Chapter eleven || Feelings

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Passò una settimana da quando decisi di voltare pagina, di cambiare me stessa e l'atteggiamento che avevo nei confronti degli altri.
Justin, come desideravo, non mi aveva disturbata. Aveva cercato di parlarmi qualche volta, ma non gli diedi la possibilità di farlo.
Britney se n'era andata promettendomi che sarebbe tornata nei mesi successivi per aiutarmi con la gravidanza.
Mio padre, ignaro della situazione in cui ero con Justin, ci aveva invitati per il weekend da lui, a New York. Purtroppo non accettai.
Avevo voglia di distrarmi e di andarmene un pochino da Los Angeles, ma per quanto odiassi il fatto che Justin aveva cercato di farmi cornuta, o c'era riuscito, avevo il suo bambino in pancia e non potevo scomparire.

« Ashley, posso entrare? » disse Josh bussando alla porta della stanza degli ospiti, che da 7 giorni a questa parte era diventata camera mia

« Certo, vieni pure » sorrisi guardandolo entrare

« Posso parlarti? »

« Se vuoi parlarmi di Justin, no »

« Ashley non potete rimanere in queste condizioni per molto, fra poco tu avrai le prime visite ed è giusto che anche lui sia presente »

« Quando ci saranno ne riparleremo »

« Ha sbagliato e questo lo sappiamo entrambi, ma cerca di ascoltarlo e sentire le sue ragioni »

« Josh mi dispiace ma di ragioni ne ho sentite anche troppe, l'ho sempre perdonato per tutto ciò che faceva » sospirai « Ma questo è troppo »

« Sai quante volte tua madre mi perdonava? Sai quante cazzate ho fatto in giovane età? Ma lei mi amava e io amavo lei, e per quanto potessimo arrabbiarci e litigare, io tornavo da lei e lei da me » mi prese la mano e l'accarezzò « Amare significa anche perdonare e andare avanti insieme » concluse per poi alzarsi « Questa sera io e tua madre abbiamo prenotato un tavolo ad un ristorante sulla spiaggia e vorremmo che ci foste entrambi »

« Devo pensarci Josh »

« Se non lo fai per lui, fallo almeno per tua madre » sorrise « Si parte alle 20.30 » uscì dalla stanza lasciandomi sola

Senza pensarci su due volte decisi di chiudere gli occhi e dormire, per convincermi ad andare alla cena ci sarebbe stato abbastanza tempo e probabilmente un sonnellino avrebbe solamente portato consiglio.

« Ricordi la prima volta che lo hai incontrato? » disse mia madre guardandomi dall'altra parte del corridoio

« Certo »

« E qual'è stata la prima cosa che hai notato in lui? »

« Gli occhi » risposi prontamente guardandola

« E ora? Qual'è la prima cosa che guardi di lui? »

« Gli occhi » sussurrai

« Girati allora »

Iniziai a girarmi mentre tutta la stanza iniziava a tremare, come se ci fosse un terremoto, ma io sentivo di non avere paura.
Incontrai nuovamente i suoi occhi e fu proprio come la prima volta. Emanavano quel senso di protezione ma allo stesso tempo di insicurezze, che io avrei potuto trasformare in sicurezze.
Lo guardavo sempre di più e ad ogni secondo che passava mi veniva spontaneo urlargli un 'ti amo', ma la mia bocca non riusciva a muoversi e ad ogni secondo che passava senza che io dicessi nulla, lui si spostava all'indietro, arrivando fino alla fine del corridoio per poi scomparire dietro ad una porta di legno massiccio.

Mi girai cercando il conforto di mia madre, ma nemmeno lei c'era più. Ero rimasta da sola.
Sola in quell'enorme casa e in quel lunghissimo corridoio.

Boyfriend // Sequel of StepbrotherDove le storie prendono vita. Scoprilo ora