Capitolo 5

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Torniamo in classe mano nella mano.

Durante le lezioni successive Jason non fa altro che sorridermi e fissarmi e non mi dispiace per niente, a dirla tutta. Anzi, mi piace tanto il modo in cui mi guarda e sorride, la fossetta si forma sulla sua guancia e a me prudono le mani perché ho voglia di sfiorare la sua pelle.

Le lezioni finisco e adesso devo tornare a casa da mio fratello.

"Ehi piccoletta, che fai di pomeriggio?"

"Devo stare a casa con mio fratello."

"Allora vengo con te."

"Guarda che non sei obbligato, devo soltanto fargli fare i compiti."

"Per me non c'è problema, mi piacerebbe conoscere meglio tuo fratello."

"Davvero? Preferiresti aiutare un dodicenne a fare i compiti piuttosto che uscire con i tuoi amici?"

"Solo per la mia piccoletta preferita." Mi sorride mentre pronuncia queste parole e io ho una voglia matta di baciarlo, ma cerco di trattenermi.

"Ci vai adesso a casa?"

"Si."

"Allora ti accompagno."

"In questo ultimo periodo ripeti molto spesso questa frase, ma non devi farlo per forza, torno a casa da sola da quando avevo quattordici anni."

"La dico spesso forse perché mi piace farlo."

Mi prende per mano e saliamo sulla sua moto scintillante. Devo ammettere che, anche se ci sono salita varie volte, mi fa un po' paura, ma con Jason accanto tutti i dubbi e le paure si dissolvono.

"James! Sono a casa!" Ma nessuno risponde.

"James! Sono tornata! Dove sei?"

Cerco in cucina, in soggiorno, nella sua camera, nella mia, in quella di nostra madre (sapendo che lei non c'è), in bagno, ma non c'è. È sparito.

"Sei sicura che l'avresti trovato qui? Non è che non è ancora arrivato?"

"No, lui arriva sempre prima di me di giovedì. Sono preoccupata."

"Andiamo a cercarlo a scuola." Dice Jason.

"Buona idea, nel frattempo io chiamo la signora Sparks."

"E chi sarebbe?"

"La mamma del suo migliore amico, la signora che lo porta a casa quando sono a lavoro."

"Capisco. Dai andiamo a cercarlo a scuola."

Prendiamo la moto e alla velocità della luce raggiungiamo la scuola media. Sono molto preoccupata. James non si è mai allontanato da casa di sua spontanea volontà, mai l'ha neppure sfiorato l'idea. Spero che sia con il suo migliore amico o ancora a scuola perché in caso contrario non saprei dove cercarlo e soprattutto non riuscirei a vivere, sarei disperata.

Il cortile è deserto: per forza, è passata mezz'ora dall'orario di uscita. Vedo la sua professoressa di storia, così scendo dalla moto e, seguita da Jason, le corro incontro.

"Salve, sono la sorella di James Jonson."

"Ah sì James!"

"Ecco, volevo sapere se l'ha visto uscire da scuola questo pomeriggio."

"Si era in compagnia di un paio di ragazzi di terza."

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