13 ¤KEVAN¤

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Non so dove ci troviamo, Nereus ci ha portato qui. Ha detto che è un posto sicuro, sembra una specie di grotta, ma non ne sono sicuro... non ci capisco più niente. Sono sdraiato a terra, in mezzo al terriccio umido, e rido da non so quanto tempo. Vedo luci dalle sfumature improbabili colorare il soffitto scuro di lampi rosa, rossi, verdi e blu... penso di aver mangiato una di quelle strane caramelle che Nereus ha sempre con sé, quelle che ti fanno perdere la cognizione del... di tutto.

E sento anche della musica, quella musica che a volte esce dalla camera di Blue, musica che percuote le ossa, che senti rimbombare nel corpo.

Non si capisce niente. Sento Blue ridere al mio fianco, è sdraiata tra me e Nereus. Non indossa molto, addosso, ma non sembra darci peso. Non mi pare infastidita, tutt'altro, e ad un certo punto si alza... comincia a... a sbattere contro le pareti della grotta, come se non avesse più il controllo del suo corpo, il suo bellissimo corpo coperto di lividi. Ride, ride un sacco, mi piace. Preme la schiena contro una delle pareti, rabbrividisce, si contorce, non segue la musica ma un ritmo tutto suo. Gli occhi le si rovesciano ed alza il viso verso il soffitto, tirando con forza alcune ciocche di capelli verso il basso. Non sta urlando, tiene solo le labbra semichiuse... sta cadendo lentamente, scivolando contro la parete. Ha gli occhi chiusi e sorride mentre comincia ad accarezzarsi lentamente il collo. Io e Nereus ci scambiamo uno sguardo d'intesa e lui fa un tiro svogliato da una sigaretta, abbandonando poi il braccio contro il fianco pallido. Nisa ci ha insegnato come farle, sono un misto di fiori e magia. Nereus ne ha data una anche a me, ma sono talmente concentrato su Blue che dimentico di avere l'oggetto in mano.

La ragazza si sdraia, poi inarca la schiena, ridacchia ancora. Ai miei occhi diventa verde, poi rosa, poi azzurra, rossa, come se il mio cervello non capisse più i colori delle cose. Da sotto i palmi delle mani, nella terra umidiccia, comincia a crescere dell'erbetta soffice che si estende su tutta la superficie coperta dal corpo di Blue.

-Magia...- mormoro e Nereus sghignazza, poi posa la sigaretta a terra e gattona precariamente, fino a raggiungere la ragazza. Avvicina il viso al suo, inclinando la testa ed osservandola come si osserverebbe una cosa sconosciuta. Chissà quante caramelle colorate ha preso e quante sigarette ha fumato. Nereus posa la fronte contro quella di Blue e lei sorride, passando le mani tra i suoi folti capelli verdi e neri. Lui poi le sale delicatamente addosso, stando ben attento a non toccarla, quindi guarda me e fa un mezzo sorriso, tendendomi una mano. -Fratello.

Blue non sa nemmeno cosa sta succedendo, si trova in uno stato a metà tra sogno e realtà e non è nel pieno delle sue capacità... io invece sto prendendo lentamente coscienza della situazione, anche se sento ancora il cervello che lavora lentissimamente. Mi avvicino ai due, afferro la mano di Nereus e cerco di fargli capire che non possiamo farle questo... ma lui si divincola e, mordendosi un labbro, ritorna a guardare Blue. -I suoi occhi...- sussurra, sfiorandole una guancia con il dorso della mano. -I suoi occhi dello stesso colore delle tenebre. E sai questo cosa significa?

Lo guardo senza capire.

Nereus mi osserva meditabondo, con lo stesso sorriso sornione di sempre, gli occhi dorati socchiusi, i capelli davanti alla faccia. -La Wild Hunt, la Wutende Heer, la Cascia Morta.- Si allunga sul corpo di Blue, posando i gomiti ai lati della sua testa, sul piccolo appezzamento di erba che ha creato. La sta solo sfiorando e lei chiede di più, chiede sempre più di quello che può avere. Entrambi la stiamo guardando, persi nei nostri pensieri.

La Caccia Selvaggia è stata sempre e solo una leggenda e tale rimarrà.

-Io... ho conosciuto gente che l'ha vista passare, durante il mio viaggio.- afferma con un filo di voce. -Non mi sono allontanato da te per niente, Kev.

Nereus è sempre stato un tipo curioso, ma quello che ha appena affrontato è stato il suo primo lungo viaggio. Ha visitato posti... visto cose... in Europa, soprattutto. Da quella sembra essere rimasto letteralmente folgorato. Dice di aver capito l'origine delle fate, ma non me la vuole dire, non so perché. -La Caccia Selvaggia è una storiella per fatine.- dico.

-Vedremo quando il Wotan verrà a farle visita.

-Il Wotan non esiste- comincio ad innervosirmi.

-Ha un paio di grosse corna ed è annunciato da lampi e tuoni, latrati e spaventose grida da caccia. È il dio della morte e dei venti impetuosi, ovunque passi il suo esercito di anime dannate c'è scompiglio e distruzione. E hanno tutti gli occhi neri. Li scova uno ad uno, Kevan, scova le anime delle fate prescelte e le rapisce!

-Smettila...- ringhio, cominciando a vederci doppio.

-E allora potrò dire di essermi scopato una cacciatrice senz'anima.

Senza pensarci due volte mi avvicino a lui. Sento i Blocchi muoversi freneticamente e pizzicarmi, ma non mi fanno male. -Non voglio più condividerla con te. Lei è mia- sibilo ad un centimetro dal suo volto. Nereus comincia a ridere e scuote la testa, come se mi trovasse immensamente divertente. -Non è anche questa, la fratellanza? Condividere ogni cosa come se fosse di entrambi?

-Non Blue.

-Mmh,- sorride malizioso da sotto la cortina di capelli verdi, -questo è un colpo dritto al cuore!

-Non scherzare... io parlo sul serio, maledizione.

-Non vedo l'ora che il grande Wotan passi di qui...

-Taci!

-... Annunciato dai suoi mastini infernali... sarà meglio che gli umani battezzino i loro schifosi bambini, perché i cani cercano loro, proprio loro...

Voglio dargli un pugno, ma decido semplicemente di allontanarmi da lui, che si accascia a terra e continua a mormorare cose che non accadranno mai, mai. Mi volto verso Blue, che intanto mi sta fissando con i suoi enormi occhi neri. Non sembra aver capito molto, in realtà... non sembra nemmeno qui con noi. Spero che l'effetto delle caramelle non duri a lungo. Continua a guardarmi, non sbatte nemmeno gli occhi.

-Andiamo- .ormoro, cercando i suoi vestiti. -È ora di metterti un Blocco.

-Sono condannata- La sento dire mentre si accascia nuovamente sull'erba.

-No, non è vero.- Ma proprio mentre lo dico un tuono mi fa sobbalzare; le pareti della grotta tremano, la polvere ci cade addosso leggera. Potrebbe essere semplicemente uno stupido scherzo della mia mente, oppure i cani del vicinato che, spaventati, abbaiano e ringhiano contro il cielo, ma sento che non è nessuna delle due cose.

C'è qualcosa che sta per arrivare... e non è di questo mondo.

Enchanted ||VINCITRICE WATTYS2017||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora