Capitolo 6

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"Jason!" Lo vedo correre per i corridoi, verso la classe.

È sempre di fretta quando si tratta di parlare con me, non mi saluta neanche più. Vorrei sapere ciò che è successo.

"Jason, fermati!" Fortunatamente si ferma, in un angolo vicino agli armadietti, e io riesco a raggiungerlo.

"Che c'è Chanel?"

"Mi spieghi perché mi stai evitando?"

"Non ti sto evitando!"

"Ah no? Allora dimmi l'ultima volta in cui ci siamo parlati." Si gratta la nuca, nervoso.

"Te lo dico io: è stato quando ti ha chiamato tuo padre, almeno due settimane fa. Mi spieghi che è successo? Cosa ti ho fatto?"

"Ti prego..."

"Che cosa ti prego? Jason, cosa è successo?" La mia voce si addolcisce, vedendo quei due pozzi neri guardarmi quasi con disperazione e rassegnazione.

"Chanel tu non hai fatto niente...io..." Sfortunatamente la campanella suona e Jason si dilegua pronunciando un semplice 'devo andare'. Non poteva avere un tempismo migliore questa dannata campanella!

Entro in classe, pronta a subirmi un'asfissiante lezione del professor Hendriks.

Quando le lezioni finiscono, Jason si precipita fuori ed io, decisa a scoprire cosa gli succede, lo seguo. Sorpasso tutta la massa di studenti nel corridoio e arrivo fino al parcheggio. Mi nascondo dietro una macchina, mantenendomi a distanza di sicurezza per riuscire a vedere che combina.

Ad un certo punto una ragazza bionda e alta gli si avvicina ancheggiando e poi appoggia una mano sul suo bicipite. Un'ondata di fastidio mi percorre il corpo solo alla vista di quella poco di buono.

"Jason perché non ci appartiamo da qualche parte?" Gli chiede con quella voce da puttana. Ho una voglia matta di strangolarla. Mi stupisco che a Jason possano piacere questo tipo di ragazze.

"Non ora Ilaria." La allontana lui.

"In questi giorni ti vedo assente, perché non ti distrai un po', io potrei aiutarti." Adesso vado lì e la ammazzo.

"Ti ho detto che non è il momento." Risponde lui a denti stretti, provocandomi una scia di brividi lungo la schiena, questa volta brividi di paura.
Dà un calcio alla ruota di una macchina lì vicino facendo sussultare Ilaria, che si dilegua lasciandolo in balia della sua rabbia.

"Cazzo!"

Decido di uscire allo scoperto e mi avvicino a lui. Mi appoggio alla macchina, accanto a Jason.

"Chanel? Che ci fai qui?"

"È il parcheggio degli studenti."

Tira fuori dalla tasca un pacchetto di sigarette e ne accende una, liberando il fumo nell'aria.

"Ho trovato mio fratello." Dico guardando un punto che non sono i suoi occhi.
Lui si volta verso di me ed è a quel punto in cui i nostri sguardi si incontrano e si osservano dopo due intere settimane di assenza.

"Dov'era?"

"In palestra. Stava fumando." Nell'istante in cui pronuncio quelle parole, le sue mani che stavano portando la sigaretta alle labbra si bloccano a mezz'aria.

"Come hai reagito?"

"All'inizio mi sentivo delusa, insomma pensavo di essere importante per lui così da dirmi ciò che faceva, ma la realtà è che ho solo paura che cresca troppo in fretta, lasciandomi da sola."

"Tu non sei sola Chanel."

"Mi pare di sì. Mio padre, mia madre...non ci sono mai stati nella mia vita."

Il mio cuore s'impiglia nei tuoi occhi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora