3 Agosto 2016

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Era così strano per entrambi tornare ad allenarsi su quel campo senza la loro metà che gli correva accanto o dietro per fare certi apprezzamenti che lasciavano di stucco la squadra ma che facevano ridere loro, si, era fin troppo strano.
In quell'anno passato insieme non si erano mai staccati, nemmeno per un giorno, anche durante le vacanze varie, e ora si ritrovavano distanti 1472.7 km distanti, in tutti i sensi.
Non erano separati solo dai km, tra loro due c'erano anche l'orgoglio, la delusione e la paura che li caratterizzava in quel periodo davvero dura per entrambi; volevano svegliarsi e trovarsi uniti mentre quella mattina accanto ad ognuno c'era una donna che messuno amava ma che erano costretti a frequentare, faceva così male.
Simone a Torino stava bene ma nulla era più lo stesso, la squadra era fantastica ma mancava qualcosa che la rendesse perfetta, la casa era bellissima e moderna ma non era casa senza di Lui, solo in quei giorni lui capì il motivo per cui gli inglesi distinguevano 'house' da 'home', capiva davvero bene.
'House' era la casa materiale, l'insieme di travi, mattoni e calcestruzzo, tutto ciò che lui aveva in quel momento;
'Home' d'altro canto era, come diceva da piccolo, dove si trova il cuore e il suo cuore non era più a Torino ma a Madrid, tra le mani di quel ragazzo che prima glielo aveva strappato e poi non si era disturbato di restituire.
Ma glielo lasciava con piacere, voleva che soffrisse quanto lui ripensando ai loro momenti passati e a quelli che avrebbero avuto in futuro; Simone non gli avrebbe mai vietato di partire per Madrid, sapeva quanto lui sognasse il grande ritorno, ma avrebbe voluto saperlo in modo diverso e magari, chi lo sa, avrebbe accettato l'offerta che l'Atletico Madrid gli aveva fatto prima degli Europei.
Squadre diverse ma stessa casa.
Ora invece erano in squadre diverse e case opposte.

1472.7 km//zarataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora