LUCREZIA
Spero che la professoressa mi faccia comunque entrare, so di essere in ritardo di quindici minuti ma potrebbe anche chiudere un occhio per una volta.
Salgo le scale a due a due sperando di noi cadere e rompermi una gamba, devo cercare di fare il più in fretta possibile.
Busso alla porta e entro furtivamente.
-Buongiorno, mi scusi il ritardo. La sveglia non è suonata-
-Ma ne sono accorta, quindici minuti di ritardo, mi dispiace ma non posso farti entrare- sentenzia la professoressa.
-Per favore, lo sa anche lei che non era mai accaduto-
-No, Lucrezia non posso. Per rispetto ai tuoi compagni- si avvicina e mi guida verso la porta.
-Potrai entrare alla seconda ora-
Alzo gli occhi al cielo cercando di non farmi vedere e sbuffo.
Esco dall'aula sotto lo sguardo vigile dei miei compagni e mi siedo a terra accanto alla porta.
Tiro fuori dallo zaino il libro di fisica e ripasso la lezione del giorno.
Leggo, leggo ma in realtà non capisco nulla. Mi arrendo e poso il libro sulle gambe. Tiro la testa indietro e la poggio al muro.
La porta della classe davanti si apre e esce un ragazzo alto con i capelli ricci, ha gli occhi scuri, il naso lungo e sottile e le labbra carnose. Quello che però attira la mia attenzione sono il paio di Superstar gialle che indossa. Però, è proprio un bel ragazzo!
-Non tornare prima della seconda ora, o ti becchi un rapporto!- urla la professoressa sull'urlo dei nervi.
-Profe, si tranquillizzi. Beva una camomilla la mattina-
La professoressa stremata sbuffa e chiude rumorosamente la porta.
Il ragazzo schiocca la lingua e si appoggia al muro con aria accattivante.
Appena mi nota si stacca dal muro e si avvicina verso di me.
-Anche tu la stessa sorte?- ammicca e si lascia cadere accanto a me.
-Cosa?-
-Anche tu sei stata buttata fuori?-
-No- rispondo brusca. – Ritardo, entrerò alla seconda ora-
Mi sorride debolmente –Vorrà dire che mi farai compagnia-
-Veramente io pensavo di andare al bar-
Si alza, si pulisce i pantaloni e mi porge una mano – Dai andiamo-
Afferro la sua mano e mi alzo tirandomi sulla spalla lo zaino.
-Mi chiamo Alessandro - Mi stringe la mano.
- Lucrezia, piacere- gli stringo la mano a mia volta, i miei numerosi braccialetti risuonano nel silenzio del corridoio.
-Che studiavi?-
-Fisica, dopo deve interrogare e di certo io e la fisica non andiamo d'accordo- mormoro infastidita.
-Pensa che io non vado d'accordo con la maggior parte delle materie-
-Ne hai molte sotto?- gli chiedo. Scendiamo l'ultima rampa di scale e usciamo nel cortile della scuola.
Si gratta la nuca. –Bè... non molte, solo sette-
Spalanco gli occhi –Chiamalo solo-
Ridacchia silenziosamente, mi apre la porta del bar e la richiude dietro di sé.
-Che cavaliere- mormoro compiaciuta.
-Non sarò bravo a scuola, ma con le ragazze me la cavo-
-Ora sei insopportabile-
Mi avvicino al bancone e guardo oltre il vero.
Dolce o salato?
Dolce.
Guardo indecisa il sufflè al cioccolato e il croissant. Alla fine mi decido per prendere il sufflè.Lo ordino e mi avvicino alla cassa, tiro fuori il portafoglio dallo zaino e prendo una banconota.
-Oh, no. Lascia stare, pago io- Alessandro mi ferma e paga il sufflè per me.
Io mi avvicino al bancone e prendo il piattino con sopra il dolce.
Mi siedo a un tavolo in fondo al locale e poggio lo zaino sulla sedia accanto a me.
Afferro il cucchiaino e spezzo il dolce al centro, la cioccolata fusa si spande per tutto il piatto. Amo il sufflè.
Ne prendo un bel boccone e faccio un verso di apprezzamento.
-Buono?- mi chiede Alessandro che nel mentre mi ha raggiunto e si è seduto nella sedia di fronte alla mia.
-Molto- rispondo con la bocca impastata dalla cioccolata.
Mi sorride e scuote la testa.
-Adesso me ne devi un pezzo-
Afferro il piatto e lo avvicino al mio petto.
-Te lo scordi, bello-
-Bè grazie! E comunque me lo devi, ti ricordo che te l'ho gentilmente offerto-
Roteo gli occhi e gli avvicino il piatto, prende il cucchiaino tra le mani.
-Posso... o ti fa schifo?-
-Serviti pure, ci sono cose ben più schifose al mondo-
Non se lo fa ripetere una seconda volta e mangia il dolce.
-I soldi spesi meglio della mia vita- prende un altro boccone e fa per prendere anche il terzo,quando mi riprendo il piatto.
-Ehi, vacci piano-
Mi restituisce il cucchiaino e io torno a mangiare spensierata quella delizia.
-Ti piacciono molto i dolci?- Mi fermo con il cucchiaino ricolmo di cioccolata fusa a mezz'aria e lo guardo storto.
-Vorresti dire che sono grassa?-
Scuote la testa con vigore. –No, no assolutamente. Non mi permetterei mai-
-Meglio-
-Te lo chiedevo perché guardi quel dolce come se fosse un modello pronto lì solo per te-
Inarco le sopracciglia –Cosa?-
-Lascia stare-
Sblocco lo schermo del telefono e guardo l'ora. Tra pochi minuti suona la seconda campanella. Non voglio perdermi anche la seconda ora.
Finisco il dolce velocemente e raccolgo le mie cose.
-Andiamo?-
Alessandro si alza dalla sedia e con passo strascicato mi precede.
È molto strano, passa da momenti in cui sembra un vero gentiluomo a momenti in cui vorrebbe solo che l'attenzione di tutti fosse rivolta verso di lui.
Per esempio, perché deve camminare così storto?
Fianco a fianco saliamo i due piani di scale e arriviamo al nostro corridoio proprio quando suona la campanella.
La porta della sua classe si apre rivelando la professoressa un po' più calma di prima.
-Profe, le sono mancato?- Alessandro allarga le braccia.
-Per niente Bellesi. Su, entri prima che cambi idea.-
Si volta e mi fa l'occhiolino. -Ci si vede bellezza-
Lo saluto con un cenno di mano. Mi volto e noto che le ragazze sono sulla porta della nostra classe e mi fissano con aria divertita.
-E quello?-
-Quello? Un gran belloccio- esclamo.
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AMORI PARALLELI -sospesa-
RomanceOtto amiche, otto storie d'amore e qualcosa di più, ma soprattutto tanti guai... In amore. ~Camilla, l'amore è solo una reazione chimica.~ ~Ilaria, posso controllare l'amore... Solo, non lasciarti trasportare dalle emozioni. Solo sesso.~ ~Lucrezia...