10. Le tue paure addormentale con me

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Quando Mikey rientrò a casa poté percepire il pessimo umore di Gerard.
Suo fratello se ne stava seduto nel giardino, aveva fumato almeno dieci sigarette e ne aveva appena accesa un'altra.
Mikey si mise a sedere accanto a lui, e sospirò.
«Che hai?» chiese preoccupato.
Per un attimo ebbe paura. Aveva paura che Gerard si rifiutasse di aprirsi con lui, che lo respingesse, che lo tagliasse fuori come aveva fatto mesi prima, e che tra loro si rialzasse quel pesante muro che li aveva tenuti a distanza per tutto quel tempo.
Ma Gerard lo guardò e sospirò «Sono giorni che provo a chiamare Frank, per invitarlo ad uscire, o anche solo per parlare un po, ma lui sembra essere sparito nel nulla» spiegò prima di aspirare un lungo tiro dalla sigaretta.
Mikey si schiarí la gola. Gli dispiaceva per Gerard, ma sapeva che Frank stava passando davvero un periodo difficile a scuola, e sapeva anche che Frank era fatto così, magari si faceva in quattro per aiutare un amico in difficoltà, ma quando era lui ad avere un problema preferiva cavarsela da solo senza coinvolgere nessun altro.
Eppure Mikey pensò che fosse giusto raccontare a suo fratello quello che era successo a scuola, se non altro per rassicurarlo sul fatto che Frank non era sparito nel nulla e sopratutto perché sapeva che anche Gerard aveva avuto delle esperienze simili, ed era certo che fosse la persona adatta a dargli conforto.
Poteva vedere Gerard diventare sempre più nervoso man mano che continuava a raccontare di come quegli idioti a scuola avevano preso a calci e pugni Frank.
Avrebbe voluto essere lì, picchiarli tutti, ferirli come loro avevano ferito Frank.
Avrebbe voluto stare al suo fianco.
Lottare accanto a lui.
Loro due contro tutto il mondo.
Voleva dirgli che lui non gli avrebbe mai e poi mai fatto del male.
Sospirò, e senza dare spiegazioni, senza dire nulla, senza riflettere, uscì di casa.
Camminò fino a casa di Frank, accelerando il passo fino a trovarsi a correre lungo il viale.
Bussò alla porta e suonò il campanello, aspettò con ansia che qualcuno aprisse.
Frank sembrava sorpreso di vederlo lì, sotto al portico, con i capelli spettinati e delle gocce di sudore sulla fronte.
Sforzò un sorriso, facendosi da parte per lasciarlo entrare in casa.
Gli facevano male i muscoli, le ossa, il labbro e la testa, ma poi aveva visto Gerard e per un attimo il dolore era sparito.
Era una sensazione strana e decisamente indescrivibile.
Solo vedere Gerard aveva avuto un effetto calmante, su Frank.
Come se con lui, potesse sentirsi al sicuro.
Andarono nella cameretta di Frank, dove la tv era accesa su un canale di musica, ma senza volume, in segno che Frank probabilmente stava riposando.
Si sedettero sul letto, e quando furono uno di fianco all'altro Gerard prese il volto di Frank tra le mani. Delicatamente, senza fargli del male.
Lo guardò, sentendo lo stomaco torcersi all'idea del dolore che doveva aver provato Frank in quella rissa.
«Stronzi...» borbottò scrutando le sue ferite «...mi dispiace che ti abbiano fatto questo...».
Frank scrollò le spalle cercando di sorridere «Sono degli idioti, non importa. Erano troppi, non potevo proprio difendermi da solo».
Gerard provò una gran pena per lui, perché Gerard lo sapeva cosa si provava, c'era passato anche lui anni prima, ed era stato difficile. Difficile da morire.
«Scusami se non mi sono fatto vivo in questi giorni, ma giuro che ho passato l'inferno a scuola...» disse Frank dopooun po.
Accese una sigaretta, e ne porse una a Gerard.
«Non preoccuparti, davvero. So che non è facile» disse Gerard comprensivo. Guardò Frank che ora aveva lo sguardo fisso al suolo.
Scosse la testa. Non gli piaceva vederlo così, non era affatto giusto.
«Io sono qui, Frank...» aggiunse poi, afferrandogli una mano.
Il ragazzo lo guardò. Strinse le sue dita intorno a quelle di Gerard. Per fargli capire che lo sapeva.
Sapeva che Gerard ci sarebbe stato, sempre.
Sapeva di poter contare su di lui.
Di potersi fidare di lui.
Sputó fuori il fumo della sigaretta. E siavvicinò a Gerard per baciarlo.
Delicatamente, perché il labbro sapaccato gli faceva male.
Gerard ricambioò il bacio con ancor più delicatezza, come se avesse paura di fargli del male.
Questa volta, Frank gli sembrava davvero fragile. Come cristallo. Aveva paura di ferirlo.
Le labbra di Gerard erano morbide.
Dolci.
Delicate.
