Capitolo 6

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...Bryan?! Ma che cazzo ci fai lui qui? Mi alzo di scatto e tutta la classe si gira a guardarmi perché ho fatto rumore con la sedia, anche 'Bryan' si gira, e solo in quel momento mi rendo conto che non è lui. Ma è una ragazza? Mi domando quando riesco a vedere bene tutti i suoi lineamenti. "Mi scusi per il ritardo Prof., imprevisti dei mezzi pubblici." Dice la ragazza con una voce bassa. La Scarpini la guarda e con voce stidula le urla: "Colli, le sembra l'ora di arrivare? La lezione è quasi finita e lei sta interrompendo lo svolgimento. Vada a sedersi e si vergogni!" Questa qui è proprio bastarda, uno non può manco arrivare in ritardo che subito rompe il cazzo.
La ragazza la guarda male e quando si gira le fa gestaccio mentre va a sedersi. Si siede nel banco accanto al mio, quindi deduco che sia lei la mia fortunata vicina di banco.
"Ciao, io sono Emma Conte." Mi presento alla mia vicina. Mi guarda e sorridendo mi dice: "Ciao, io mi chiamo Rebecca Colli. Sei la nuova immagino." La guardo e abbassando la testa annuisco, spero che non sia come quella di prima. "Posso farti una domanda?" Le chiedo rompendo il piccolo silenzio che c'è tra noi mentre la Prof. continua a spiegare latino. Lei fa un cenno con la testa come a dire sì, "Chi è quella con i capelli lunghi e irritante come l'orticaria?", esordisco io. Rebecca mi guarda e scoppia a ridere, forse per il tono che ho usato. "Sì chiama Elisabetta, è la figlia di un imprenditore inglese. Hai avuto modo di fare la sua conoscenza immagino.", mi risponde lei. "Oh sì. Mi ha rotto le palle solo perché mentre entravo a scuola ho chiesto a un certo Nathan dove fosse la mia classe, lei ci ha visto parlare e mi ha detto di stargli lontana perché è suo.", Becca mi guarda, "Hai conosciuto Nathan?", dal suo tono intuisco che c'è qualcosa di brutto dietro quegli occhi così belli. "Sì, era l'unico che non fosse con un amico o con la ragazza a cazzeggiare mentre si dirigeva in classe. Ma c'è qualche problema?", spiego mentre lei continua a guardarmi come se dovessi sapere qualcosa: ma se sono appena arrivata! Mi fissa ancora per qualche secondo e finalmente decide di dirmi ciò che voglio sapere. "Non si sa se sia vero, sono le voci che girano qui a scuola e io non ci do molto peso.", premette Rebecca scrivendo sul suo quaderno le cose che sono scritte alla lavagna e lo faccio anch'io. -Riprende il discorso- "Qualche anno fa, più precisamente in prima superiore, Nathan ha avuto un incidente stradale ed era con sua mamma in macchina. Dei due si è salvato solo lui, ma qualcosa e cambiato: l'ha cambiato. Anche se sua madre non era il massimo, prima di avere suo figlio si ubriaca però smise per lui. Le voleva bene. Perciò dopo quel giorno rimase sotto shock." La guardavo stupita, come se mi fosse appena apparsa la Madonna. Non potevo credere alle mie orecchie, non pensavo che quel ragazzo avesse passato questo calvario. E io che credevo fosse il solito stronzo che fa lo spaccone solo perché ha dei bei capelli e degli occhi ancora meglio, ma invece mi sbagliavo. "Ha degli amici?", chiedo a Becca mentre fisso il vuoto. "Sì, alcuni non del miglior stampo ma ce n'è uno che è il suo migliore amico anche se sono molto diversi. Tanto!", risponde lei marcando per bene le parole molto e tanto. Faccio un risolino e le chiedo che differenza hanno. "Lui si chiama Gioele ed è un tipo normale, niente alcool, droga, non si scopa tutte e poi le butta via, è un secchione. Però è bellissimo. È il tipo perfetto... solo gli manca quel fare da stronzo che tanto piace alle ragazze.", mi spiega lei. "E come mai due così diversi sono amici?", non so perché tante domande ma sono interessata. "Sì conoscono da quando erano piccoli, sono sempre stati amici. Penso che senza Gioele Nathan sarebbe fottuto, è grazie a lui che non è ancora finito in guai seri. C'è da dire però che è meglio stargli alla larga, scopa con tutte e Elisabetta pensa di essere quella che lui preferisce, ma lui non preferisce: sono tutte uguali.", queste parole mi lasciano di stucco perché non pensavo che quel bel ragazzo fosse così. Non le chiedo altro e iniziamo a seguire la lezione come si deve fino a quando suona e usciamo per l'intervallo. "Dai, vieni che ti presento agli altri.", mi dice Rebecca prendendomi per mano, "Gli altri?", saranno i suoi amici? "Il gruppo di amici, sono sicura che vogliono tutti sapere chi sei e come sei.", mi incoraggia lei, "Ma sono in classe con noi?", le chiedo, "Sì.". Arriviamo davanti a un gruppo di ragazzi davanti ai distributori, sembrano dei tipi apposto. "Ragazzi, da oggi si aggiunge anche lei alla nostro comitiva: siate bravi.", esordisce Becca e io saluto con un cenno della mano. "Ma tu sei Emma quella nuovo o sbaglio?" Mi chiede un ragazzo alto con i capelli biondi e gli occhi... rossi? "Sì, sono io. Ma perché hai gli occhi rossi?", gli domando con area interrogativa. Si mettono tutti a ridere, ma che cazzo? "Rebe, non le hai detto nulla?", dice una ragazza dai capelli blu. "Dirmi cosa?", la mia nuova amica mi guarda e esclama: "Nulla, solo che tra di noi ci siamo messi d'accordo per usare le lenti a contatto. Non hai notato i miei occhi viola?", la guardo meglio e... vero! Solo ora mi accorgo che ha le pupille viola, mi metto a ridere. Non penso che siano molto a posto.
"Comunque io sono Federico.", si presenta il ragazzo che ha parlato prima. Si presentano anche Kevin, Jacopo, Melissa e Samantha. Iniziamo a parlare del più e del meno fino a quando... un rumore di qualcosa che cade a terra come se fosse un macigno rompe l'atmosfera. Tutti quanti iniziano a chiedersi che cosa sia successo. Siccome il baccano proviene dalla 3^F, molti si avviano per vedere che cosa succede. "Raga', non c'è da preoccuparsi più di tanto: è la classe di Nathan e ne avrà fatta una delle sue.", esordisce Jacopo in tono sereno. Io non gli do retta e mi incammino verso l'aula, spintono le persone, chiedo permesso e mi divincolo dalle 'palpate' al sedere che alcuni ragazzi mi danno. Quando arrivo davanti alla porta vedo Occhi-belli da una parte e un suo compagno dall'altra che cerca di proteggersi. Ma che diamine...? "Figlio di puttana, rimangiati quello che hai detto se no ti ammazzo!", Nathan sta minacciando quel tipo, ma cosa avrà detto per farlo incazzare così tanto? "Oh fra', calmati. Ho soltanto detto quello che dicono tutti: tu sei un malato cronico.", ma perché si arrabbia così tanto? Basta solo mandarlo a 'fanculo. Gli occhi meravigliosi di Nathan sono pieni di odio e rabbia, sento che da un momento all'altro scoppierà. "Gioele ha provato a fermarlo, ma quando si tratta dei problemi che ha da dopo l'incodentr non ci riesce sempre. Perciò Alex se la vedrà male.", sento da una ragazza che sta dietro di me. Cosa farà adesso? Davvero gli lancerà quella sedia? E se lo ammazzasse? Una sedia addosso non fa bene, ma a lui sembra non interessare se faccia male o meno. Lo ammazzerà, ne sono sicura, lo leggo nei suoi occhi splendidi. Attraverso loro capisco tutto ciò che sta provando, è arrabbiato perché non vorrebbe che tutti pensino questo di lui. Trist perché sa che Alex sta dicendo la verità. Combattuto perché non vorrebbe picchiarlo ma scoppiare a piangere. Prima di potermene accorgere mi ritrovo in mezzo a Nathan e la sua preda. "Levati dalle palle, non sei la nuova paladina della scuola!", sbraita Occhi-belli, lo guardò un attimo e accenno un sorriso. "È vero, ma siccome non vedo l'ombra di un professore penso di dover fare qualcosa. Non ti pare?", uso un tono di sfida perché immagino che a lui piaccia che qualcuno lo sfidi.
Per risposta ricevo una sua risata isterica accompagnata da una frase: "Levati dalle palle perché ti becco con la sedia.", "Provaci." Lo istigo io. Lui lancia la sedia e d'istinto mi viene da chiudere gli occhi, sento un rumore e quando li riapro mi accorgo che l'ha lanciata contro al muro e non addosso a me e Alex. "Che cosa succede qui dentro?!", finalmente si fa vivo qualcuno! "Baston, lo sapevo che fosse colpa sua tutta questa messa in scena. Vada subito in presidenza!", il professore urla contro Nathan e lui lo manda a 'fanculo uscendo dalla classe.
Per le ore successive io e Alex siamo stati a parlare dal preside insieme ai nostri genitori. Nathan si è beccato una sospensione di una settimana e anche il suo compagno, quanto a me solo dei complimenti per il mio coraggio ma anche delle sgridate per aver fatto di testa mia. Siamo stati rispediti tutti quanti a casa, ma io a differenza degli altri due tornerò domani. Prima di andarmene ho dato il mio numero a Samantha che, fortunatamente, stava andando in bagno.

"Emma, io non so come diamine ti sia saltato in mente! Ma ti rendi conto di quello che hai fatto?", mi urla contro mia mamma mentre siamo in macchina per tornare a casa. "Che cosa? Ho evitato che una persona si beccasse una sedia? Wow, sono proprio una brutta persona!", le rispondo continuando a guardare fuori dal finestrino: ma ci sono solo delle cazzo di montagne? Lei mi guarda male, "Non usare quel tono, sto parlando di cose importanti e dovresti almeno guardarmi in faccia!", mi rimprovera il mio generale. Alzo gli occhi al cielo e decido di risponderle una volta per tutte: "Ho sbagliato? Che cosa ho fatto di male, eh? Niente! L'ha detto pure il preside che sono stata molto coraggiosa. Era compito dei professori, ma loro non c'erano! Eravamo solo un sacco di ragazzi a 'goderci' lo spettacolo, e siccome io ho un briciolo di buon senso ho deciso di mettermi in mezzo a costo di beccarmi una sedia. Ma anche i prof. se fossero intervenuti avrebbero corso questo rischio!", ma è seria? Mi sta sgridando per aver evitato di far ammazzare una persona? Che bella merda! Torno a guardare il paesaggio e lei sospira, "Almeno promettiamo che starai alla larga da quel ragazzo che mi sembra un pazzo.", mi chiedo mia mamma con tono meno duro. Ovvio che gli starò lontana, quello è malato! Annuisco e lei sospira di nuovo, 'sta volta per il sollievo.

Sono passate tre ore e mezza da quando mia mamma mi ha riportato a casa ed è scappata a lavoro. Ho letto per un po', ho guardato la televisione e mi sono scritta con Bryan. Mi manca davvero molto, vorrei poter stare di nuovo in braccio a lui, sentire il suo profumo, ascoltare la sua voce e assaggiare le sue labbra che sanno di fragola. Chiudo gli occhi per immaginare i suoi e perdermici dentro, adoro il verde delle sue pupille: trasmette vita. Allo stesso tempo mi immagino quelli di Nathan, così freddi e ghiacciati che lasciano un segno e ti colpiscono dentro. Chissà come si sente a dover combattere ogni giorno contro se stessi, Becca mi ha detto che da quando sua mamma non c'è più lui è cattivo. Secondo me non è così, sta solo combattendo perché ha perso una parte di sé.
Dopo un'ora mi arriva un messaggio: "Emma! Come stai? Che cosa ti è successo in presidenza? Stai bene? -Samantha-" oddio, si preoccupa per me anche se non mi conosce? Si vede che è una ragazza d'oro. Appena la vedi non ti sembra, ma poi lo capisci. Veste in modo 'rock' roba si pelle, catene, pircing, tatuaggi. Ma è gentile nonostante l'aspetto. Mi viene da sorridere e rispondo al messaggio: "Ciao Sam! Tranquilla sto benissimo! Domani certo che torno, non mi hanno sospeso né altro, si sono solo incazzati un po'." Invia.

Passate altre due ore sento il citofono suonare. Mi alzo e metto le ciabatte, ma chiunque stia suonando continua a insistere e iniziano a girarmi. Rispondo nervosamente: "Chi è?!", sento una risata... ma l'ho già sentita! "Io l'ho detto che il tuo accento fa ridere. Comunque scendi subito.", mi risponde la persona ridendo. Nathan? Ma che cavolo ci fa qui? Per fortuna che non c'è mia mamma se no... "Ma che cosa vuoi?", domando secca. Lui ride ancora e a me sta salendo l'istinto omicida, "Dai cazzo, scendi e non rompere!", continua il ragazzo. Annuisco e aggancio subito. Metto le Vans ed esco di casa sbattendo la porta.
Questo qui mi irrita il sistema nervoso: sarà meglio che si comporti bene.
Mi incammino verso il cacello e lo vedo che si guarda intorno con le mani in tasca.


Ci ho messo un sacco a scrivere questo capitolo, non mi piace molto, ma mi farò venire in mente molte idee buone!

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