18-Securis Penduli

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Harry's pov

Una bimba.
Una bimba di circa nove anni.
Giocava con i colori dell'autunno freddo e triste.
In qualche modo riusciva a trovare un raggio di colore, anche negli spogli alberi e nelle fredde foglie.
Le foglie cadevano, come fossero persone, ma non era la stessa cosa.
È per questo che le piaceva.
Le foglie non si facevano male, cadendo piano, piano, leggiadre, come una danza delicata.
Lei ballava con loro, sotto le nuvole spettatrici, che ogni tanto facevano spazio al sole per illuminarle il viso.
Occhi color nocciola dalla forma cerbiatta, pelle leggermente abbronzata, ed i capelli castano scuro, erano raccolti in una treccia laterale.
Nonostante fosse autunno, lei portava un vestito panna, con piccoli fiorellini rosa su di esso.
I lembi del vestitino primaverile, svolazzavano al gelido vento autunnale.
Nulla di male si celava in questa contorta visione della sua mente dormiente, tranne per il fatto che la bimba si trova in un macabro cimitero colmo di tristi lapidi.
E mentre davo un'occhiata al suo passato, vidi che si stava destando dal suo leggero dormiveglia.
Era bella. Bella come il sole.
I suoi occhi affusolati erano stanchi. Li avevo osservati in quei mesi che ebbe soggiornato nella mia antica dimora. L'avevo osservata mentre si spazzolava i suoi lunghi capelli, del colore di un ciliegio, mentre si guardava allo specchio, ignara del fatto che stessi di fronte a lei, dall'altra parte di esso. Le labbra erano di un rosso naturale. Sembra una mitologica ninfa dei boschi, ed è per questo che mi serve il suo sangue.
Dovevo ucciderla e tutto sarebbe andato secondo i miei piani.
Dovevo eseguire il rito alla perfezione, se no non potevo ottenere la mia libertà.

Coraline's pov

Mi risvegliai su qualcosa di duro e scomodo. Mi sentivo indolenzita, i miei pianti, mi avevano fatto addormentare, e devo ammettere che non mi ero addormentata volontariamente, bensì ero svenuta dalla paura.
Ricordavo vagamente il ragazzo che mi aveva accolta con fare rude.
Ora sono su una specie di lettino di marmo al centro della stanza e la grande finestra mi illuminava. La luna riusciva ad illuminare poco, date le condizioni in cui si trovava la nuda stanza: era tutto buio e tenebroso.
La luna era alta in cielo, chiaro segno, che ero nel cuore della notte.
Solo quando cercai di muovermi, mi resi conto, che i miei polsi e le mie caviglie, erano legati con delle catene, all'estremità del lettino. Come nei film. Quando gli scienziati pazzi, cercano di fare qualche esperimento cruento ad un individuo ignaro della situazione.
Oppure quando i killer sottoponevano le persone a torture cruente e sanguinose, ed appena vidi il ragazzo misterioso, sbucare da un angolo buio, mi resi conto che stavo per essere torturata come nei miei film mentali.
"Ben svegliata, angelo mio" Disse il ragazzo.
"Sei pronta a diventare la mia unica salvezza, in questa vita noiosa?"
No. Non ero pronta. Qualsiasi cosa avesse avuto in serbo per me.
Questa situazione, mi diede la nausea.
Sudai freddo, ancora di più, quando sentì un fruscio nell'aria proprio sopra di me e alzando la testa vidi un'enorme ascia di ferro, grande quasi quanto me. Essa si mosse dondolando come un pendolo e mi accorsi, che ad ogni dondolio, la scure si abbassava sempre di più.
Non volevo morire.

Questo capitolo è un po' macabro, ma vabbe...
Un beso

In the Night.(H.s.)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora