Sento la pioggia addosso. Ogni goccia d'acqua è una scarica di energia, come se fosse il mio carburante per andare più veloce. Ma andare dove? Non lo so nemmeno io. Voglio solo continuare a correre come quando sono sul campo da calcio. La mente libera e le gambe che accelerano sempre di più, ogni movimento è più veloce del precedente. La rabbia che provo dentro è molta. Mia mamma lo sa che non è un capriccio, lo sa che è la mia vita giocare a pallone, lo sa che sono brava e che mi aiuta a sfogarmi: sa tutto! Come ha potuto farmi una cosa del genere? Come ha potuto prima portarmi via dalla mia città e poi togliermi anche l'unica cosa che mi fa sentire me stessa? Perché cazzo fa così? Perché?! Ho bisogno di risposte, devo averne perché se no queste domande mi tormenteranno per sempre e non ne verrò mai a capo. Mi giro e iniziò a correre per andare nel posto da cui prima stavo scappando.
Ho dovuto girare mezz'ora per la strada prima di ritrovare casa mia, ma l'ho trovata. Ora sono davanti alla porta e devo entrare. Raccolgo il coraggio che di solito non mi manca mai, ed entro. Mia madre è
Seduta sul divano e si tiene il viso tra le mani, penso proprio che stia piangendo e sia molto preoccupata per me.
Entro in sala sussurrando: "Mamma...", cerco di essere il più gentile possibile nonostante la mia rabbia e la collera che sento dentro. È pur sempre mia mamma e le voglio bene perché, anche se mi ha giocato questo brutto scherzo, mi ha sostenuto moltissimo quando perdevo una partita di calcio o altro. Lei alza la testa, si asciuga gli occhi e mi risponde: "Emma, mi dispiace davvero tanto per quel che ho detto e fatto. Ho mandato una mail per spostarti a calcio, ma non so se accetteranno. Non so che fare... io sono davvero... perdonami." Ha una voce strana, dal quale capisco che è molto nervosa. Come se non bastasse si mette anche a piangere e io inizio a sentire il bisogno di consolarla. Mi precipito da lei e inizio ad abbracciarla, "Sta tranquilla ma', non sono più arrabbiata con te. Posso capire se vuoi una figlia ginnasta e non una che gioca a calcio. Mi dispiace di esser scappata così senza farti nemmeno spiegare o ascoltarti." Cerco di farle capire che non sono arrabbiata con lei, anche se non è vero. Lei mi guarda con quegli occhi verdi colmi di lacrime e mi dice: "Non è vero, so che mi odi per quello che ti sto facendo e so che non vuoi stare qui con me perché hai sempre preferito tuo padre." piange ancora. Non è proprio vero che ho sempre preferito papà, solo che con lui ho sempre avuto un rapporto speciale e di intesa. Con mamma è diverso, ci vogliamo bene ovviamente, ma discutiamo sempre e desidera una figlia che sia più donna invece di un 'maschiaccio'.
"Non dire cavolate, tu e papà siete diversi e io voglio bene a tutti e due allo stesso modo!", la rimprovero io. Lei annuisce e con gentilezza le chiedo: "Non dormire da sola, vieni in camera mia." Mamma annuisce e ci dirigiamo in camera mia.
Ho cercato di estendere il mio invito anche a Sacha, ma ha detto che dormire con persone alla sua età non è da bimbi maturi.
Io e mamma ci addormentiamo dopo aver parlato per un po' e aver mangiato gelato al caffè.Mi scuso se il capitolo è arrivato dopo due giorni, ma ho avuto da fare roba si scuola. Se riesco ne posto un altro questa sera dopo le 20:30.
Spero che questo vi piaccia ci ho lavorato un bel po'.

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Almost Perfect
Teen Fiction"Era tutto quasi perfetto, avevo la mia vita, i miei amici, i miei sogni, le mie speranze ed è sparito tutto. Poof!" Emma e la sua vita 'quasi perfetta'. Una ragazza alta, con curve degne di nota, occhi speranzosi color nocciola chiaro e capelli ros...