Passammo tutta la notte insieme, nella stanza di un albergo. Sembrava quasi fossimo ritornati a Los Angeles, nella sua camera da letto, nella sua casa.
Ci stringevamo l'uno con l'altro sotto le lenzuola di questo magnifico letto a baldacchino, un pò stile antico, ma pur sempre romantico.Justin stava ancora dormendo, mentre io ero già ad occhi spalancati a fissare il soffito bianco della stanza.
Più lo guardavo e più capivo quanto potessi amarlo. Mi erano bastate solo poche ore senza di lui, per capire che non eravamo noi sbagliati, ma la città in cui ci eravamo posti di vivere.
Boston era sempre in cerca di giovani lavoratori pronti a sacrificare tutto pur di avere un buono stipendio e una giornata intera passata tra gli uffici della propria azienda.
Faceva questo Justin. Rimaneva tutto il giorno seduto su una sedia a fissare lo schermo del computer in cerca di nuovi acquirenti, nuovi clienti o soci.
Litigavamo in continuazione per colpa del suo lavoro, che lo portava a mancare in casa.
Le scelte erano due: ambietarmi, cercare di mandare giù qualche rospo in più e rimanere rinchiusa in quell'appartamento a vita, solo per un misero lavoro, oppure, trasferirci.
Ritornerei volentieri a Los Angeles, nonostante sia più distante da New York, inizialmente quella città non era fatta per una come me, ma grazie ad essa, avevo trovato l'amore.Scrollai dolcemente Justin più e più volte, ma senza alcun segno.
Decisi così di andare a preparare la colazione per entrambi, lo facevo così spesso a Boston che ormai era diventata un'abitudine.
Scesi dal letto e andai verso la cucina ma non appena aprii il frigo constatai che era completamente vuoto.
Sbuffai, capendo che avrei dovuto vestirmi per poi andare in cerca di un mini-market nei paraggi; conoscevo molte strade di New York ma questo quartiere mi era nuovo e non sapevo minimamente come muovermi.
Decisi di usare Internet.
Dopo qualche minuto di ricerche, ne trovai uno, non distava molto.
Mi guardai attorno, sfortunatamente mi accorsi che le mie valigie erano ancora da Britney, perciò avrei dovuto usare i vestiti di Justin, che tra l'altro erano tutti larghi eccetto i jeans.Frugai tra le valigie e optai per un paio di pantaloncini, che mi ricordavano quelli che indossava il primo giorno che lo incontrai, una maglietta nera che guarda caso mi arrivava a metà coscia e infine indossai le mie amate Vans.
Gli lasciai un bigliettino sul comodino affianco al suo letto, avvisandolo che sarei uscita in caso si fosse svegliato prima del mio ritorno.Uscii dalla porta cercando di far meno rumore possibile e mi affrettai a scendere le scale. Non appena varcai la porta d'uscita dell'hotel, mi ritrovai davanti ad una limousine bianca, da cui scesero alcune ragazze e un signorotto di almeno 60 anni.
Mi chiesi realmente in che razza di hotel ero finita, ma in fondo non erano certamente affari miei, così ripresi a camminare seguendo le indicazioni del tom tom.Arrivai in un vicolo stretto, scommetto che se fosse sera, nemmeno ci sarei passata affianco.
Era così mal ridotto, i muri pieni di crepe, il colore circostante non si distingueva nemmeno più da quello che probabilmente era l'originale.
Inutile dire che il mio passo divenne più accelerato.
Mi sentivo osservata, anche se mi girai più volte, ma non vidi nessuno.
Continuai per la mia strada fino ad arrivare ad un incrocio e finalmente trovai il mini-market, velocemente attraversai la strada ed entrai.Al suo interno non girava bella gente, anzi.
Sembrava un quartiere di malviventi, per questo presi ciò che mi serviva, pagai e corsi immediatamente fuori, percorrendo la stessa strada per tornare in hotel.
Forse li mi sarei sentita più sicura.Arrivai finalmente nella via del mio albergo, quando mi accorsi che qualcuno mi stava pedinando.
Sentivo dei passi dietro di me e non appena mi fermavo, essi smettevano.
Non tardò ad arrivare l'ennesimo attacco d'ansia, il battito del cuore accelerò insieme al mio passo.
Ad un certo punto pensavo quasi di correre da tanto svelta ero.
Evidentemente la persona che mi stava seguendo era più scaltra e veloce di me perchè mi sentii toccare la spalla e d'instinto mi fermai senza nemmeno girarmi per vedere chi potesse essere.
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Boyfriend // Sequel of Stepbrother
FanfictionJustin e Ashley iniziarono a vivere insieme a Boston, in un bellissimo appartamento in centro città. Li avevano avvisati che sarebbe stata dura la convivenza, erano troppo piccoli e non si conoscevano abbastanza. I ragazzi invasi dall'amore non voll...