- Papà! Perché piangi? È colpa mia? Sono stato cattivo? - il bambino con il suo marcato accento portoghese iniziò a fare domande a raffica mentre dall'altra parte Alvaro piangeva disperato.
- no, amor, sei bravissimo. -
- mi manchi papà! Quando torni a casa? - sorrise amaramente mentre i ricordi dei mesi precedenti gli tornavano in mente.Flashback
- sto in ansia, Simo, e se non dovessero lasciarcene la custodia? - il moro si mangiucchiava le unghie sulla scomoda poltrona dell' orfanotrofio mentre il fidanzato cercava di tranquillizzarlo con dei baci sparsi per il viso ricoperto di barba.
- andrà tutto bene, solo cerca di calmarti perché Marcelo non ti vede da un po' con la scusa della nazionale - non fece in tempo a rispondere che la porta si aprì rivelando un piccolo bambino riccio che morsicava un giocattolo.
- papà! - gridò vedendo i due che subito si abbassarono per accoglierlo tra le loro braccia. - mi mancavate - biascicò subito per poi arrossire e nascondersi tra le loro spalle. Entrambi risero dicendogli lo stesso sotto lo sguardo severo della direttrice d'instituito. - Marcelo rimarrà con voi per due mesi, se tutto filerà liscio allora sarà ufficialmente Marcello Zaza -
- voleva dire Morata - appuntò lo spagnolo.
- sui moduli vedo scritto Zaza - subito si girò verso il pelato che tutto tranquillo fingeva di non sentire.
Fine flashback- torno presto Marcelito, e quando torno facciamo una bella partita tutti insieme mh? - un grido di felicità scoppió dall'altro capo del telefono prima che una voce arrivasse forte e chiara.
- Nessuno ti ha invitato -
E scoppió di nuovo a piangere. Aveva combinato un guaio.
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1472.7 km//zarata
Hayran KurguE così partì, lasciando me e tutto quello che avevamo costruito. 1ª storia zarata mai pubblicata