Capitolo 8

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Dopo quella sera, mio padre si premurò per parlare con il commissariato di Polizia per cercare di risolvere la situazione e liberare Shawn. Ci sono voluti 4 mesi per elaborare il piano e per cercare di organizzare tutto al meglio.

Il piano era il seguente :

Io e Cara dovevamo andare al Parco Grande con una finta valigetta contenente i finti soldi ovviamente seguite in incognito dagli agenti di polizia vestiti in borghese e quando sarebbero saltati fuori Harry ed i suoi scagnozzi, i poliziotti li avrebbero circondati e catturati.

Mesi prima, io e Cara sempre seguite dagli agenti di polizia, ci recammo al Parco Grande per far vedere ai poliziotti chi fossero loro quattro in modo che avrebbero potuto pedinarli e cercare di trovare dove nascondessero Shawn.

Così al momento della consegna del finto bottino, non ci sarebbero stati problemi.

***

Fu molto semplice ed eravamo tranquille, forse Harry se ne accorse perché quando ci avvicinammo disse, -"Come mai quel sorriso sotto ai baffi eh?" e mentre mi strappo la valigetta dalla mano, vidi che si accorse di qualcosa dietro di me e tentò di afferrare Cara che io prontamente tirai per la mano per non farla prendere da quel bruto fin quando un poliziotto da dietro lo bloccò mettendogli le manette.

Il mio sollievo fu qualcosa di indescrivibile, come se in quel momento un peso dal mio stomaco si fosse magicamente sciolto rendendomi leggera e spensierata anche se l'unico da trovare era Shawn, colui per il quale avevo rischiato la mia dignità.

"Dove si trova Shawn? Dove lo hanno nascosto?" chiesi subito al Colonnello ma non mi rispose, mentre ci allontanammo dal solito albero del Parco Grande, all'uscita ci aspettavano quattro volanti della polizia ed i miei genitori insieme a quelli di Cara che prontamente si gettarono tra le nostre braccia, "Coraggiosa la mia bambina" disse mio padre stringendomi e baciandomi la fronta, -"Ci siamo riusciti!" ed io iniziai a piangere e vedevo con la coda dell'occhio che anche Cara giaceva tra le braccia dei suoi familiari ed ero contenta, si ma a metà, -"Papà, dov'è Shawn?"gli chiesi ma mi fece cenno di stare muta.

***

Entrammo in auto della polizia mentre Cara ed i suoi in un'altra macchina diretti al luogo dove è stato ritrovato Shawn.

Arrivammo in una via di periferia isolata, una strada dove nessuno passava mai. Lì si trovava un campo recintato ed una capanna dove dormivano tre cavalli in mezzo alla sporcizia e l'incuria; proprio laggiù, io e Cara scendendo dalle rispettive auto, vidimo dei poliziotti e capimmo subito. Iniziammo a correre scavalcando il recinto senza nemmeno accorgerci che potevamo entrare dal piccolo cancelletto alla nostra destra e correndo verso loro, vidimo che sotto braccio di due poliziotti c'era lui pieno di melma, dimagrito visibilmente ed in condizioni pessime, nemmeno teneva gli occhi aperti, -"Come sta?" chiesi seguendo i poliziotti che lo dirigevano verso le auto, -"Capisce cosa diciamo?" chiese invece Cara, cercando di capire se fosse vivo o morto, -"Scusate ragazze, meglio se ci fate sbrigare anche per la salute del vostro amico" e arrivati oramai all'uscita del recinto, mio padre ci prese sotto braccio per tranquillizzarci.

***

Le condizioni di Shawn erano davvero precarie, è stato preso quasi in tempo perché se avessimo posticipato di qualche mese la scelta dell'intervento, sarebbe anche potuto morire.

Lo portarono in Ospedale d'urgenza per tutti gli accertamenti e stese lì per tre mesi.

Io ci andavo ogni giorno quando potevo, alla mattina, dopo le lezioni ed anche la sera a dormirci. Andai anche dalla nonna per comunicarle di Shawn ed era visibilmente contenta e venne anche a trovarlo sotto mio consiglio ma Shawn ancora non apriva gli occhi, era come in coma.

Ogni giorno quando ci andavo, mi sedevo al suo fianco e gli parlavo di cosa mi succedeva, gli cantavo, provavo anche a suonare la chitarra ma in confronto a lui, ero veramente pessima.

Io e Cara per quei tre mesi non studiavamo più a casa mia ma in stanza d'ospedale insieme a Shawn, magari poteva sentirci.

***

Una mattina sempre per la solita visita, mi sedetti alsuo fianco e gli accarezzai i capelli, -"Quantosei bello!" e gli strinsi la mano, -"Traqualche settimana ho un esame e non so niente, mi aiuti a ripetere?" e cosìcon il libro sopra il petto di Shawn, iniziai a ripetere la materia ad altavoce muovendomi per la stanza senza neppure guardarlo quando tutto d'un trattosentii, -"Abbassi un poco la voce? Mi famale la testa.." aveva parlato, Shawn aveva appena aperto gli occhi, -"Oh cieloShawn! Sei sveglio! Infermiera!" e corsi fuori dalla stanza attirandol'attenzione dell'infermiera che prontamente entrò a constatare il risveglio delpaziente. Shawn era stremato ma si era svegliato e fissandolo, notai che misorrise e finalmente potevo affermare di essere finalmente felice.    

Il coraggio di rischiareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora