Prologo.

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È morto.

Due semplici parole erano bastate a distruggere nuovamente il cuore già ferito di Aurora, e non solo quello.
Con quelle due parole aveva perso ogni cosa, aveva perso il ragazzo che segretamente amava.

Si pensa che, con la morte, si inizi automaticamente ad essere felici, a stare bene, dopotutto non si hanno più preoccupazioni, non c'è nulla che potrebbe crearti problemi: tanto sei morto.

Parliamo spesso di paradiso e inferno, chissà dov'era Salvatore, Aurora se lo chiedeva spesso.
Magari era solo in un buco nero, immerso nel vuoto.
Forse non era nulla, probabilmente la credenza dell'anima che si allontana dal corpo è solo un'enorme cazzata.

Abigail, dopo quelle due parole, era tornata come prima.
Stronza, solitaria, menefreghista e, soprattutto triste.
Passava le giornate a piangere seduta sul letto dandosi la colpa per ciò che era successo.

Nulla aveva più senso senza di lui.

Le mancava sempre, qualsiasi cosa le ricordava lui e i suoi insopportabili sbalzi d'amore.
Le mancavano i suoi abbracci, i suoi baci e il suo modo di accarezzarle i capelli.
Le mancava tutto di lui e ovviamente lo stesso valeva per Aurora.

Le due erano state private di una parte fondamentale della loro vita.

Tutto passa e sarebbe passato anche lui infatti ma soffrire è inevitabile.

Erano passati già due mesi da quel maledetto giorno e, lentamente, la vita stava riprendendo con la solita routine.

"Sascha, chiudi la finestra? Fa freddo" chiese Aurora stringendosi tra le coperte del letto.
Lui alzò la testa dal cuscino per vedere se la finestra fosse aperta.
"È già chiusa" rispose accigliato e si avvicino a lei abbracciandola.
"Hai tanto freddo?"
Scosse la testa.
"Non tanto, un pochino"
Le lasciò un bacio sulla fronte e la strinse tra le sue braccia, coccolandola.

Lei lo lasciava fare, ma il suo comportamento le era completamente indifferente.

"Hai sentito Abigail oggi?"

Abigail era sempre chiusa in camera, spesso non mangiava nemmeno.
Si stava lentamente distruggendo da sola e non voleva essere salvata.

"No, non vuole vedere nessuno, dice che sta bene da sola"

Aurora sospirò.

"Sono preoccupata per lei, ha perso molto peso"

"Lo so, amore, ma non so come aiutarla. Anch'io sono preoccupato"

Si spostò dalla presa del marito alzandosi dal letto e ricevendo un occhiata confusa da parte di lui.

"Dove vai?"

"Da Abby" disse semplicemente uscendo dalla stanza.

Bussò alla porta di Abigail aspettando una risposta che non arrivava, decise di entrare.

Lei era stesa a letto, con lo sguardo verso il vuoto, la sigaretta in bocca e le cuffie nelle orecchie.

Si avvicinò lentamente.

"Tesoro, tutto bene?" Abigail tolse le cuffie, guardò la madre e rispose con un "No" secco.

Si sedette sul letto accanto a lei.

"Hai fame?"
Ricevette la stessa rispose di prima, no.
"Devi mangiare piccolina, sei già troppo magra"
Si girò di scatto.
"Non dirlo, stai zitta, non chiamarmi così!" Le lacrime iniziarono a scendere copiose dai suoi occhi arrossati.

"Scusa...io non volevo" cercò di scusarsi la madre.
Abby si rigirò nel letto, abbracciò il cuscino continuando a piangere.
"Salvatore..." sussurrava.
Aurora le mise una mano sulla spalla accarezzandola.
"Vai via, non ti voglio, voglio Salvatore, non sei lui, vattene" parlava velocemente, aveva il respiro irregolare e tremava.

"Abigail, stai bene?" Chiese preoccupata.
"No, cazzo! Non sto bene, lui è morto! È morto, e io sono qui, da sola, senza di lui!" Gridava mentre la madre cercava di essere forte.

"Lui non vorrebbe vederti così" provò a rassicurarla.
"Tanto non mi può vedere, è morto- continuava a ripetere quelle maledette parole- è morto mamma, non vede più nulla. Risparmiati questi discorsi."

Aurora si morse il labbro, non sapeva come comportarsi.
Qualsiasi cosa avrebbe detto non sarebbe andata bene.
Non poteva fare nulla.

"Dovevamo andare a Padova sai? Me lo aveva promesso, e Antonella? Lei voleva sempre che io e Sal fossimo insieme e ora quella puttana di sua madre non mi permette nemmeno di vederla- fece una pausa per asciugarsi le lacrime- la mia vita non ha più senso senza di lui"

"Sì che ha senso, devi solo riuscire a superare l'accaduto.
Puoi farcela, lo so che è difficile Abby, ma devi.
Non puoi continuare così"

Non ricevette nessuna risposta così, dopo poco, Aurora si alzò per poi andare al bagno.

Rabbrividí costantemente seguita da quella sensazione di freddo, pensò di essersi presa un influenza.
Si guardò allo specchio, il suo aspetto era orribile.

Si girò e quello che vide le fece spalancare la bocca in un urlo sonoro.
Urlo che venne fermato da una mano sulla bocca da parte di ciò che aveva visto.

Rimase ferma immobile, come se fosse spaventata.
Deglutì rumorosamente, tremando.

"Io tolgo la mano, ma tu non devi urlare, okay?"
Annuì muovendo la testa e tolse la mano.
Continuava a tremare.

"Non tremare, dai" disse cercando di rassicurarla.

"T-tu...p-perché sei qui?"

Sequel del sequel.
Giuro che questo è l'ultimo.
Vabbeh, spero vi piaccia e blablabla.
Cieo.

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Everything I didn't say||SurrealpowerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora