Disperazione

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-Svegliati, per favore, svegliati!- la stava scuotendo con forza, come se con quel gesto avesse potuto annullare quello che aveva fatto. Lacrime calde e piene di rimpianto caddero sulla guancia bianca e immobile di lei, sdraiata sul cemento freddo e duro, in una pozza di sangue. Il ragazzo la raccolse da terra con una gentilezza che non credeva possibile e la strinse a sé con delicatezza, sporcandosi del suo sangue.

Le sussurrò all'orecchio- Io... Mi dispiace... Non volevo dire niente di tutto quello che hai sentito. Mi dispiace...

Non pensava che sarebbe finita così. Si era arrabbiato molto, la giornata aveva preso una piega sbagliata già all'inizio e pian piano era andata peggiorando. Si era sfogato con la prima persona che gli veniva in mente e che lo ascoltasse. Lei gli aveva risposto che si sarebbe aggiustato tutto, ma lui accecato dalla disperazione le aveva risposto che non capiva, che era impossibile che si sistemasse tutto. L'aveva spinta e lei, cercando invano di mantenere l'equilibrio, era caduta velocemente dal muro. Un urlo soffocato era uscito dalla sua gola, senza che potesse fermarlo. Un secondo dopo la ragazza giaceva sul pavimento della piazzetta e una macchia rossa si diffondeva da sotto la sua schiena. Il ragazzo si mise a piangere ininterrottamente invocando aiuto. Quando nessuno gli venne in soccorso la disperazione ebbe il sopravvento e cominciò a gridare.

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