Disinteresse

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Passarono mesi, i sensi di colpa divennero insopportabili e alla fine decisi di scusarmi, chiedere un'altra possibilità, nella speranza di ritornare al rapporto che avevo precedentemente. Mi perdonarono, ma come si può ben immaginare le cose non erano le stesse. Sembrava che nel mio periodo di assenza erano tutti cambiati a causa appunto della mia mancanza all'interno del gruppo, e si erano in ogni caso abituati al fatto che non ci fossi.
Tentai di recuperare quello che avevo perso ma le cose una volta perse non potrai recuperarle, e alla fine mi arresi alla situazione, abituandomi a quell'aria diversa, creata dal mio egoismo e la mia assenza.
In quel periodo inoltre cominciai a sentirmi "sostituito" dalle persone a cui tenevo con altra gente, forse a causa di quel che successe prima.
Mi infuriavo, poi ci stavo male, facevo pace e il ciclo ricominciava, come se io dovessi capire qualcosa che ancora non capivo di tutto quello che mi stava succedendo.
Poi, dopo un mesetto capii: dovevo cominciare a lasciar scorrere. Spiegandomi meglio credo me la prendevo troppo facilmente per cose inutili, solo perché il mio attaccamento alla persona di fronte portava a questo e così cominciai a disinteressarmi di tutto e a pensare un po' a me stesso.
L'aria si era calmata, c'era pace, anche se comunque qualcuno si sentiva troppo trascurato, e magari partiva qualche litigata.
Ho avuto tante batoste credo ormai si è capito, raccontare quello che mi è successo in queste righe mi mette malinconia e allo stesso tempo trasmette pena nei confronti del vecchio me per non essere stato capace di capire prima le cose,i sentimenti e pensieri di chi avevo di fronte, di gestire le amicizie, situazioni e magari trovarmi ora in una situazione differente o con qualche trauma in meno.
Una mia amica un giorno mi disse: "Fossi stata in te mi sarei suicidata". La conosco perfettamente e non mi avrebbe mai detto una cosa del genere se non fosse stata così grave la situazione. Continuava dicendo di quanto io sia stato forte a rialzarmi ma alla fine sapevo di non esserne uscito tutto intero. Una parte delle mie emozioni era andata, alcune cose non riesco più a provarle, ed è proprio per questo che mi posi un obiettivo: Salvare chiunque finisse nella mia stessa situazione, così da non diventare ciò che sono diventato io.
Ma in tutto questo mi domandavo ancora: ma della mia vita, cosa ne sto facendo? È la cosa giusta, serve preoccuparsi di chi alla fine non ti calcolerà dopo qualche tempo? Sto ancora cercando la risposta.

Il rumore della pioggiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora