L'immagine della donna è sempre stata carica di simboli potenti, ricchi di contrasti, riflettendo contemporaneamente i sentimenti di amore e odio, ammirazione e orrore, lode e paura.
Questa dualità sembra essere presente in molte società. Venere, Athena, o Maria simboleggiano la fertilità, l'infinito della natura, la sapienza divina, e sono una fonte di grazia e gentilezza suprema. Ma Eva, Pandora, Kalì, o Medusa sono l'incarnazione del peccato, della morte e disastro. Nella nostra società, uno degli esempi più famosi legati alla immagine della donna è quella di streghe. Nel corso della storia, le streghe hanno avuto una reputazione in continua evoluzione e spesso contraddittoria. Esse, quasi sempre erano, viste come persone dotate di potere soprannaturale, come simbolo di autodeterminazione delle donne, o come esseri posseduti dal demonio.
Viene da chiedersi come mai queste posizioni abbiano suscitato così tanto interesse e paura al tempo stesso. Domande che spesso hanno attraversato il corso trasversale dei secoli: cosa ci vuole per essere una strega? Ci sono dei modelli? Cos'è che scatenò la massiccia caccia alle streghe nel XVII secolo? Ci proponiamo qui di analizzare l'evoluzione dell'immagine della strega dall'antichità ad oggi.
La storia dell'immagine delle streghe ci dice, infatti, molto sulla storia delle donne, mostrando il mutare dell'atteggiamento verso le donne, la loro posizione e il loro ruolo nella società.
Nel medioevo più che la stregoneria si cercava di combattere la femminilità in se stessa poiché essa era vissuta come un lato oscuro e pericoloso del genere umano. Inutile dire che in quegli anni diritti e privilegi erano esclusivo appannaggio degli uomini e che le donne erano relegate in un ruolo subordinato e sottomesso a quello maschile. Il maschilismo cominciò però ad essere messo in discussione proprio quando le "femmine della specie umana" cominciarono in qualche modo a considerarsi razza a sé e iniziarono ad incontrarsi insieme per parlare, scherzare, confidarsi. Si formarono in questo modo le prime riunioni di donne, le prime "Congreghe". Per gli uomini questo rappresentava un grosso pericolo, un fenomeno dal quale profondamente spaventati.La persecuzione delle streghe inizia così, come una persecuzione della femminilità che movimenta e rivaluta idee e abitudini maschili.
Se si rileggono testi classici dell'inquisizione, come la "Cautio criminalis" o "Malleus maleficarum", ci si accorge che furono presi come indizi sicuri di stregoneria e conseguente possessione diabolica fattori tipici dell'universo femminile: lo stare insieme per confidarsi segreti, il parlare di sessualità, lo scherzare e soprattutto il ridere insieme. A ciò bisogna aggiungere che queste donne si riunivano, per necessità, quasi sempre al tramonto, quando le attività lavorative stavano per cessare e i lavori campestri o casalinghi erano ormai terminati, e gli uomini mal vedevano questa parziale diserzione del desco o del talamo nuziale.
Addirittura, durante le spietate torture alle quali queste donne erano sottoposte, esse dovevano stare molto attente a che le smorfie di dolore non potessero essere scambiate per risate, poiché sarebbero state concepite come un segno sicuro della presenza del demonio in una strega. Non a caso uno dei primi paragrafi del "Malleus Maleficarum" metteva in guardia gli inquisitori (rigorosamente uomini) proprio riguardo a questo fatto, l'illusione come segno inconfutabile di possessione diabolica: «Le streghe possono operare prodigiose illusioni per cui può sembrare addirittura che il membro virile venga completamente staccato dal corpo».
Ecco quindi che il mondo maschile era spaventato e irritato dall'unione di donne che potevano rovesciare l'ordine costituito: si iniziò la guerra alla femminilità e molte donne la subirono ingiustamente. Alcune di loro vennero perfino giustiziate per avere agitato la bandiera del primordiale movimento femminista.
La stregoneria però è un fenomeno che nel corso del tempo ha subitovarie evoluzioni, oggi si parla in particolare di neo-stregoneria, fenomeno che si può far risalire alla fine del 1800, quando una non ben identificata Maddalena avrebbe ricevuto un manoscritto, durante un'estasi, che chiamò "Aradia" o "Il vangelo delle streghe" e che fu pubblicato nel 1899. Questo testo presenta la mitologia dell'unione della dea Diana, pensata come la regina delle streghe, con il suo "doppio" solare da lei stessa fuoriuscito: "Lucifero". Dalla loro unione sarebbe nata "Aradia", che sarebbe stata presente sulla terra per portare a compimento la missione di insegnare alle donne la vera stregoneria e, attraverso questa, liberare la donna dal giogo maschile e il genere umano dai suoi oppressori.
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Le streghe son tornate!
Non-FictionL'immagine della donna è sempre stata carica di simboli potenti, ricchi di contrasti, riflettendo contemporaneamente i sentimenti di amore e odio, ammirazione e orrore, lode e paura. Questa dualità sembra essere presente in molte società. Viene da c...