Arrivo a scuola appena suona la campanella che avverte tutti gli alunni di entrare, aspetto prima di entrare perché non mi va di essere spinta e cadere a terra per colpa di caproni che non sanno salire le scale. Perciò entro quando l'atrio è meno affollato. Questa scuola è enorme, dall'esterno pareva solo grande, ma all'interno lo è di più, non so neanche come farò a trovare la mia classe.
Resto ferma per due minuti davanti alle enormi scale che conducono ad un secondo piano, poi prendo coraggio e fermo un ragazzo. "Hey, potresti aiutarmi?", il tip si gira e mi trovo davanti due occhi di ghiaccio, non sto scherzando. I suoi occhi sono di un azzurro così profondo che ti spaventi un po' a primo impatto, ma ti catturano subito e ci rimani dentro. I suoi capelli sono un castano scuro con dei ciuffi biondi che deduco non siano naturali, i capelli sono dritti all'insù e spettanti. Indossa una maglia nera della Vans, dei jeans bordeaux e delle scarpe della Nike nere.
"Che cosa vuoi?" Mi chiede lui, solo dopo tre minuti mi rendo conto che sto guardando i suoi occhi cercando di capire cosa sta pensando. "Allora, dimmi cosa vuoi e smettila di guardarmi. Sono solo occhi, cazzo." Mi rimprovera lui, sarà pure belle ma è un rompi palle. "Voglio solo che tu mi dica, sempre de non ti pesano le palle, dove si trova la 3^ C." Rispondo leggermente irritata. Lui mi guarda per una frazione di secondo, piega il capo e scoppia a ridere. Ma che diamine ha da ridere? "Ma che ti ridi? Dimmi solo dove si trova la mia classe!" brontolo io. Questo ragazzo mi irrita il sistema nervoso, ma allo stesso tempo ha qualcosa di strano che mi convince a continuare questa conversazione almeno fino all'inizio delle lezioni. Lui mi guarda, smette di ridere un'attimo e mi dice: "Nulla, solo che hai un accento che fa morire. È così strano sentirti parlare, quasi mi incanti." Devo ammazzarlo perché mi ha detto che il mio accento fa ridere, o arrossire perché ha detto che la mia voce lo incanta? "Ahah, sei simpatico come l'orticaria. Ti ho chiesto dove devo andare per raggiungere la mia classe, non giocare a indovinare da dove vengo." Gli faccio notare io in tono un po' acido, se pensa che non riesca a tenergli testa si sbaglia di grosso. "Wow, sputi veleno con quella lingua, Piccola lentiggine." Mi prende in giro lui dandomi col dito un colpetto alla punta del naso. Osa prendere in giro le mie lentiggini? "《Piccola lentiggine》? Sempre più simpatico!" Esclamo io infastidita. "Grazie, pensa che non mi sforzo neanche." Dice lui dandosi arie, "Sì vede" sussurro io a voce abbastanza alta da farmi sentire. "La tua classe, Piccola lentiggine, si trova al terzo piano la porta difronte al bagno dei maschi." Risponde alla mia domanda. "Alleluia!" Sospiro io. Faccio per andarmene ma lui mi chiama, "Emma, io sono Nathan.", come fa a sapere il mio nome? Mi domando tra me e me.
Ho fatto le scale di scorsa e quindi ora ho il fiatone, non so perché mi sia venuto in mente di farlo però mi ha aiutato con l'ansia. Dopo qualche istante per riprendere fiato decido di entrare, piena di terrore, ma entro. Ci sono un sacco di ragazzi e ragazze che girano tra i banchi, parlano, scherzano e giocano al cellulare.
Resto sulla porta perché non so cosa fare, mi sento molto a disagio quando non conosco le persone e sono in mezzo a loro a far niente. Ad un tratto si avvicina una ragazza con lunghi capelli biondi e occhi verdi. Ha i miei stessi pantaloni solo che i suoi sono bianchi, la maglia è parecchio scollata e mi sembra un po' troppo truccata. "E così sei tu la fortunata?", mi domanda lei con una voce orribile e fastidiosa. La guardo male e le dico: "Se con 'fortunata' intendi 'quella nuova ', sono io.", lei mi guarda e arricciando il naso come per disgusto. Ma che cazzo vuole da me? "Fai finta di non sapere? Ti ho visto prima parlare con Nathan, davvero pensi che possa volerti?" Mi dice lei gesticolando come se fosse la cosa più scioccante del mondo. "Io non penso proprio nulla, gli ho chiesto solo se poteva dirmi dove si trovava la mia classe.", le faccio notare con tono molto tranquillo mentre mi sistemo al banco. "Come vuoi, ma stagli alla larga perché se no ti ammazzo.", mi avverte la ragazza andandosene via sculettando. Mamma mia, spero che non siano tutti così in questa classe.
La campanella suona e io mi siedo al banco, la lezione inizia con un breve appello e io che mi presento.
A metà dell'ora la porta si apre e nella classe entra...

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Almost Perfect
Teen Fiction"Era tutto quasi perfetto, avevo la mia vita, i miei amici, i miei sogni, le mie speranze ed è sparito tutto. Poof!" Emma e la sua vita 'quasi perfetta'. Una ragazza alta, con curve degne di nota, occhi speranzosi color nocciola chiaro e capelli ros...