8. Respiri

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Mormoravano, ridevano, giudicavano. Frank non riusciva a pensare. La voce di Jamia gli rimbombava nelle orecchie.Era tutto bello ed epico e si era sentito libero per un po, mentre li fuori era solo con Gerard, mentre lo baciava.Ma poi qualcuno li aveva visti, e quel qualcuno aveva chiamato Jamia, ed anche lei li aveva visti, ed aveva un'aria disgustata ed offesa, ed aveva urlato «Mi fai schifo!», ed ora frank non riusciva a dire una parola mentre tutti ridacchiavano e li guardavano e mormoravano.Ora si che era un bel casino.Era un gran bel casino, e non riusciva a muoversi o a dire nulla. Lo sguardo di Jamia sembrava penetrarlo, come una lama ghiacciata.Poi finalmente sentì una mano stringere la sua, e trascinarlo via.Gerard pensò fosse la cosa più giusta da fare. Non scappare, ovviamente, ma lasciarsi un attimo alle spalle tutto quel caos. Era ciò di cui Frank aveva bisogno.Cosi lo trascinò via, correndo e stringendogli la mano.Corsero con tutto il fiato che avevano in corpo, senza mai guardarsi le spalle. Percorsero la via principale, poi svoltarono a destra, poi a sinistra, poi percorsero un lungo discesone, e Frank non sapeva se si fossero persi o meno, ma era grato a Gerard perché lo aveva portato via da lì.E poi nonostante il buio e la confusione riconobbe il parco abbandonato in cui era stato con Gerard quando lui gli aveva raccontato di Alicia.Era buio, e la luna filtrava dagli spazi vuoti tra i rami degli alberi. Gerard si lasciò cadere a terra, senza fiato, e Frank fece lo stesso.L'aria fredda colpiva la pelle sudata, e nel silenzio si sentivano solo i suoni dei loro respiri affannati.Non dissero nulla per un bel po.Poi Frank vide Gerard sorridere con la coda dell'occhio.«Ti stai divertendo?» chiese con tono offeso. Lui non aveva affatto voglia di sorridere, non dopo tutto quel casino.«Avresti dovuto vedere la tua faccia. Panico totale...» commentò Gerard.Frank fece una smorfia, imbarazzato. Certo che era nel panico, pensò. Aveva fatto un bel casino, al quale aveva assistito tutta la popolazione adolescente di Belleville.Gli ritornò alla mente lo sguardo di Jamia, e faceva male. Lui non voleva ferirla, questo era certo. Le voleva bene, le voleva bene davvero.Pensò per un attimo che Gerard era un insensibile, se trovava divertente tutta quella faccenda, e fece una smorfia.Ma lui si sollevò, poggiando il peso del corpo su un gomito, e si avvicinò al volto di Frank.«Sorriodo perché mi hai baciato...» sussurró, e prima ancora che Frank potesse dire qualcosa, Gerard era sopra di lui. Poteva sentire il suo cuore battere a ritmo accelerato.Gerard cercò la mano di Frank, ed intrecciò le sue dita con quelle tatuate del ragazzo.Avvicinò le sue labbra, guardandolo negli occhi, e lo baciò, prima delicatamente, poi con più passione. Sentiva le dita di Frank stringere le sue, il suono delle foglie al suolo schiacciate dal loro peso, il respiro che si faceva sempre più affannato.Voleva Frank. Lo voleva completamente. Lo voleva in quel preciso istante.Con la mano libera percorse il corpo del ragazzo, dalla testa lo accarezzò fino al torace, per poi arrivare al lembo della maglietta. Lo sollevò, voleva toccare la sua pelle.Continuava a baciarlo, mentre delicatamente con le dita sfiorava quel centimetro di pelle appena sopra la cintura dei pantaloni.Sentì Frank emettere un leggero gemito.Cercò la chiusura della cinta e con un po di fatica riuscì ad aprirla, poi sbottonò i jeans e piano fece scivolare la mano sotto l'elastico dei boxer di Frank. Con la punta delle dita sfiorò l'erezione del ragazzo, che dopo aver emesso un altro lieve gemito interruppe il bacio e puntò i suoi occhi in quelli di Gerard.«Aspetta...» mormorò. Aveva le guance arrossate, e Gerard pensò che era bellissimo con quell'aria innocente e imbarazzata.Frank fece un respiro profondo. Voleva dire a Gerard che non era pronto, ma al tempo stesso era dannatamente eccitato e Gerard ci sapeva proprio fare con quelle labbra morbide e quelle mani delicate, eppure qualcosa lo bloccava. Non riusciva a lasciarsi andare. Non riuscì a spiegarlo, non sapeva quali parole usare e la situazione lo metteva davvero a disagio.Pensò a quanto era frustrante venire respinto, ricordò tutte le volte in cui lo voleva arrivare al dunque con Jamia e lei invece si era tirata indietro. Eppure non si sentiva pronto, e questo era tutto.Non ebbe bisogno di dire nulla, Gerard si scansò e si sedette al suo fianco. Prese il pacchetto di Marlboro dalla tasca dei pantaloni ed accese una sigaretta.«Non preoccuparti, se non ti senti pronto, lo capisco...» disse comprensivo.Frank guardò Gerard. Non sembrava deluso o arrabbiato, affatto. Eppure sentì il bisogno di chiarire il punto.«Mi dispiace...» mormorò, sedendosi anche lui. Come Gerard, aveva bisogno di una sigaretta. Aspirò il fumo, poi lo sputó fuori, e finalmente si fece coraggio «...non sono sicuro sia il momento giusto. E poi siamo all'aperto. In un cazzo di parco abbandonato».Gerard sorrise lievemente «Ho capito, tu sei il tipo da musica di sottofondo e candele profumate, va bene».Frank arrossí «Non è vero! Non è una questione di candele e atmosfera» sentì il bisogno di giustificarsi.Allora Gerard sorrise ancora una volta, in maniera più percettibile ora, e poggió la sua spalla contro quella di Frank, per poi chinare il suo volto ed accostarlo a quello del ragazzo.«Ti prometto che non ti farò del male, se è questo che ti preoccupa» sussurró avvicinando le labbra al suo orecchio. Frank sentì una scossa percorrergli la schiena. «...e ti prometto che sara la scopata più bella della tua vita» aggiunse Gerard.

Le tue paure addormentale con me... |!Frerard!|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora