Era strano per il giovane spagnolo ripercorrere quelle strade che sapeva a memoria, che per due anni erano state casa sua e si prese tutto il tempo per poterle guardare, per rivivere tutti quei ricordi che nascondevano e che lui con tanto amore aveva conservato all'interno del suo cuore.
Passó per le strade che lo avevano condotto tutti santi giorni dei due precedenti anni verso Vinovo, passó per la strada che portava all'orfanotrofio distante poche centinaia di metri da quella che conduceva alle loro vecchie case, percorse anche quelle; sorrise timidamente ricordando lui e Simone passeggiare per quelle strade con le mani che si sfioravano appena perché erano troppo spaventati per uscire allo scoperto.
Entró anche in quel famoso bar che in realtá nessuno conosceva perché troppo nascosto da un insegna pubblicitaria della Juventus, sorrise ancora ricordando che fu proprio grazie a quella che loro lo scoprirono, volevano una foto con la loro foto.
Eravano due coglioni, coglioni ma innamorati.
Pensò Alvaro sedendosi nel loro tavolo, quello più nascosto ma dal quale vedevi il teatro grazie ad un vetro; il proprietario fu sorpreso di vedere Alvaro dopo la sua partenza così lo accolse con un abbraccio e gli offrì una cioccolata, vista la pioggia che batteva con insistenza nonostante fosse Agosto, nonostante sapesse benissimo che alla fine l'avrebbe pagata dieci volte di più.
Ho abbastanza soldi per poter pagare una cioccolata 50 euro, Alfredo, quindi prendili o te ne do il triplo.
Era così Alvaro, testardo fino alla morte e sempre pronto ad aiutare gli altri, anche a costo di perderci 500 euro come quella volta in cui sostenne di non avere altro che quelli e che il resto (490 euro) non ci sarebbe stato nel portafoglio. Voleva aiutare quel bar e nessuno gli avrebbe fatto cambiare idea.
Alfredo, il proprietario, lo lasciò ben presto da solo ma non prima di avergli chiesto come si trovasse con i suoi vecchi/nuovi compagni e se avesse già trovato un degno sostituto di quel bar; quando fu lasciato ai suoi pensieri, Alvaro si perse ancora una volta nei ricordi di quando erano ancora gli Zarata + Marcelito, e fu talmente preso da tutto ciò che non si accorse dell'arrivo di qualcun'altro nel piccolo locale.
Alzó gli occhi dalla cioccolata ancora bollente solo quando le sue orecchie non percepirono il suono del vetro che si spezza e un papà urlato con forza da una voce che troppe volte l'aveva chiamato in quel modo.
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1472.7 km//zarata
FanfictionE così partì, lasciando me e tutto quello che avevamo costruito. 1ª storia zarata mai pubblicata