Capitolo 5°

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-Ed io dovrei salire su quel coso?- chiese Diana davanti la moto visivamente preoccupata

-"Quel coso" come lo chiami tu è uno dei capolavori dell'ingegneria giapponese e funziona perfettamente- risposi io stizzito

-Sei sicuro che tornerò a casa viva?- mi chiese lei ancora poco convinta

-Te lo prometto- risposi io ridendo mettendole il casco sulla testa 

-Maledizione a me quando ho accettato di cenare con te- disse ridacchiando

Arrivammo al Providence in dieci minuti, mi sorprese scoprire che Diana si divertì da morire a sfrecciare nel traffico a 180 kmh aggrappata a me.

Entrammo nel ristorante, aiutai Diana a levare il cappotto e lo diedi al  cameriere che lo appese nel guardaroba

Ci portarono al nostro tavolo, godevamo di una vista stupenda della città di notte con tutte le mille luci dei palazzi e delle strade. Spostai la sedia a Diana per farla sedere e mi sedetti anche io. 

-Ti piace il posticino?- le chiesi sorridendo

-è stupendo, ma ancora non mi hai detto come hai fatto a trovare un tavolo con così poco preavviso- disse curiosa

-Un bravo mago non rivela mai i propri trucchi- le risposi 

Nel frattempo arrivò il cameriere che ci chiese se volevamo ordinare 

-Due Japanese Ice tea per favore- risposi  



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