Probabilmente Aurora stava diventando pazza, anzi sicuramente.
Era immobilizzata davanti a quell'immagine, anche se non completamente nitida.
"No, non è possibile, sono pazza, si non c'è altra spiegazione" iniziò a dire facendo avanti e indietro per la stanza.
"Ti calmi? Non sei pazza"
"Certo che lo sono! Tu sei morto, cazzo, sei morto davanti ai miei occhi per una fottuta overdose"
Salvatore rimase zitto qualche secondo mentre la guardava visibilmente confuso.
"Sono morto?" lei si fermò.
"Tu..non lo sai?"
Scosse la testa e si sedette a terra.
"Ma io sono qui, e tu mi vedi, non posso essere morto"
Si guardò le mani toccandosele, nei suoi occhi si poteva leggere una disperata richiesta d'aiuto, continuava a ripetere di non essere morto.
Aurora si avvicinò a lui e gli accarezzò il viso."Sei freddo..."
Passò la mano sul suo petto e si fermò all'altezza del cuore, una lacrima le bagnò il viso.
"Il tuo cuore è...fermo"
Si guardarono negli occhi senza parlare.
In quell'istante, entrambi, rivedettero tutto ciò che era successo quel giorno.
Salvatore che prendeva l'eroina, avvicinava la siringa al braccio e si faceva.
Aurora che arrivava e lo abbracciava, lui non reagiva, si sedeva a terra, faticava a respirare.
Lei gli parlava, voleva tenerlo sveglio, vivo, ma lui non aveva più forza per resistere e si lasciava lentamente andare.
Veniva preso da quell'immenso vuoto che sembra non avere limiti.
"Ma non è così che sono morto, io me lo ricordo questo, più o meno"
"L-l'hai visto anche tu?" chiese riferendosi alla scena che i due avevano appena rivissuto, lui annuì.
"Sei stata tu a farmelo vedere, quando mi guardi negli occhi e pensi ad un momento che hai vissuto io riesco a vederlo, e anche tu.
Non so come sia possibile, mi hanno detto che è così e basta" disse.
"Chi te l'ha spiegato?"
Portò una mano alla testa e abbassò lo sguardo non rispondendo subito.
"Io...non ricordo"
Voleva rispondergli, voleva sapere di più.
Dopo così tanto tempo lui era davanti a lei, o almeno credeva.
Ancora non aveva capito se si trattasse di realtà o immaginazione.In quel momento Sascha bussò alla porta del bagno.
"Amore? Con chi parli?"
Venne presa da un momentaneo attacco di panico, non poteva rispondergli 'Salvatore'.
Lui è morto."Con nessuno..."
Si girò verso il ragazzo con cui stava parlando poco prima, ma lui non c'era più.
Sospirò, se l'era solo immaginato.
Pensò fosse normale, dopotutto le mancava davvero tanto.Uscì dal bagno e andò in cucina sotto lo sguardo costante del marito.
"Mamma! Ho fame!"
Alan, lui aveva sempre fame.
Ad ogni ora, ogni giorno.
Sempre."Cosa vuoi piccolino?"
Gli sorrise, loro due avevano un rapporto stupendo.
"Voglio i pancakes, le crêpes, una brioche e...degli spaghetti"
Lo guardò con un sopracciglio alzato.
"Che c'è?" domandò, lei roteó gli occhi.
"Ora ti faccio il thè, e ci mangi insieme due biscotti"
Alan, in risposta, sbuffò.
"Guarda te se devo vivere con due biscotti"
Aurora gli porse la tazza di thè e i biscotti dandogli un bacio sulla guancia.
"Sei in dieta piccolino, non devi diventare obeso come papà"
"Va bene mamma..."
Sorrise, poi andò in camera per vestirsi.
Aprì l'armadio, prese un paio di jeans e una semplice maglia e si voltò.
"Cristo!" disse mettendosi una mano sul petto e col respiro affannoso "Tu prima non c'eri!"
Lui ignorò la sua affermazione.
"Ma se sono morto, sono una specie di...fantasma?"
Sospirò "Credo di sì, perché prima sei sparito?"
Salvatore alzò le spalle "Non voglio che Sascha mi veda, o Alan"
"Abigail sì?"
Non rispose, si mise a guardare i vestiti nell'armadio della ragazza.
Tirò fuori un reggiseno rosso e delle mutande di pizzo abbinate e le lanciò sul letto.
"Cosa stai facendo?!"
Ormai ne era sicura, non lo stava immaginando.
Lui era lì, non in carne ed ossa ma era lì."Ti ci vedrei bene con quelli"
Sbuffò.
"Sei sempre il solito" e sorrise.Anche lui sorrise.
Quanto le era mancato quel sorriso, era così bello.
Più lo guardava e più realizzava che senza di lui non poteva starci, era una parte fondamentale della sua vita.
"Puoi abbracciarmi?"
Salvatore si avvicinò a lei e la abbracciò, anche se non riusciva a stringerla.
Lei provò ad abbracciarlo ma era difficile, non riusciva più a sentire il suo corpo.
"Sei freddissimo, perché non riesco più a toccarti?" rabbrividí.
Lui mugolò.
"Non lo so, non lo capisco questo non-corpo"Sorrise di nuovo.
"Riesci a farmi stare bene anche da morto"
Ma il sorriso si spense dopo quella frase, dire che era morto le faceva male.
"Amore?" Sascha fece capolino nella stanza e notò subito il reggiseno e le mutande nel letto.
"Quelli sono per stasera?" chiese con un sorriso malizioso in volto.
"Cosa? No, cioè sì io..stavo solo sistemando" si guardò attorno cercando Salvatore con lo sguardo, era andato via di nuovo.
"Certo, farò finta di non aver visto nulla" disse alzando le mani in segno di resa e uscendo dalla porta.
"Fanculo Salvatore" sussurrò Aurora.
"Anch'io ti voglio bene, piccola" rispose lui in un altro sussurro.
UANS AI UOS SEVEN IARS OLD.
Ciao bimbi.
Sono emoshionata, ho fatto il mio primo autografo.
nonvenefregauncazzo
Vabbeh, ditemi che ne pensate della ff :)
Mi eclissoh, bacini
CiaonehInstagram: __weltshmerz__
Ask: Amess_
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Everything I didn't say||Surrealpower
FanficSequel di "Nineteen" Si pensa che, con la morte, si inizi automaticamente ad essere felici, a stare bene, dopotutto non si hanno più preoccupazioni, non c'è nulla che potrebbe crearti problemi: tanto sei morto. Si parla spesso di paradiso e inferno...