Mai da sola

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Gabriel 

Idiota. Sono un'idiota.

Non mi ero accorto di nulla.

Che razza di agente speciale ero?

Diedi un pugno alla parete che mi ritrovai davanti e mi feci male le nocche.

" Ti prometto caro Johnny, che ti prenderò . Non me ne andrò dall'Italia fino a quando tu...tu non avrai pagato per tutto il male che hai fatto. "

Il cuore era così duro nel battere che sentii uno strano dolore al petto .

La rabbia dentro era tanta , e quasi non riuscivo più a controllarla .

Io...l'avevo avuto...a due passi...da me.

Soltanto...due...passi.

James se ne sarebbe accorto al posto mio.

Io no.

Che idiota. IDIOTA .

Poggiai la fronte contro al muro.

Serrai le labbra, nel disperato tentativo di darmi una regolata.

Ma Stella ?

Perché ? Perché nascondermi una cosa del genere?

Diedi un altro pugno alla parete .

Ed una mano mi afferrò una spalla all'improvviso, facendomi sussultare per la sorpresa .

Avevo perso la cognizione del tempo , per sfogare la mia rabbia non mi ero reso conto del tempo che era trascorso .

Mi trovavo ancora lì , in uno di quei lunghi corridoi soliti da trovare in un tribunale, e mi voltai lentamente . Percepivo perfettamente il mio sguardo duro ed impassibile.

Stella mi osservava con occhi lucidi: " Non avrei mai voluto che tu venissi a sapere di questo. " confessò con voce roca

" E' qui che ti sbagli, avresti dovuto dirmelo" ribattei , sforzandomi di controllare il tono di voce .

Ma era troppa la rabbia. "Posso capire il perché non hai detto a Kevin di essere sua sorella...ma questo è inaccettabile. Te ne rendi conto?"

" No, perché mai avrei voluto vederti così. In questo stato." precisò lei , sfiorandomi ancora una volta la spalla.

Sbattei un piede a terra e mi allontanai da lei dandole le spalle .

Mi passai una mano fra i capelli : " Quale stato ? Il mio migliore amico è stato ucciso da quel...quel...che si è fatto passare per un amico. Ma io troverò quell'assassino , e la pagherà cara. Puoi contarci. "

" Guardati Gabriel" mi esortò lei , ed io ritornai a guardarla

Era furiosa anche lei ora.

" Quel tuo sguardo è così carico di vendetta che mi fa paura. "

Mi avvicinai a lei velocemente , e lei indietreggiò spaventata, per quella mia reazione , fino a toccare il muro .

Posai le mani ai lati del suo viso e la guardai dritto negli occhi sentendo il suo respiro sul viso : " Non posso ignorare, come vuoi tu , l'uomo che ha ucciso una persona a me cara.

Non posso permettere che la passi liscia , perché ha privato un bambino del suo papà ."

Lei mi afferrò il volto con entrambe le mani per cercar di calmarmi : " Non perdere di vista ciò che sei. Tu non sei per la vendetta . Tu vuoi giustizia e non puoi fartela da solo , lo sai . Gabriel, ti prego. Ascoltami . "

Ho attraversato l'oceano per trovartiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora