Capitolo I: Venerdì 5 settembre 2014

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Capitolo I: Venerdì 5 settembre 2014

Era tutto il giorno che Nives non mangiava: dopo il pantagruelico full breakfast in albergo, dapprima non aveva avuto fame e, dopo, l'emozione crescente causata dall'avvicinarsi della fatidica ora dell'incontro con Richard Armitage le aveva chiuso lo stomaco.

Richard Armitage... l'attore per cui Nives due anni prima aveva perso la testa come un'adolescente, nonostante i suoi "anta" suonati.

Il famoso attore impersonava Thorin Scudodiquercia nell'acclamata trilogia cinematografica di Peter Jackson Lo Hobbit, la cui ultima parte era in uscita a dicembre. Prima di allora aveva lavorato in parecchie produzioni televisive di successo, ma confinate quasi esclusivamente al mercato britannico, interpretando una vasta gamma di personaggi che andavano dal romantico gentiluomo ottocentesco al duro soldato dei reparti speciali; ma era stato soltanto con la fortunata saga cinematografica fantasy che era assurto alla fama mondiale, permettendogli di realizzare infine il suo vero sogno, quello di recitare a teatro in una produzione di altissimo livello. Era quel che stava facendo adesso, interpretando il protagonista del dramma di Arthur Miller The Crucible per il prestigioso teatro londinese The Old Vic.

Quando Nives lo aveva saputo, aveva pensato che le sarebbe piaciuto immensamente andarlo a vedere: dopotutto, da Venezia a Londra c'erano meno di due ore di volo e, con le tariffe low cost, si spendeva davvero poco; ma non avrebbe mai trovato il coraggio di farlo davvero se non fosse stato per l'incoraggiamento di Lorraine, la sua amica veneziana di origine francese, che l'aveva esortata a realizzare il suo sogno e si era perfino offerta di accompagnarla.

E adesso eccola lì, a Londra, in una stanza d'albergo a cambiarsi per recarsi a teatro e poi attendere Richard fuori dall'entrata degli artisti, nell'intento di farsi fare un autografo e una foto ricordo; gli aveva anche portato un regalo, una prestigiosa ceramica di Nove, nella speranza che gli piacesse e la tenesse in casa sua, a ricordo di una fan che aveva fatto tanta strada per vederlo una volta nella vita...

Le tremavano leggermente le mani mentre cominciava a prepararsi: collant velatissimo color carne, invisibile ma che faceva bella gamba; chanel nere decorate con cristalli e perline bianche, dal tacco a spillo di ben dieci centimetri – mai prima d'ora Nives aveva avuto tacchi così alti; gonna rossa di raso con sottogonna di pizzo in tinta; orologio-gioiello, collana e orecchini, tutto di cristalli bianchi; e il pezzo forte, un romanticissimo bustino candido, dotato di manichette arricciate da abbassare sulle braccia per rimanere a spalle nude. Probabilmente sarebbe stata scomodissima, ma per il suo idolo, questo ed altro.

Mentre si preparava a sua volta, Flavia, l'altra amica che l'aveva accompagnata in quella pazza avventura, l'osservava di sottecchi, percependone l'agitazione crescente. Flavia conosceva Nives da quand'era ragazzina; c'erano quasi vent'anni a separarle, ma l'aveva sempre considerata come una sorella maggiore, sempre pronta ad ascoltare i suoi crucci sentimentali di adolescente prima e di giovane donna ora, ad incoraggiarla e a darle ottimi consigli. Quando Nives le aveva proposto quel viaggio un po' folle, non aveva esitato ad accettare, perché non aveva mai visto Londra, come Nives del resto; inoltre, non le spiaceva affatto andare a vedere un'opera teatrale di così alto livello.

La vide lottare invano con i ganci del corsetto, che non volevano saperne di chiudersi.

"Aspetto, ti aiuto io", si offrì. Da un paio d'anni si divertiva a seguire corsi di burlesque, che l'avevano resa un'esperta di corpetti; era stata lei a convincere Nives a comprarlo, in vista del fatale incontro.

Con mosse esperte, agganciò il bustino, che si chiuse perfettamente.

"Se ti stringe troppo, possiamo allargare i lacci", Flavia ricordò a Nives.

Il sogno di una fangirl (vol.1) - L'inizioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora