13 Agosto 2016

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Erano passati diversi giorni dalla chiamata avvenuta tra Alvaro e Simone che sembrava aver chiuso tutti i loro rapporti definitivamente e, forse, fu per quello che Alvaro scoppió a piangere quando la mattina del 13 Agosto il postino gli consegnò una lettera il cui mittente era proprio il suo Simone.

Si fregò del fatto che gli allenamenti sarebbero presto iniziati sedendosi comodamente sul gradino più alto del portico con la schiena appoggiata al vetro della porta-finestra; estrasse con una calma quasi allarmante il foglio pieno di sbavature, lacrime secche e scoatch che lo teneva unito e incominciò a leggere.

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Caro Alvaro,
Gli scappò un primo singhizzo che soffocò con la mano.

Ho così tante cose da dirti che nemmeno immagini ma parto con quella più importante: ti amo.
Anche io ti amo, Amor.

Si, ti amo ancora, da morire, ti amo ancoro nonostante questi 1472.9 km che ci separano, nonostante le bugie e i segreti nascosti, nonostante tu ti stia rifacendo una vita, nonostante io ti odi profondamente: nonostante tutto.
Io non ho mai smesso, Simone, quando ho preso quell'aereo mi sono portato sietro ogni singola cosa tranne quella maglietta e i miei sentimenti, quelli sono ovunque tu sia. Vorrei tanto essere li, sai? Vorrei essere li per raccontarti tutto dal principio, per spiegarti che non è stata una scelta mia ma del destino che voleva privarmi di qualcosa che vale più della mia stessa vita.

Quando ero piccolo pensavo due cose che vanno mano nella mano: che l'amore non esistesse e che due uomini non potessero stare insieme.
Eppure io ti amo, e noi siamo stati insieme, mentalmente lo siamo ancora, i sentimenti non cambiano.

Ma mi sbagliavo. Mi sbagliavo e tu in questo anno mi hai dimostrato ciò perché due uomini possono stare insieme e possono amarsi, noi ne siamo la prova.
Lo sapevi in cuor tuo, io ti ho solo dato una spinta; ma, anche se fosse, è solo una cosa piccolissima rispetto a tutto quello che TU mi hai insegnato.

Qui accanto a me c'è quello che doveva essere nostro figlio, quello che avremmo dovuto crescere ed amare insieme, ti cerca sempre, gli manchi, vuole la metà mancante del papà che ieri sera gli asciugato le lacrime dopo averti visto su una rivista insieme alla tua Alice; ti odio così tanto per questo, Amore Mio.
Vorrei essere lì, vorrei potervi stringere a me e spiegarvi che non è colpa mia, che da 1472.9 km continuo ad amarvi come il primo giorno perché eravate e sarete sempre la mia famiglia.
Anche io mi odio per questo, vorrei potertelo dimostrare ma penso che le cicatrici sulle mie nocche valgano abbastanza, amor.

Se potessi tornare indietro rifarei ogni cosa tranne due, non rifiuterei l'Atletico e mi trasferirei a Madrid per poter stare con te... Se solo mi avessi parlato di tutto questo con sincerità ora saremmo insieme, nella stessa casa, nello stesso letto, magari a fare l'amore.
Se potessi tornare indietro non accetterei quella chiamata, continuerei a stare nella nostra piccola bolla, mi manca così tanto passare notti intere ad amarti.

Purtroppo questi, però, sono tutti se e tutti ma, Alvaro, e di cose certe ce ne sono solo 2: tu non ci sei e io ti odio perché ti amo troppo.
Tornerò, amore, te lo prometto. Perché ti amo.

Dovevo dirti tante cose, si, ma non importano più, mi importi solo tu adesso.
Di te mi importa sempre, giorno e notte.

Mi manchi, Amor.
Anche tu.

Tuo, nonostante tu non sia più mio, Simó.
Sono e sarò sempre tuo, e sapere che vale anche per te mi rende felice.
A presto, Amore mio.
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Con le mani tremanti e il volto pieno di lacrime, Alvaro, abbandona il foglio, si lascia cadere sul pavimento e si mette alla ricerca di un biglietto aereo di sola andata per Torino.
Destinazione Felicità.
Destinazione Simone.

1472.7 km//zarataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora