Capitolo 8

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Arrivai davanti al mio box -Pensavo di non aver mai più avuto bisogno di entrare qui dentro- dissi tra me e me, mentre cercavo d'inserire la chiave nel catenaccio, alzai la saracinesca del box e mi si presentò davanti una stanza quasi vuota oltre ad una moto coperta da un telone, una sacca, un tavolo con sopra un casco, delle sedie e un materasso a terra. Mi avvicinai verso la moto e levai il telone -quanto mi sei mancata- sussurrai mentre sollevavo il telone ed appariva la mia splendida Cagiva mito del 1980, appartenente a mio padre era una delle poche cose che mi aveva lasciato dopo il divorzio, prima la usavo per fare le rapine, ma era stata posteggiata li da un bel po' oramai. Presi la chiave dalla mia collana e la inserì nella serratura della moto, feci girare la chiave e dopo un po' sentii il rombo del motore che si accendeva dopo il suo lungo riposo "mi devo ricordare di pulire il carburatore" pensai tra me e me, mi avvicinai alla sacca e presi due oggetti e me li misi in tasca, presi il casco sopra il tavolo e dopo aver messo la benzina che tenevo in una tanica salii in sella alla moto e partì, arrivai giusto in tempo, trovai Vito che mi aspettava, <quindi Vito dove la tengono? > dissi mentre scendevo dalla moto e mi levavo il casco <la tengono al vecchio parco> mi rispose <ma che idea hai? Cosa vuoi fare? Non pensare di arrivare li e prendere tutti a pugni> continuò <tranquillo, farò soltanto lo stretto necessario> dissi con un sorriso beffardo <oddio.. > disse lui coprendosi il volto con una mano e sospirando, <vengo con te> disse subito dopo, <una cosa che non sopporto è che ti diverti solo tu> disse sorridendo <sali vecchia canaglia> dissi allora ridendo, partimmo velocemente in direzione del parco. Entrammo con la moto, arrivati alla vecchia casa del guardiano, dove tenevano Diana accelerai in modo che tutti mi possano sentire in specie quelli dentro, posteggiai li davanti e bussai alla porta dopo cinque secondi senti una voce <chi sei? >  risposi immediatamente  <Luke, Luke Fisher apri. >ci fu una breve pausa e dopodiché la porta si aprì entrai insieme a Vito che mi seguiva, <dove è John? > chiesi appena entrato <ti ci porto io> disse il ragazzo che mi aveva aperto la porta, era un pochino più basso di me è sembrava più spaesato di una capra in un negozio di abbigliamento di alta moda, entrammo in una stanza ed ecco John che mi aspettava seduto su un a sedia davanti ad un tavolo, accanto a lui c'era Diana, appena Diana mi vide fece per alzarsi, ma dei ragazzi dietro John glielo impedirono, John si alzò e si avvicinò a noi <Luke> disse <quanto tempo> continuò facendo delle pause <sai ho saputo che hai incontrato Annabelle> disse guardandomi negli occhi io nella frattempo stringeva il mio tirapugni nella tasca destra del pantalone e vedevo che Vito stringeva il coltello che gli avevo dato prima di entrare <non mi è piaciuto il tuo comportamento> disse 

<per questo ho deciso di prendermi la tua puttanella> continuò sghignazzando

  -lasciala stare lei non c'entra niente è una cosa tra me e te- gli risposi con sguardo gelido

-non penso ti farebbe piacere che la gente scoprisse che fai rapire ragazze indifese, mi chiedo a questo punto chi abbia meno palle tra te e lei- continuai, le mie parole fecero proprio l'effetto desiderato : concentrò tutta la sua attenzione su di me

-cosa hai detto?- 

-hai sentito bene-

si avventò su di me, ma riusci a schivarlo in tempo, mi misi dietro di lui e lo presi dal collo cercò inutilmente di scappare, ma non mollai finché sentii che aveva perso i sensi, nel frattempo Vito aveva fatto capire ai ragazzi di non muoversi o gli sarebbe finita molto male. Mi avvicinai a Diana la presi chiamai Vito che  ci salutò e tornò a casa, appena se ne andò mi girai verso Diana che era ancora traumatizzata le presi il mento e le sussurrai <tranquilla è tutto finito> dopodiché mi abbracciò. Salimmo in motore e tornammo alla box nessuno dei due parlò durante il tragitto, appena scesi dalla moto Diana mi prese il braccio e mi disse <hey grazie Luke> cercando di abbozzare un sorriso <di niente scema> dissi io sorridendo dandole un caldo bacio sulla fronte e mi girai per mettere la moto nel box appena mi girai però mi senti una fitta alla schiena così dopo essermi levato la maglia chiesi a Diana di controllare <Luke mi prometti che non urli? > mi disse <che succede Diana? > le chiesi preoccupato <hai una scheggia di vetro conficcata nella schiena> disse lei <oddio.. Allora la vedi quella sacca? > dissi mentre la indicavo <si> rispose lei<perfetto, aprila dentro ci sarà un piccolo kit medico ed un liquore passami il liquore e prendi il kit> dissi mentre mi sedevo sul tavolo, <ecco tieni> disse mentre mi porgeva il kit ed il liquore <bene adesso apri il kit ci sono delle pinzette, del disinfettante, del ago e filo , prendile> dissi, fece come le avevo chiesto e poi guardandomi negli occhi <va bene, adesso che devo fare? > chiese, <allora usa le pinzette per prendere il pezzo di vetro dopodiché tampona la ferita e  disinfettala , mettimi dei punti dopodiché usa le bende per coprirmi le ferite, <oddio e se sbaglio? Ma non potremmo andare in ospedale? Non so se ci riesco.. > disse lei <Diana non possiamo andare al ospedale, io credo in te so che c'è la puoi fare> risposi sorridendo mentre aprivo la bottiglia di liquore e la avvicinavo alle mie labbra, la vista si annebbiò. Al mio risveglio trovai la ferita curata e Diana che dormiva accanto a me nel materasso <hey Diana.. > sussurrai mentre cercavo di alzarmi senza svegliarla andai nel bagno del box e mi sciacquai la faccia. Al mio ritorno cercai di entrare senza svegliarla, ma senza grande successo, infatti si mise a sedere sul letto e spostando la testa leggermente di lato mi chiese <Luke dove stai andando? > mentre si stiracchiava <da nessuna parte, sono andato in bagno> risposi sorridendo, dopo un momento di silenzio tutti e due urlammo <CAZZO OGGI C'È SCUOLA> cominciammo a correre come delle formiche impazzite nel box cercando di prepararci il prima possibile, dopo due minuti di follia pura guardai l'orologio e vidi che erano le 8:15 potevamo ancora farcela, ma non a piedi, guardai la moto ci salii sopra <Diana oggi ci andiamo con questa altrimenti non c'è la faremo mai> le dissi mentre mettevo il casco. <oddio.. > rispose lei mentre si avvicinava alla moto e saliva sul posto di dietro, feci partire la moto e dopo cinque minuti eravamo a scuola. Entrammo in classe correndo urlando al unisono <BUONGIORNO PROFESSORESSA MI SCUSI PER IL RITARDO> e  ci accasciammo sul banco senza fiato.

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