Cap. 6

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Reiji: In verità le hanno trattate molto bene.

Io: Oh...allora spiegami che cosa ci è stato fatto.

Reiji: Oh nulla di che, vi abbiamo seguite, trovate e addormentate. Diciamo che vi abbiamo rapite.

Ci sedemmo a tavola e conoscemmo meglio i ragazzi. Erano sei ed erano Reiji, Raito, Shu, Subaru, Kanato ed Ayato. In più c'era la fidanzata di Ayato: Yui. Intanto arrivarono le altre cinque che erano coi Sakamaki. Non ero sicura sul fatto che saremmo state bene, ma almeno avevamo un tetto sotto il quale stare.

Shu: E così voi siete anche le tipe che alloggiavano di nascosto sulla nostra quercia.

Sheyla: Ed ora? Numero uno: era il nostro alloggio diurno; numero due: si ci dorme bene.

Sospirai. Sheyla pensava soltanto alla comodità dei posti dove dormiva ed alle sue cuffie.

Seiko: Uff, fate troppo rumore.

Seiko finì la sua colazione e andò ad esplorare. Lei era fatta così, era molto nervosa e se qualcuno le rompeva troppo non si faceva problemi a sparare la verità in faccia. I Sakamaki ci lasciarono esplorare la nostra nuova casa. Era grande e bella, piena di salotti e stanze... Era un intricato labirinto di scalinate e corridoi. Io appena finito di mangiare andai in cerca di una saletta che per me era molto speciale. Mi persi più volte e rischiai addiritture di entrare nelle stanze altrui, poi arrivai in un corridoio che mi era familiare. Mi diressi verso una porta dalla quale sentii provenire una melodia. Restai sull'uscio ed intravisi una figura girata di spalle suonare il pianoforte. Mi feci coraggio e avanzai, per poi vedere Raito suonare al pianoforte. Stetti lì ad ascoltare incantata e quando finì la musica si girò verso di me sorridendo felice.

Raito: Vedo che ti è piaciuto molto questo brano.

Io: Sì. Era bellissima.

Sorrisi anche io. Mi sentivo bene in sua presenza, il suo profumo di rose mi inebriava. Lo guardai negli occhi e rimasi per un attimo a fissarlo, poi lui si alzò dallo sgabello e si diresse verso di me.

Raito: Sai...era da un pò che volevo assaggiare il tuo sangue...hai un profumo magnifico.

Arrossii. Indietreggiai, ma per ogni mio passo lui ne faceva due. Uscii dalla stanza, lui era ancora dentro. Chiusi la porta e poi scappai. Il piano di sopra era molto complesso e mi ci persi. Finii in biblioteca, poi ritrovai i miei passi ed arrivai di nuovo alla sala del pianoforte. Ci entrai. Era vuota e lo sgabello mi aspettava. Iniziai a suonare una melodia che necessitava di due persone, ma io riuscivo a completare un pò del vuoto da sola. Qualcuno si sedette vicino a me, ma non ci feci molto caso, continuai a suonare come se fossi sola, ma stavolta il secondo pianista suonava. Quella canzone suonata in due diventava così dolce che ripensandoci quella suonata da una sola persona mi sembrò molto malinconica. Quando la melodia finì mi voltai per vedere chi aveva appena suonato con me ed incontrai di nuovo quei bellissimi occhi di smeraldo. Mi alzai con lo sguardo basso, imbarazzata dalla nostra vicinanza.

Io: Ehm...io avrei da fare...

Non mi fece arrivare alla porta che mi prese per i polsi e mi sbattè contro il muro.

Raito: Tu non hai nulla da fare adesso, e neanche io. Non ti lascerò scappare di nuovo.

Prese il mio cappello, che in realtà era suo, se lo rimise e poi spostò le mie ciocche dorate da un lato. Mi leccò il collo e poi lo morse. Non fece troppo male. Gemetti.

Raito: Il tuo gemito mi eccita un sacco...

Io: R-Raito! Non osare immaginare certe cos-ah! Fai m-male!

Raito: Lo so...ti ci dovrai abituare...

Smise di succhiarmi il sangue e si leccò le labbra. Mi guardò negli occhi.

Raito: Davvero buono. Dolce ed intenso...perfetto.

Lo guardai imbarazzata. Lui mi sorrise e poi svanì nel nulla. 

Diabolik Lovers X Ghoul SistersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora