Presentazione

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Ciao, mi chiamo Luke Fisher e vivo a Los Angeles ho 18 anni solo alto 1,80 ho occhi azzurri e un ciuffo biondo.
Sono sportivo e adoro il mare, probabilmente perché mio padre era un Marine . Racconterò la mia storia in prima persona.

Tutto cominciò il primo giorno nella nuova scuola

<Luke.. Hey Luke... cazzo Luke ti giuro che se arrivi tardi anche il tuo primo giorno di scuola ti ripudio come figlio>

 disse mia madre mentre mi strattonava nel letto per farmi alzare

 <buongiorno anche a te mamma> borbottai

 nonostante non abbia neanche aperto gli occhi, mi alzai e andai verso il bagno cercando di non sbattere contro ogni parete della casa, mi feci una doccia e presi le prime cose che vidi sulla sedia che tanto per la cronaca era diventata anche il mio armadio, un paio di jeans blu scuro una camicia a scacchi rossa e nera una maglietta bianca e ovviamente le mie Vans rosse anche se erano quasi grigie. Presi lo skateboard e mi indirizzai verso la porta cercando di evitare mio fratello e salutai mia madre. Sceso di casa mi misi le cuffie, salì sullo skate e partii, arrivato a scuola non sapendo dove dovessi andare andai in aula magna dove vi era il benvenuto ai nuovi studenti, mi sedetti in un angolo della sala e cominciai ad ascoltare. Dopo un po' cominciarono a chiamare le persone per andare ognuno nella propria classe, aspettai un po', ma finalmente una bidella si avvicinò a me e con la stessa felicità di un tombino mi disse:

<Luke Fisher mi segua ,per favore>

 presi le mie cose e seguii la bidella verso la mia nuova classe. Appena entrato l'odore di libri  nuovi m'investii, era un semplice classe dipinta per metà azzurra e per metà bianca, mi sedetti al primo banco (anche perché era l'unico banco rimasto completamente vuoto) la professoressa entrò in quello stesso istante: una signora sui sessanta di una bruttezza unica che cominciò a fare l' appello. appena finì di pronunciare l'ultimo nome entrò con il fiatone una ragazza che avrà avuto la mia stessa età

 <professoressa mi scusi.. Per il ritardo> disse mentre stava sputando un polmone

 la professoressa la osservò <come si chiama signorina? > chiese con un tono di voce alla Al Capone

 <Diana, Diana Watson > rispose lei

 <siediti lì> le disse mentre indicava il posto vuoto accanto al mio.

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