Mi sveglio su una panchina gelida; gelida come me.
Mi dirigo verso casa,neanche mi cambio i vestiti,prendo solo lo zaino.
Corro verso scuola perché,anche stavolta,sono in ritardo.
Alle prime tre ore ho letteratura,filosofia e diritto.
Le ore passano velocemente e lentamente allo stesso tempo e il mio cuore batte forte.
Suona la campanella: ricreazione.
Prendono tutti la merenda,chiacchierano e ridono.
Io sono sola,come sempre,in un angolino.
La gente mi fissa: i loro sguardi sono come laser.
Ho paura del giudizio della gente perché per me è davvero importante.
Preferisco essere asociale,questa gente non mi piace.
Katie viene da me e mi dà un bacio sulla guancia,come fa sempre con tutti.
Katie è una ragazza davvero dolce,fragile e sempre pronta ad aiutare.
Katie ha gli occhi color nocciola e i capelli tanto chiari che sembrano bianchi.
Non dice una parola,non dico una parola.
Stiamo l'una accanto all'altra e aspettiamo che la campanella suoni,come due professoresse e non come due adolescenti.
Katie riesce a stare a digiuno per più tempo e per questo la invidio ma,allo stesso tempo,mi fa pena.
È uscita da poco dalla clinica,dice di stare meglio ma io non le credo.
La campanella suona: alle ultime tre ore ho scienze,storia dell'arte e psicologia.
A scienze parliamo di genetica: è interessante ma sono distratta.
A storia dell'arte parliamo di Van Gogh e della sua depressione,del suo suicidio.
A psicologia parliamo di disturbi alimentari e mi sento presa in causa.
Dopo tre lunghissime ore finalmente suona la campanella e,stavolta,corro anche io verso casa.
Penso: "correndo brucio calorie." Perché tanto,ormai,gira tutto intorno al voler essere magra.
A pranzo i miei genitori mangiano la pizza,ma io no,io mangio riso in bianco.
Invidio le persone che mangiano senza sensi di colpa,che assaporano davvero il cibo.
Per me il cibo non ha sapore,neanche quando mi abbuffo e quindi mangio cioccolato e schifezze varie.
Il cibo è amaro,pesante.
Dopo un'abbuffata,infatti,mi sento pesante e non riesco a stare in piedi,non riesco a dormire e,a dirla tutta,non riesco a far niente.
Questo corpo è troppo pesante ed io non riesco a sorreggerlo poiché la mia anima è fragile,senza forze.
Dopo aver mangiato i miei cinquanta grammi di riso che sembravano ottanta,mi butto sul letto,stanca.
Non ho più la forza di vivere.
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L'attesa di una vita della quale mi hanno sempre raccontato.
Chick-LitNon serve una descrizione,leggi.