Sensuali.
Gerard aiutò Frank a sdraiarsi sul letto, e con fare leggero si posizionoò sopra di lui, facendo attenzione a non ferirlo.
Lo aiuto a sfilarsi la maglietta.
Guardò i lividi sul fianco di Frank.
Li baciò, piano, come se le sue labbra potessero guarirlo.
Frank sorrise. Gli piaceva.
Tutta quella sensazione, gli piaceva.
La premura di Gerard nei suoi confronti, gli piaceva.
Le sue mani calde che piano gli sfioravano prima i capelli, poi il petto.
Poi la piancia.
Poi gli sbottonarono i jeans.
Gerard li sfilò, piano.
Poi si spogliò anche lui. Teneva lo sguardo puntato in quello di Frank.
Nei suoi occhi nocciola che lo guardavano, in un misto di paura ed eccitazione.
Si spogliarono del tutto.
Frank sentì le guance scaldarsi, nel momento stesso in cui arrossí notando che entrambi erano eccitatissimi, e le loro erezioni nude e ben evidenti.
Gerard sorrise malizioso, tornando poi a baciarlo.
«Giuro che non ti farò del male» gli sussurró in un orecchio.
Frank annuì piano, trattenendo il respiro mentre le mani di Gerard scivolavano lungo l'interno coscia.
Sentì un brivido, e poi un altro.
Gli piaceva.
Aveva avuto paura, ma gli piaceva.
Fu quello il giorno in cui fecero l'amore per la prima volta. In cui Frank si concesse del tutto a Gerard, dandogli la possibilità di farlo suo.
Una volta e per sempre.
Non era come lo aveva immaginato.
L'imbarazzo iniziale, la paura, il timore, la vergogna.
Non c'era più nulla.
Solo il piacere. Solo Gerard.
Gli tornarono in mente le parole che gli aveva detto quella notte nel parco.
Sorrise, Frank.
Gerard aveva ragione. Era la scopata migliore della sua vita.
Era felice.
Anche con i muscoli dolenti, i lividi sul corpo, il labbro spaccato, era comunque felice.
Nudi e sudati, restarono sdraiati sul letto.
C'era solo il suono dei loro respiri.
Accesero una sigaretta entrambi, e Gerard si sdraió su un fianco per osservare Frank.
Pensò che era bellissimo.
Pensò che finalmente le cose stavando andando nel verso giusto. Proprio come aveva desiderato per tantissimo tempo.
Finalmente tutto aveva trovato il giusto equilibrio nella sua vita.
Si era disintossicato, aveva riallacciato il rapporto con suo fratello, aveva Frank.
Frank che lo aveva sostenuto dall'inizio.
Che lo aveva supportato, ascoltato e confortato.
Frank che era suo amico. Il suo migliore amico.
Frank che lo faceva stare bene. Che lo guardava con occhi pieni di fiducia. Frank che credeva in lui.
Pensò che trovare una persona cosí era davvero una fortuna, e che non lo avrebbe lasciato andare per nessun motivo al mondo.
Lo avrebbe tenuto stretto a sé, dandogli tutto l'amore possibile.
Perché era quello, l'importante, pensò Gerard.
Dare e ricevere amore.
Tutto il resto non contava più nulla.
Non contavano gli idioti che gli avrebbero puntato il dito contro.
Né quelli che avrebbero riso di loro, o quelli che li avrebbero presi a parolacce, o offesi.
Non contavano i lividi e i graffi, le cicatrici, i pugni, i calci.
Loro erano forti.
Ed avrebbero lottato per il loro amore, loro due contro il mondo.
Gerard spense la sigaretta nel posacenere sul comodino, poi sorrise, poggiando la testa sul cuscino.
Non disse nulla. Sorrise e basta, guardando Frank, così bello, su quel letto sfatto, tra le lenzuola aggrovigliate, circondato da una nuvola di fumo.
Sorrise, perché Frank era felice come lui. Lo vedeva dal modo in cui si muoveva, dall'espressione rilassata sul suo volto.
Frank era sicuro di sé, ora.
Aveva addormentato le sue paure, una volta e per sempre.
E quello, quello si, era puro amore.

"You probably came with your best friend, or one of your best friends... I want you to turn to that motherfucker, grab him by the throat and say 'You're my best fucking friend, and I would die for you!'" - Gerard Way, Our Lady Of Sorrows

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Ed eccoci alla fine di questa ff. Spero vi sia piaciuta. Grazie mille per i commenti, per i voti ma anche solo per averla letta.
Se posso sfruttare questo spazio per farmi pubblicità (si lo sto facendo) vi prego (quanto sembro disperata?) di leggere l'altra mia fanfiction, e di fare un salto tra qualche giorno sul mio profilo se vi va di leggere qualcos'altro di mio perché (non appena né avrò il tempo) pian piano pubblicherò anche le altre fanfiction scritte su EFP.
Ok ora la smetto.
Grazie mille ancora! Pace e amore.
XO
POPst

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