Capitolo 3

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Finalmente sono tornata a casa. Non ce la facevo più a respirare quell'aria da ospedale. Quel letto era così scomodo e le lenzuola troppo fredde.

Dopo ciò che ci siamo detti, Jason è rimasto un altro po' e mi ha raccontato ciò che mi ero persa a scuola, dopodiché se n'è andato promettendomi che sarebbe venuto a trovarmi una volta dimessa.

Adesso sono stesa sul divano, con un'ingessatura al braccio destro, mentre mangiucchio qualche patatina davanti alla TV.

Qualcuno bussa al campanello.

"Che ci fai qui?"

"Ti avevo detto che sarei venuto. Non mi fai entrare?"

"Oh sì certo."

Jason fa il suo ingresso, guardandosi un po' intorno per poi sedersi sul divano. Io lo raggiungo e mi siedo accanto a lui.

"Che stavi facendo?"

"Guardavo la TV e mangiavo patatine."

"Entusiasmante." Ridiamo insieme.

"Andiamo."

"Eh? Dove?"

"Cambiati o vuoi uscire così?"

"Per andare dove?"

"Tu cambiati, al resto ci penso io."

"Ok." Rispondo esitante.

Vado in camera mia. Tiro fuori dall'armadio un paio di jeans a sigaretta e una camicetta che lascio un po' sbottonata. Torno di sotto, pronta per andare.

"Aspetta."

"Che c'è?"

"Dove credi di andare vestita così?"

Guardo come sono vestita mentre il suo sguardo finisce sulla mia camicetta sbottonata. Si avvicina a grandi falcate, prende il colletto della mia camicia e, mentre chiude il primo bottone, la sua pelle ruvida sfiora la mia clavicola, provocandomi una scia di brividi lungo la schiena. I nostri occhi si incrociano e le mie gambe per poco non cedono.

"Dovresti coprirti di più." Sussurra con voce roca e profonda.

Annuisco frettolosamente, lui mi prende per mano e ci dirigiamo alla sua moto.
A quella visione i miei piedi si rifiutano di continuare a camminare, così mi fermo in mezzo al marciapiede.

"Ehi, cos'hai?"

Mi circonda i fianchi e io appoggio le mani sul suo petto.

"Dobbiamo proprio andare con la tua moto?"

"È l'unico mezzo con cui possiamo andarci."

"Perché dove andiamo?"

"Chanel..."

"Jason..."

"Ti prego non fare domande e sali su quella maledetta moto."

"Hai appena detto che è maledetta, non ci salirò sopra."

"Sei impossibile!" Urla lui mentre io rido sotto i baffi.

"Cosa vuoi in cambio?"

"In cambio?"

"Si. Se sali su quella moto e non fai più domande per tutto il pomeriggio ti darò quello che vuoi."

Il mio cuore s'impiglia nei tuoi occhi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora