi. -Oh, mamma,- mormoro, infossandomi ancora di più, -non farlo.

-Zitto- mi sussurra all'orecchio. Cerco di spingerla via, ma sembra ancorata e nemmeno io credo di essere nel pieno delle mie facoltà mentali, almeno non abbastanza per impegnarmi.

-Non è una buona idea e...- faccio per dire, ma lei mi afferra per i capelli e preme il ventre contro il mio. Le parole mi muoiono in gola, sostituite da un gemito. È più forte di me, lei è più forte di me... ed è così maledettamente bella. Ho voglia di baciarla, di toccarla, ma i sensi di colpa cominciano ad insinuarsi nel mio cervello come edera su un muro diroccato. Questa non è lei, non completamente, almeno. E poi c'è Cassie... tradirei solo la sua fiducia.

-Baciami,- mi prega, -Kevan... baciami. Non capisci che ti voglio? Non senti nulla?

Non posso farlo. Non posso, devo trovare un modo per impedirle di fare tutto. -Dorothy- sussurro.

Lei si ferma. -Cosa c'entra lei?- sbotta.

Non posso credere di starlo per dire.

-Te la sei...

-Sì- mormoro.

Senza dire una parola si alza, afferra la camicia ed esce di casa a grandi falcate. La porta sbatte. Io rimango sdraiato sul divano per qualche secondo, trattenendo il fiato e fissando le travi di legno del soffitto. Poi mi rendo conto di quello che è appena successo e corro inciampando verso la porta. -Blue!- Rimango sul pianerottolo, cercandola con lo sguardo. È lì, che cammina per strada con la camicia non abbottonata addosso. Faccio per raggiungerla ma qualcosa mi afferra per il braccio e mi ritrovo improvvisamente nel... sembra il retro della casa. Le assi di legno qui sono sporche di terra e anche annerite dell'umidità; in un angolo sono abbandonati l'assassino meccanico dell'erba, che veramente fa troppo rumore, ed altri attrezzi dall'aria stramba. Tutt'intorno a me c'è un muro ricoperto di edera scura, che divide questo giardino da quello del vicino.

Vedo un movimento con la coda dell'occhio e subito mi giro, ma... non c'è nessuno.

-Piccolo bastardo- sussurra al mio orecchio la voce flebile di un ragazzo. Voltando di scatto la testa, mi ritrovo faccia a faccia con...
Non faccio nemmeno in tempo ad esclamare il suo nome che subito preme le rudemente labbra contro le mie, dopodiché mi mette le mani sulle spalle e mi spinge via, scoppiando a ridere. Io intanto inciampo e finisco addosso agli attrezzi da giardino di Gerard. Qualcosa mi sta infilzando il sedere... maledizione, Nereus!

Enchanted ||VINCITRICE WATTYS2017||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora