Capitolo 4

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Il giorno seguente, non andai all'università.

Cara aveva deciso di accompagnarmi perché non voleva farmi andare da sola e ci recammo al Parco Grande. Si trovava un po' in periferia a 5 fermate di autobus da casa mia ma era enorme, dove dovevamo fermarci esattamente?

Ci guardavamo intorno, vedendo coppie che si baciavano sulle panchine, gente che correva ma era abbastanza deserto a quell'ora del mattino. Erano le 8.

"Non so perché siamo venute, potrebbe essere tutto uno scherzo capisci? Ho perso una giornata di lezioni per colpa tua.." –"Cara, non mettermi ansia! Vedi nessuno?" le chiesi ma niente, nessuno sembrava attirare la nostra attenzione, così ci sedemmo su una panchina esauste. Era passata già un'ora e mezza quando da lontano, sotto un albero davanti a noi, spuntò un tizio che ci fischiò, -"Ha fischiato a noi?" chiesi a Cara per conferma e lei si girò per guardarsi intorno, -"Ci siamo solo noi Keith.." –"Andiamo!" –"Ferma! E se è un pervertito? Aspetta, prendo il cellulare e metto pronto il numero della Polizia.." e così dicendo, molto titubanti, ci avvicinammo a quel ragazzo.

Era un ragazzo alto, capelli mossi fino alle spalle abbastanza sporchi. Indossava un paio d'occhiali da sole per non farsi riconoscere ed era pieno di tatuaggi che spuntavano dalla canottiera bianca anche questa poco pulita.

Non era per niente rassicurante la sua visione.

Io ero immobile, non riuscivo a parlare e nemmeno Cara.

"Bene bene, chi è Keith di voi due?" disse il tipo appoggiandosi al tronco dell'albero. Prima di rispondere io e Cara ci guardammo di scatto e decisi di parlare, -"Sono io, cosa volete da me?" gli chiesi cercando di non far vedere la mia paura ma credo fu inutile, -"Stai tremando ragazzina...Io sono Harry e tu sai benissimo chi è Shawn.." –"E' mio amico.." –"Quindi aiuteresti il tuo amico, giusto?" mi chiese vendendomi incontro allontanando con uno spintone Cara che cadde a terra ed iniziò a piangere silenziosamente senza nemmeno alzarsi, io la guardai ma rimasi immobile, il tizio mi aveva appena preso il volto tra le sue mani sporche e ruvide, -"Si" risposi guardandolo in viso, -"Sei l'unica allora che può pagarci. Se vuoi rivedere il tuo amichetto, ci devi ben 50 mila euro oppure non lo rivedrai mai più" e lasciò la presa del mio volto. Ero senza parole, come facevo a pagare tutti quei soldi se nemmeno avevo 200 euro per permettermi un concerto? , -"Non li ho.." e scattai a piangere, mettendomi in ginocchio ficino a Cara anche lei in lacrime, -"Ah no? Allora girati pure e vedrai cosa subirai tu insieme alla tua amica se non ci porterete i soldi.." e girandomi, vidi altri tre ragazzi dietro di noi che non avevo sentito avvicinarsi : uno biando, l'altro bassino con il ciuffo ed un altro con i capelli un po' rasati. Ci avrebbero picchiate o chissà cos'altro. Si dice che non si ha libertà se non si assumono i rischi dell'ignoto e così in mente mia, ero convinta di voler aiutare Shawn per liberarlo dalle mani di questi individui loschi e bruti, ce l'avrei messa tutta, in segno della nostra amicizia e perché Shawn era sempre stato solo, non aveva nessuno oltre me.

Dopo quella frase, Harry ed i suoi scagnozzi andarono via dicendo che gli avremmo trovati sempre li ma io e Cara eravamo poco lucide in quel momento. Quando li vidimo andare via, insieme mano per mano, abbiamo corso più veloce della luce per allontanarci da quel Parco maledetto.

Il coraggio di rischiareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora