La trasformazione del XIX secolo

96 5 0
                                    

Nel XIX secolo, il romanticismo raggiunto il suo culmine. I romantici, che amavano evocare il misticismo e la bellezza della natura, si concentrarono sul mondo oscuro e misterioso dei fantasmi, che avrebbero dovuto essere nascosti dietro la realtà. Riapparvero così antiche leggende e divinità pagane.

Le streghe sono tra i personaggi preferiti della letteratura romantica, la pittura e la musica. Esse rappresentavano il simbolo ideale della potenza originale della natura.

L'immagine della strega nel periodo romantico differiva molto dall'immagine delle "vecchie streghe" del medioevo. Nel romanticismo ci fu una forte enfasi sulla figura della femmina e sul lato misterioso della strega, mentre tutti gli elementi negativi vennero trascurati. Gradualmente la figura della strega venne trasformata in qualcosa di positivo: la fata.

Le fate erano belle, sensuali e giovani donne, che apparivano come prigioniere delle forze magiche e la loro la bellezza era fatale, quasi nostalgica. Per la gente comune questa era la prova decisiva dell'esistenza di una una realtà irraggiungibile. Come affermava Keats la fata era una "belle dame sans merci".

Insieme con l'ideale romantico, apparve un'altra versione moderna della strega del medioevo, legata alla nascita della psicoanalisi: ovvero la donna malata d'isteria. Lo sviluppo della psicoanalisi portò all'introduzione della sessualità nella scienza. Così, la scienza assunse parte di quel ruolo di censore che era stato proprio della Chiesa nel medioevo: furono gli scienziati, ad un certo punto, ad avere il potere di decidere su quello che doveva essere lecito o meno, su ciò che doveva considerarsi perverso e ciò che era normale. Nella sua "Histoire de la sexualité", il filosofo francese Michel Foucault definisce quattro modi per la determinazione della sessualità: la pedagogia, il controllo della riproduzione, il trattamento psichiatrico di ossessione perversa e l'isteria della donna. Insieme con la scienza medica nel XIX secolo, questo atteggiamento portò alla ricerca di una determinazione biologica della malattia mentale e della debolezza della donna. L'idea che si affermò era che alcuni organi potevano avere abbastanza energia da trasmettere ad altri che invece erano più deboli e che la funzione più importante della donna era la riproduzione. Ciò portò di conseguenza alla "naturale" affermazione che gli organi sessuali di una donna mantenessero al proprio interno una forte energia. Per questo le donne erano costrette a rimanere sessualmente inattive, visto che gli organi femminili richiedevano tale enorme quantità di energia ogni attività ulteriore ne avrebbe danneggiato il corpo e la mente. Se il riposo, l'isolamento o la passività non erano sufficienti ad impedire una qualsiasi forma di attività sessuale attiva, gli organi genitali venivano rimossi.

Tali pratiche avrebbero dovuto curare ogni malattia: la tristezza, la masturbazione, i tentativi di suicidio, il desiderio erotico, la follia o la testardaggine. Tutte queste cose nelle donne erano considerate grave sintomo di squilibrio mentale. L'approccio fisico venne così sostituito da un meccanismo più sottile: l'analisi psicologica. Il rogo aveva lasciato il posto alla dominazione (o sottomissione) mentale, un modo molto più sofisticato di domare le streghe (donne).

Le streghe son tornate!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora