Lui

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Alan fu il mio ragazzo fino a qualche mese prima del mio arrivo a Chicago, ma non capivo cosa facesse in casa mia, ubriaco.
<<Che cavolo ci fai qui Alan? Come sei entrato? >>
Lui appena mi notò fece un sorriso maligno, e si alzò avvicinandosi mano mano a me, mentre io indietreggiavo.
Appena arrivò a me, mi blocco le mani dietro la schiena, e avvicinò la sua bocca prima sul mio collo, poi arrivò all'orecchio e mi sussurrò:<< Hey piccola, finalmente ti ho trovata, mi sei mancata tanto.>>
Iniziò a baciarmi sulle labbra, mentre io cercavo di allontanarmi a ogni suo tocco, ma non ci riuscii.
<<Alan, lasciami!!. Lo sai che non stiamo più insieme, e sai anche il perché. Ora lasciami e vattene, prima che mi venga  in mente di denunciarti per tutto quello che mi hai fatto.>>
In quel momento non riuscii più a respirare, Alan mi teneva le mani strette al collo, piangeva  e tremava; mentre io cercavo di liberarmi disse :<< No piccola, non so perché mi hai lasciato. So solo che da un giorno all'altro sei andata via, senza dirmi dove, liquidandomi con un bigliettino di scuse.>>.
É vero, lasciai Alan con un bigliettino, ma non riuscivo a dirglielo che avevo intenzione di andare via, avevo paura.
<< Ah non ti ricordi ? Quindi non ti ricordi di tutte le volte che mi hai picchiata? O di tutte le volte che per colpa dei tuoi lividi non sono potuta andare a trovare i miei genitori? E non ti ricordi nemmeno di tutte le volte che sono tornata a casa nostra  e tu eri ubriaco nel nostro letto con un altra?>
Mi persi in quei ricordi, e scoppiai a piangere. Odiavo Alan, odiavo tutti i nostri ricordi, odiavo il modo in cui mi trattava.
Lui in quel momento scoppio a ridere, mi tolse la mani dal collo e iniziò a dire: << Amore mio, ma lo sai che ogni volta che ti mettevo una mano addosso, era per gelosia; poi me ne pentivo, e ti chiedevo scusa. E sai anche che tutte le altre donne che sono entrate nel nostro letto non contavano nulla, io amavo solo te.>>
In quel momento sentii tutta la rabbia impadronirsi del mio corpo, e gli buttai in faccia tutta la saliva che avevo in corpo.
<< Come osi dire queste cose. Mi fai schifo Alan.!>>
In quel momento Alan mi lascio le braccia, mi spinse, e mi tirò uno schiaffo molto forte da lasciarmi cadere a terra senza fiato.
Da lì iniziò a tirarmi calci nella pancia, dietro la schiena e non ricordo in quale altro posto, ricordo solo che il dolore era insopportabile; poi iniziarono anche con gli insulti.
Alan era sempre del parere che se lui faceva quelle cose, era solo per colpa mia, secondo lui non gli davo abbastanza.
In quel momento, quando mi abbandonai al destino che quella notte aveva in servo per me, sentii sbattere la porta d'ingresso.

Fino alla fine.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora