Anchor.

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"Io non ci credo che tu non ci sei più, tu"

Non si muoveva, il suo corpo rifiutava di farlo.

Faceva respiri lenti mentre cercava di capire cosa stesse accadendo.

Si portò le mani al viso, toccandosi, assicurandosi di essere viva.

"Cazzo, sto diventando pazza" disse infine.

Si alzò per andare al bagno a sciacquarsi il viso sporco di mascara, ma in quel momento iniziò a girarle la testa.

Si fermò, la vista si stava oscurando lentamente.

Salvatore era accanto a lei, vedeva cosa le stava accadendo.

Si avvicinò a lei, posò le mani sulle sue spalle e, tenendola, la riportò verso il letto facendola sedere.

Pensò che fosse stata sua madre, suo padre, o suo fratello.

Non ci vedeva, non poteva saperlo.

"Grazie..." sussurrò semplicemente.

"Abigail, non sei pazza" rispose all'affermazione di prima.

Lei si prese la testa fra le mani.

"No, no, di nuovo, basta cazzo, basta" le lacrime iniziavano nuovamente a scendere dai suoi occhi.

Vederla così gli faceva male, capiva benissimo come si sentiva.

Insomma, voi come vi sentireste se sentiste un vostro caro morto parlarvi?

Credere di essere pazzi è normale, ma lei non lo era.
Salvatore era lì, e voleva aiutarla.

"Ti prego, non piangere, se mi faccio vedere smetti di credere di essere pazza?"

In realtà non voleva che lo vedesse, non voleva nemmeno che lei sapesse che lui era lì ma ormai il danno era fatto.

"F-farti vedere?" chiese.

"Girati" rispose.

Lei lo fece e rimase a bocca aperta.

Un sorriso spontaneo uscì nel suo volto, un sorriso che non si faceva vedere da molto.

Forse era pazza, ma in quel momento non gliene fregava un cazzo.

Lui era lì e lei lo vedeva.

Si alzò dal letto per andargli incontro ma venne di nuovo presa dal giramento di testa.

Salvatore si avvicinò velocemente a lei prendendola prima che cadesse, lei si teneva a lui.

Riusciva a toccarlo.

La riportò nuovamente sul letto e si mise accanto a lei.

"Abigail, devi mangiare"

Aveva il respiro irregolare, si stese nel letto esausta.
Anche il minimo movimento la distruggeva.

"Non ho fame" rispose flebilmente.

"Lo so che non hai fame, ti prego, sforzati.

Fallo per me, non voglio vederti così"

Le prese la mano accarezzandola con il pollice, lei di solito intrecciava le loro dita, questa volta non lo fece.

Non ne aveva la forza.

"Stai male, non ti reggi nemmeno in piedi"

Lei teneva gli occhi chiusi, come se non fosse cosciente.

"Abbracciami..." sussurrò.

Salvatore si stese accanto a lei, la sollevò leggermente e le fece appoggiare la testa al suo petto abbracciandola.

Everything I didn't say||SurrealpowerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora